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Barbie con la sindrome di Down ci ricorda l’importanza di rappresentare la diversità

New entry in casa Mattel: l’azienda punta sempre più sul valore della diversità vista come unicità e ricchezza. Ha realizzato una bambola con sindrome di Down.
A cura di Giusy Dente
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Quando è entrata in commercio negli anni Cinquanta, Barbie è diventata subito la migliore amica delle bambine di tutto il mondo. Bellissima, alta, magra, bionda, con gli occhi azzurri: tutte volevano essere come lei. Nel tempo la bambola ha cambiato sembianze, diventando maggiormente rappresentativa dell'universo femminile, stanco di vedersi rappresentato in un unico modo, con caratteristiche sempre uguali, in cui appunto era difficile rivedersi e rivedere una descrizione davvero completa delle tante sfaccettature femminili. Mattel in risposta alle nuove esigenze sociali ha ampliato la sua visione. L'azienda ha cominciato a realizzare bambole più inclusive: l'ultima arrivata in famiglia nella linea Barbie Fashionistas è la prima Barbie con la sindrome di Down.

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Una new entry in casa Mattel

Barbie è molto più che un semplice giocattolo: Barbie racconta delle storie, rappresenta sempre più le donne. Tutte le donne. Nel fantastico mondo della bambola più famosa di tutti i tempi il tema della diversity è diventato centrale. Mattel ha inserito bambole con ogni tipo di occhi e capelli, con tonalità di colore diversi, con ogni forma corporea. Nel 2016 sono arrivate le bambole curvy, alte o basse, quelle con la vitiligine, quella sulla sedia a rotelle, quella con la protesi alla gamba. Poi è stata la volta di quella con l'apparecchio acustico. Tutto questo per invitare i bambini di tutto il mondo ad aprirsi alla diversità intesa come unicità, qualcosa di cui andare fieri.

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Per questo motivo l'azienda ora ha realizzato anche la prima Barbie con la sindrome di Down, già disponibile in commercio. Per dare una rappresentazione accurata di una persona con sindrome di Down, Mattel ha lavorato a stretto contatto con la National Down Syndrome Society (NDSS). La bambola indossa un abito coloratissimo: i colori giallo e blu di farfalle e fiori non sono casuali, ma sono quelli associati alla consapevolezza della sindrome di Down. Ha poi un plantare alla caviglia: alcuni bambini con sindrome di Down li usano per sostenere meglio i piedi e agevolare la camminata. Al collo ha una collana rosa che rappresenta le tre punte del 21esimo cromosoma: è quello responsabile della sindrome.

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Fisicamente, la bambola ha una corporatura più corta, un viso più rotondo, lineamenti più piccoli, occhi leggermente a mandorla, ponte nasale più schiacciato.  "Questo significa molto per la nostra comunità, che per la prima volta può giocare con una bambola che le somiglia. Questa Barbie ci ricorda che non dovremmo mai sottovalutare il potere della rappresentazione. È un enorme passo avanti per l'inclusione": queste le parole della presidente dell'associazione, Kandi Pickard.

Luca Trapanese e Alba con la Barbie
Luca Trapanese e Alba con la Barbie

Chi sono gli ambassador italiani della Barbie con sindrome di Down

Luca Trapanese e sua figlia Alba sono gli ambassador italiani della new entry in casa Mattel. Luca è un padre single e ha adottato Alba nel 2018: nessuno la voleva accogliere in famiglia, per via della sindrome di Down. Sul suo profilo Instagram l'attivista ha commentato: "Oggi è un giorno speciale per Alba e per i bambini come lei! Barbie ha fatto un regalo incredibile per tutti, quello di realizzare una Barbie con la sindrome di Down. È molto importante per i bambini sentirsi accolti nel gioco e riconoscersi in esso. Alba subito si è riconosciuta nella nuova Barbie ed ha voluto giocare creando tante avventure. Sono tanti i modi che abbiamo per dare possibilità a tutti di sentirsi incluso nella vita quotidiana, per questo ringrazio Mattel per questa importante intuizione che ha un grande valore sociale".

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