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Strage di Ustica

La storia della strage Ustica, quando un aereo con 81 persone si inabissò in mare abbattuto da un missile

La sera del 27 giugno 1980, il Dc9, volo 870 della compagnia aerea Itavia, con a bordo 81 persone, sparisce dai radar. Verrà trovato il giorno seguente nelle acque di Ustica, a nord della Sicilia, insieme a decine di corpi. L’aereo fu colpito da un missile lanciato da un caccia militare in volo nei cieli di Ustica. Depistaggi e reticenze hanno mantenuto per anni il segreto su quale Paese quella notte colpì per errore un aereo con 81 persone innocenti.
A cura di Angela Marino
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La carlinga dell'aereo Itavia al museo per la memoria di Ustica
La carlinga dell'aereo Itavia al museo per la memoria di Ustica
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Il 1980 in Italia è l'anno del sangue. In Sicilia la Mafia uccide il presidente della regione, Piersanti Mattarella, i sicari delle Brigate Rosse ammazzano con una Winchester calibro 32, il presidente del CSM, Vittorio Bachelet, mentre tre dei loro uomini vengono trucidati dalla polizia nella strage di via Fracchia, a Genova. I neofascisti dei Nar uccidono a rivoltellate il sostituto procuratore, Mario Amato. Il momento più oscuro di quell'anno di buio, tuttavia, arriva la sera del 27 giugno 1980.

"È sparito un aereo con 81 persone"

Era un venerdì. Il Dc9, volo 870 della compagnia aerea Itavia, parte con due ore di ritardo dall'aeroporto di Bologna con destinazione Palermo. A bordo, stanchi e affaticati dal caldo, ci sono 77 passeggeri e quattro membri dell'equipaggio: in tutto 81 persone. Alle 18:59 l'areo trasmette l'ultimo segnale del trasponder, poi scompare misteriosamente dai tracciati dei radar di Fiumicino. I telegiornali nazionali danno notizia dell'aereo scomparso mentre era in volo sui celi di Ustica, a nord della Sicilia. "A quest'ora il velivolo ha esaurito completamente l'autonomia di carburante", annunciano con aria grave i mezzobusti: è ormai acclarato che l'IH-870 è precipitato nelle acque aperte del Tirreno. Nessuno si è salvato.

Le acque di Ustica

Il giorno dopo, alle 7 e 30 del mattino, mentre i giornali gridano alla tragedia nazionale, un aereo specializzato nelle ricerche avvista qualcosa che affiora dal mare: pezzi di seggiolini, parti dell'aereo e altri oggetti galleggiano in superficie insieme a una macchia di carburante. Inerti e irriconoscibili emergono anche i corpi di alcuni dei 77 passeggeri e dei quattro membri dell'equipaggio. Di fronte allo strazio dei parenti, che mai avrebbero immaginato tale tragedia e non riescono a spiegarsi perché, le autorità aeronautiche parlano di fatalità, di "cedimento strutturale" del velivolo. Nell'occhio del ciclone finisce immediatamente la compagnia Itavia, accusata di far viaggiare i suoi passeggeri su catorci volanti. Il ministro dei trasporti, Rino Formica forma una commissione di inchiesta.

In Calabria spunta un caccia libico

Il 18 luglio sui monti della Sila, in Calabria, vengono trovati i resti di un Mig 23 libico, un cacciabombardiere di produzione sovietica, realizzato e venduto dalla Mikoyan-Gourevitch anche ad altri Paesi, tra cui la Libia di Gheddafi. A Castelsilano vengono trovati anche i resti di Azzedin Fadal Kalil, pilota dell'aereo di nazionalità libica. L'autopsia eseguita il 22 luglio sul cadavere indica che la morte è da farsi risalire almeno a 20 giorni prima del ritrovamento. Lo schianto dell'aereo libico sarebbe, dunque, contemporaneo all'incidente di Ustica. Mentre il ministro della Difesa Giovanni Spadolini parla di bomba scoppiata a bordo, l'ipotesi che il Dc9 sia collassato sotto i colpi di un missile comincia a diventare realistica, soprattutto in dopo il ritrovamento del Mig, che chiama in causa la Libia.

"È successo un casino, scoppia una guerra"

Il 31 marzo del 1987 a sette anni dalla strage, il maresciallo Mario Alberto Dettori, radarista della base di Poggio Ballone (Grosseto) in servizio la notte del 27 giugno, viene trovato impiccato ad un albero lungo il greto del fiume Ombrone, a Grosseto. Il caso viene archiviato come suicidio. Ai familiari, all'indomani della tragedia di Ustica, aveva detto: "Quella notte è successo un casino, per poco non scoppia la guerra”. Un anno dopo, Mario Naldini, il tenente colonnello che prestava servizio all'aeroporto di Grosseto la sera del 27 giugno, insieme al collega Ivo Nutarelli, anche lui in volo su un intercettore TF-104 decollato da Grosseto quella notte, perdono la vita a Ramstein, in Germania. Nel corso dell'esibizione delle frecce tricolore, davanti a una folla oceanica i due avieri si scontrano in volo in un disastroso incidente che causa la morte di 51 persone, tra spettatori e personale militare. Dieci giorni dopo i due avieri dovevano essere ascoltati dal giudice istruttore Rosario Priore per i fatti di Ustica.

Gheddafi: "Il DC9? Abbattuto dagli Americani"

Nel 1988 il recupero del relitto, a 3700 metri di profondità, nelle acque a nord di Ustica, viene affidato una società specializzata in questo genere di operazioni, la francese Ifremer. I periti della commissione d'inchiesta parlamentare stabiliscono che il Dc9 è stato abbattuto da un missile. È chiaro che altri Paesi devono dire la loro su quanto accaduto quella notte sui cieli di Ustica. A questo proposito è proprio il leader libico Gheddafi a intervenire scrivendo, il 12 ottobre del 1980, al presidente della Repubblica, Francesco Cossiga

Hanno disperso tutti gli sforzi compiuti dalle forze progressiste ed amanti della pace per la sicurezza e l’integrità del Mediterraneo. Non avete scordato certamente il delitto e la tragedia occorsa al DC9 dell’Itavia, abbattuto il 27 giugno 1980, in cui hanno perso la vita decine e decine di vittime, a causa della aggressione ed in conseguenza della presenza delle basi e delle flotte militari, nel Mediterraneo.

La spiegazione che Gheddafi dà della strage aerea tira in ballo gli americani. Secondo leader libico il Dc9 sarebbe stato abbattuto per un tragico errore dalle forze aeree americane che lo avrebbero scambiato per l'aereo privato di Gheddafi, che quella sera sarebbe stato in volo, diretto in Europa, per delle riparazioni – senza il suo proprietario – nei cieli del Mediterraneo . Nella stessa manovra gli americani avrebbero abbattuto anche un velivolo libico. Anche Alexj Pavlov, ex colonnello del Kgb sostiene che il Dc9 fu abbattuto da missili americani sotto gli occhi dei sovietici che assistettero alla tragedia dalla base militare segreta che avevano allestito vicino a Tripoli. Gli Usa smentiscono.

Suicidi e morti misteriose

Mentre, nel 1992, il giudice Rasario Priore incrimina con l'accusa di depistaggio, i generali Lamberto Bartolucci, Franco Ferri,  Zeno Tascio, e Corrado Melillo, una sequela di morti sospette intorbidisce ancor di più le acque. Durante un tentativo di rapina  viene ucciso a Bruxelles il consulente dell’Alenia e generale dell’Aeronautica Roberto Boemio. Nel 1980 era capo di Stato maggiore presso la Terza Regione aerea di Bari. Gian Paolo Totaro, maggiore medico dell’Aeronautica Militare viene trovato impiccato alla porta del bagno, era in contatto con molti militari coinvolti nei fatti di Ustica, tra i quali Nutarelli e Naldini. Nel 1980 era in servizio alla base delle Frecce Tricolori di Ghedi. Anche il maresciallo Franco Parisi viene trovato impiccato ad un albero del suo giardino, in provincia di Lecce. Controllore della Difesa Aerea al centro radar di Otranto, era in servizio la mattina del 18 luglio, quando è stato ritrovato il Mig libico.

Il processo per depistaggi: tutti assolti

Il 28 settembre 2000 si apre a Roma, nell’aula bunker di Rebibbia, il processo sui presunti depistaggi che durerà fino al 2004 quando verrà emessa la sentenza di assoluzione dalle accuse di depistaggio per tutti generali dell’Aeronautica. Assolti gli imputati, fallita la Itavia, rimaste senza giustizia le vittime, il caso sembra chiuso qui e invece il 25 gennaio 2007 una intervista a Radio Rai, l'ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga fa delle rivelazioni sulla strage di Ustica. Secondo ‘il picconatore' Libia e Stati Uniti non c'entrano, un altro Paese alleato è responsabile di aver abbattuto accidentalmente il Dc9 “puntando male un missile”, ma non può dire qual è. Lo dirà un anno dopo, non alla magistratura, ma ai giornalisti di Sky, in un'altra intervista, questa volta, scatenando l'apertura di una nuova indagine.

Furono i nostri Servizi segreti che, quando io ero Presidente della Repubblica, informarono l’allora Sottosegretario, Giuliano Amato e me che erano stati i francesi, con un aereo della Marina, a lanciare un missile non ad impatto, ma a risonanza. Se fosse stato ad impatto non ci sarebbe nulla dell’aereo. La tesi è che i francesi sapevano che sarebbe passato l’aereo di Gheddafi. La verità è che Gheddafi si salvò perché il Sismi, il generale Santovito, appresa l’informazione, lo informò quando lui era appena decollato e decise di tornare indietro. I francesi questo lo sapevano videro un aereo dall’altra parte di quello italiano che si nascose dietro per non farsi prendere dal radar.

Nell'ambito nella nuova inchiesta su Ustica seguita alle dichiarazioni di Cossiga, il 1° luglio 2010, il ministro della Giustizia, Angelino Alfano inoltra quattro rogatorie internazionali agli Stati Uniti, alla Francia, al Belgio e alla Germania.

L'epilogo

Il 13 gennaio 2016. Il Tribunale civile di Palermo ha condannato i ministeri della Difesa e dei Trasporti a risarcire 12 milioni di euro a 31 familiari delle vittime per la strage aerea del volo 870, provocata, con “elevata probabilità", da un missile. L'Itavia, fallita dopo il disastro di Ustica, è stata risarcita con 108 milioni di euro, per essere rimasta vittima delle gravissime carenze nella sicurezza dell'aerovia su cui volava il DC-9. Il 13 marzo 2017, la Procura di Grosseto ha disposto la riesumazione del corpo di Mario Alberto Dettori, il radarista della base di Poggio Ballone in servizio la notte del 27 giugno trovato impiccato a un albero. L'ipotesi è che non si sia suicidato.

Dopo 37 anni non è ancora stato chiarito cosa successe la notte di Ustica. A morire, sul volo per Palermo, quella sera salirono anche 13 bambini. Il più grande aveva 13 anni, il più piccolo, meno di due mesi.

Le vittime della strage di Ustica

Passeggeri

Andres Cinzia
Andres Luigi
Baiamonte Francesco
Bonati Paola
Bonfietti Alberto
Bosco Alberto
Calderone Maria Vincenza
Cammarata Giuseppe
Campanini Arnaldo
Casdia Antonio
Cappellini Antonella
Cerami Giovanni
Croce Maria Grazia
D'Alfonso Francesca
D'Alfonso Salvatore
D'Alfonso Sebastiano
Davì Michele
De Cicco Giuseppe Calogero
De Lisi Elvira
Di Natale Francesco
Diodato Antonella
Diodato Giuseppe
Diodato Vincenzo
Filippi Giacomo
Fontana Vito
Fullone Carmela
Fullone Rosario
Gallo Vito
Gherardi Guelfo
Greco Antonino
Gruber Berta
Guarano Andrea
Guardì Vincenzo
Guerino Giacomo
Guerra Graziella
Guzzo Rita
Lachina Giuseppe
La Rocca Gaetano
Licata Paolo
Liotta Maria Rosaria
Lupo Francesca
Lupo Giovanna
Manitta Giuseppe
Marchese Claudio
Marfisi Daniela
Marfisi Tiziana
Mazzel Rita Giovanna
Mazzel Erta Dora Erica
Mignani Maria Assunta
Molteni Annino
Norrito Guglielmo
Ongari Lorenzo
Papi Paola
Parisi Alessandra
Parrinello Carlo
Parrinello Francesca
Pelliccioni Anna Paola
Pinocchio Antonella
Pinocchio Giovanni
Prestileo Gaetano
Reina Andrea
Reina Giulia
Ronchini Costanzo
Siracusa Marianna
Speciale Maria Elena
Superchi Giuliana
Torres Pierantonio
Tripiciano Giulia Maria Concetta
Ugolini Pierpaolo
Valentini Daniela
Valenza Giuseppe
Venturi Massimo
Volanti Marco
Volpe Maria
Zanetti Alessandro
Zanetti Emanuele
Zanetti Nicola

Equipaggio

De Dominicis Rosa
Fontana Enzo
Gatti Domenico
Morici Paolo

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Giornalista dal 2012, scrittrice. Per Fanpage.it mi occupo di cronaca nera nazionale. Ho lavorato al Corriere del Mezzogiorno e in alcuni quotidiani online occupandomi sempre di cronaca. Nel 2014, per Round Robin editore ho scritto il libro reportage sulle ecomafie, ‘C’era una volta il re Fiamma’.
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