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Strage di Ustica

L’ex presidente Amato su Ustica: “Non ho segreti sconosciuti da rivelare, ma chi sa deve parlare ora”

L’ex presidente del Consiglio torna sulla sua intervista su Ustica: “Ho voluto lanciare una sfida per la verità, non rivelare segreti sconosciuti – ha detto Amato – Chi sa parli ora”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Nessun segreto da rivelare, ma un appello per la verità. A tre giorni dall'intervista che ha fatto tornare l'Italia a parlare della strage di Ustica, Giuliano Amato interviene nuovamente su Repubblica, spiegando le sue intenzioni. "Con l'intervista ho voluto lanciare una sfida per arrivare alla verità – ha scritto l'ex presidente del Consiglio – Chi sa parli ora: questo il senso dell'appello rivolto ai testimoni reticenti, gli ultimi sopravvissuti di una generazione che si sta estinguendo". È una risposta a tutti coloro che in questi giorni hanno chiesto ad Amato di esporsi se a conoscenza di nuovi elementi: la prima a farlo è stata la presidente Meloni.

E a chi gli ha chiesto perché intervenire proprio ora, a distanza di oltre quarant'anni, Amato ha risposto che alla base c'è "il bisogno di verità che a una certa età diventa più urgente, con il tempo davanti che si accorcia ogni giorno". Insomma, nessun "fascino romanzesco" e nessun momento verità. L'intervista su Ustica è nata "perché c'è un giornale che l'ha chiesta" e "la richiesta è stata accolta" perché "l'intervistato ha maturato nel tempo la volontà di rendere testimonianza". Ma su questo, l'ex presidente del Consiglio è molto chiaro: il suo racconto non aspirava a "rivelare segreti sconosciuti", ma ad "avvalorare una ricostruzione" che "si è dovuta arrestare davanti a più porte chiuse". Amato non ha nulla da aggiungere a quanto è stato già detto, in sostanza. Nessun elemento ulteriore.

"In questi 43 anni la mia non è stata una presenza muta – ha aggiunto Amato, parlando di Ustica – Forse anche io, pur mosso dalla volontà di far luce, non ho avuto all'epoca la forza per impormi sulle forze ostili e reticenti? Può darsi". Infine ha ribadito il suo invito al presidente francese a fare chiarezza: "Per la sua totale estraneità politica ai fatti, e per la libertà che può derivargliene, Macron potrebbe aiutare a restituire giustizia a 81 vittime innocenti – ha concluso Amato – sarebbe una straordinaria opportunità per rinsaldare il rapporto tra i due Paesi".

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