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Simoncelli vicino alla famiglia di Dupasquier: “Conosco quel dolore. Non si è mai pronti”

Il papà del compianto Marco Simoncelli, Paolo Simoncelli, è tornato a parlare della morte del giovane pilota di Moto3 Jason Dupasquier in seguito al tragico incidente del Mugello: “Il motociclismo ogni tanto esige la sua tassa. Lo sappiamo ma quando è ora di pagare il conto non si è mai pronti. Il mio pensiero va alla famiglia di Jason, conosco il dolore che stanno provando e non c’è consolazione”.
A cura di Michele Mazzeo
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La tragedia che ha travolto il Motomondiale durante il fine settimana del Mugello è ancora nei pensieri di tutti. La morte del 19enne pilota di Moto3 Jason Dupasquier in seguito al terribile incidente in pista ha avvolto di tristezza l'intero paddock e ha riportato alla mente i momenti vissuti in passato quando il campionato delle due ruote ha mietuto altre vittime. Tra questi quello che più di tutti ha pensato di vivere un deja-vu è stato certamente Paolo Simoncelli, papà di quel Marco Simoncelli morto a Sepang a soli 24 anni per un incidente in gara durante il GP di Malesia del 2011, e oggi team manager della squadra corse Sic 58 che partecipa proprio al Mondiale di Moto3, oltre che a quello della MotoE.

Uno scherzo del destino ha voluto che il terribile incidente occorso allo svizzero al Mugello durante le qualifiche permettesse a Tatsu Suzuki, pilota del team fondato in memoria di Marco Simoncelli, di centrare la pole position di Moto3 del GP d'Italia. Ma quella scena e le notizie che arrivavano dall'ospedale Careggi di Firenze (dove Dupasquier è stato portato in elicottero dopo il tragico impatto in pista) hanno fatto capire a Paolo Simoncelli che ci fosse davvero poco da festeggiare.

Il papà dell'indimenticato Sic anche questa volta non si è tirato indietro quando si è trattato di parlare per raccontare le sue emozioni, ma soprattutto ha voluto mostrare vicinanza alla famiglia di Jason Dupasquier essendo uno dei pochi a conoscere realmente il dolore che stanno provando:  "È brutto da dire, è brutto da sentire, ma il motociclismo ogni tanto esige la sua tassa. È uno sport rischioso, costoso, lo sa il pilota, lo sappiamo noi eppure quando è ora di pagare non siamo mai pronti – ha infatti scritto Paolo Simoncelli nel suo consueto report post-gara –. Il mio pensiero va alla Famiglia di Jason, conosco il dolore che stanno passando e non c’è consolazione. So che hanno un altro figlio che corre, ora la scelta che dovranno affrontare sarà altrettanto difficile".

Il fine settimana del GP d'Italia ha fatto però cambiare idea su una cosa a Paolo Simoncelli. La tragedia di Jason Dupasquier e l'incontro con Elvio Deganello (figlio di Aligi, storico capotecnico di Marco Simoncelli) che nel 2020 ha subito un incidente che lo ha costretto sulla sedia a rotelle, hanno infatti portato il papà del Sic ha rivedere una sua storica convinzione:

"In tutte le interviste che ho rilasciato in questi anni – prosegue infatti Paolo Simoncelli – mi sono sempre ritenuto fortunato, per come ho perso Marco, senza che soffrisse, andandosene mentre faceva ciò che più amava, non rimanendo in vita in modo sofferto o limitato dopo tutte le esperienze che aveva provato. Perché un conto è nascerci, un altro è perdere per sempre l’ uso di gambe e braccia dopo un incidente, credo sia ancora più difficile farsene una ragione. Però – ha poi rivelato – sabato ho visto Elvio per la prima volta dopo l’ incidente dell’ anno scorso, con suo padre Aligi che se lo coccolava tutto, sorridenti. Elvio era l’ Elvio di sempre, nonostante tutto. Loro hanno ancora la possibilità di abbracciarsi, ridere, raccontarsi. Sono felicissimo per  loro e vederli ancora insieme più uniti di prima, mi ha fatto pensare che… ecco ‘No, forse non sono stato poi così fortunato‘".

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