A Mazar-i-Sharif continuano le proteste delle donne: i talebani le frustano in strada
Dopo la conquista dei talebani, Mazar-i-Sharif ha continuato ad opporsi al pugno duro dei fondamentalisti. Qui i nuovi tiranni si sentono liberi di imporre la propria visione della società, imponendo alle donne di chiudersi in casa e incutendo terrore nei passanti mostrandosi in strada armati. Lontani dai giornalisti esteri, dicono i cittadini, si sentono liberi di comportarsi proprio come vogliono. Qui, come nel resto dell'Afghanistan, è stato imposto il burqa ma non solo: le donne non possono lavorare, studiare o semplicemente uscire per fare compere. Banditi persino i jeans: un capo che hanno smesso di indossare anche gli uomini.
Mazar-i-Sharif è la quarta città dell'Afghanistan, quella dove le donne si mostrano da sempre più indipendenti che in altri luoghi del Paese. E qui continuano le proteste, più forti che nelle altre grandi città. "Se le donne di Kabul hanno cercato di affermare la propria indipendenza con un segno di pace nei confronti dei talebani – spiega un cittadino -, qui le nostre donne hanno cercato di strappare loro i fucili di mano". Sono stati diversi gli arresti eseguiti dopo la manifestazione: l'organizzatrice, un'infermiera dell'ospedale locale, è stata frustata in carcere. E qui le repressioni nei confronti delle donne sono diventate più violente che mai: come mostrano anche le immagini riprese da alcuni cellulari, i talebani le frustano in strada, nel tentativo di disperdere la folla.
Le proteste per garantire il diritto allo studio si sono svolte in tutte le principali città dell'Afghanistan, ma Mazar-i-Sharif le porta avanti da giorni instancabilmente. Qui infatti le università sono state chiuse: a Kabul le donne hanno ricominciato a studiare in classi esclusivamente femminili mentre nella quarta città afghana le aule resteranno chiuse ancora a lungo. "Serve tempo per riadattare il programma alla sharia" ha dichiarato il nuovo governo talebano. "Riadattare il programma" significa, in poche parole, rimuovere dalla cattedra le insegnanti per lasciare posto agli uomini. In questo modo, le studentesse sarebbero disincentivate a continuare a causa della massiccia presenza maschile.