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Strage di Ustica

Ustica, la Procura di Roma potrebbe sentire Giuliano Amato

La prossima settimana ci sarà un vertice in Procura, a Roma, in cui verrà fatto il punto sull’inchiesta sulla strage di Ustica e deciso se sentire Giuliano Amato.
A cura di Tommaso Coluzzi
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La Procura di Roma potrebbe decidere di sentire Giuliano Amato dopo le sue dichiarazioni sulla strage di Ustica. La prossima settimana si terrà un vertice nella Procura della capitale, in cui verrà fatto il punto sull'inchiesta ancora aperta. Ci saranno il procuratore Francesco Lo Voi, l'aggiunto Michele Prestipino e il sostituto Erminio Amelio (titolare del fascicolo). Durante l'incontro, verranno valutati eventuali nuovi spazi di manovra per le indagini e sarà considerata la possibilità di sentire l'ex presidente del Consiglio dopo le dichiarazioni degli ultimi giorni. Amato ha chiarito di non avere segreti da rivelare, nonostante le sue parole abbiano fatto a lungo discutere. La Procura deciderà se dovrà rispondere ai pm.

"Amato dice insieme a noi che siamo stanchi di aspettare, sono passati 43 anni e abbiamo delle dichiarazioni importanti – ha detto oggi Daria Bonfietti, presidente dell'Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica, su Skytg24 – se la magistratura non riesce a darci la fine delle indagini, ci vada la politica a chiedere conto ai Paesi amici e alleati. Stiamo parlando di Francia, ma io parlo anche di America, di Inghilterra, di Belgio, anche la Nato ci ha detto essere presenti quella notte nei nostri cieli".

Bonfietti ha chiesto alla presidente del Consiglio di ricevere i parenti delle vittime, per parlare con le carte in mano di quello che può fare oggi lo Stato: "Mi piacerebbe davvero che ci si possa confrontare per indurre dei comportamenti positivi e di una certa determinazione e forza nei confronti dei Paesi amici e alleati". E ha aggiunto: "Noi andiamo avanti. Certo nessuno nega che ancora oggi in Italia ci siano delle menti che non hanno voluto rivelare". Ma "le indagini sono già state fatte". Adesso "siamo a questo punto", ha concluso, in cui "è evidente che anche l'Italia ha collaborato per far sì che questa verità non si sapesse".

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