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Andrea Dovizioso ai tempi del Coronavirus: “Per noi piloti MotoGP è una botta mentale”

Il pilota della Ducati rivela come sta vivendo i continui rinvii della stagione 2020 del campionato del mondo MotoGP: “Quando sei abituato ad avere tutto scandito in modo preciso, è destabilizzante. Sarà pesante aspettare fino a maggio per correre”.
A cura di Valeria Aiello
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Andrea Dovizioso, 33 anni / Getty
Andrea Dovizioso, 33 anni / Getty

Al momento, dovrebbe essere il circuito di Jerez a ospitare il round inaugurale della stagione 2020 del campionato del mondo MotoGP ma, con l’emergenza Coronavirus (qui gli aggiornamenti in tempo reale e le ultime notizie in Italia e nel mondo) i punti fermi del Motomondiale stanno crollando davanti a una situazione in continuo divenire. In pochi giorni si è passati da un problema tacciato di essere un’epidemia che in Europa riguardava soltanto il nostro Paese allo stato di pandemia globale. Dopo l’Italia, è la Spagna il secondo Stato dell’Unione con più casi di contagio ma soltanto negli ultimi giorni le autorità locali hanno disposto le prime misure connesse al Covid-19. Di conseguenza, anche il tracciato di Jerez ha cessato ogni attività, chiudendo l’impianto per un periodo iniziale di 15 giorni che, con molta probabilità, verranno estesi a un lasso di tempo lungo. Se, come in Cina, i divieti dureranno almeno 50 giorni, salterà anche il GP Spagna.

Dovizioso… ai tempi del Coronavirus

Nell’attesa di capire quanto tempo servirà per sconfiggere il Coronavirus – non è trascorsa neppure una settimana da quando l’Italia ha esteso la zona rossa a tutto il territorio nazionale – a raccontare come si vive restando a casa è il pilota MotoGP Andrea Dovizioso che, nonostante una quotidianità condizionata dalle misure emergenziali, non perde di vista i suoi obiettivi. “Purtroppo – spiega in una chiacchierata telefonica a Sky Sportnon siamo liberi di fare quello che facciamo normalmente, seguire la nostra routine. Siamo tutti particolarmente limitati, però la preparazione atletica non viene condizionata, anche se è cambiato il nostro programma. Avevamo già tutto fissato e pronto per la stagione. Non cambia niente, nel senso che continui comunque ad allenarti. Sapendo di avere davanti almeno un mese, forse anche di più, ti puoi dedicare a certi tipi di allenamento che di solito è difficile fare con continuità perché c’è poco tempo. E quindi puoi concentrarti su alcuni specifici aspetti, rifiniture di preparazione in palestra, che quando devi preparare la gara tralasci. 

“Fortunatamente, da poco più di un anno ho un capannone di fianco a casa mia dove tengo le moto e faccio la preparazione atletica. È la mia palestra privata, e lì passo il tempo ad allenarmi. Per il resto adesso c’è il tempo di fare certi lavoretti di casa che normalmente si rimandano, si mettono a posto le cose in disordine Se guardo molta televisione? Sono un po’ disperato, perché io studio e guardo tanto il motocross, soprattutto americano, ma adesso ovviamente non posso vederlo. Però cerco sempre su internet video o articoli tecnici riferiti a questi argomenti. Quindi sì, guardo la tv, ma mi piace anche fare ricerche specifiche su situazioni e piloti”.

"Per noi piloti MotoGP è una botta mentale"

Iridato 125 nel 2004 e dal 2013 pilota Ducati in top class dopo aver difeso i colori di Honda e Yamaha Tech3, Dovizioso – che da quest’anno non è più DesmoDovi avendo scelto di cambiare soprannome, diventando l’Undaunted, l’Imperterrito in italiano – non nasconde quanto, a livello psicologico, stia incidendo il rinvio dell’inizio del campionato: “Noi piloti del Motomondiale – ammette – siamo abituati ad avere tutto scandito in un modo preciso. Le date sono quelle, gli orari anche. C’è un’abitudine da anni a certe cose fisse, più che in altri sport. Quindi per noi non avere quei punti fermi, che molto difficilmente variano (come in questo caso) è una botta a livello mentale, perché sei abituato a girare intorno a questi momenti specifici e quindi è un po’ destabilizzante. Sei abituato mentalmente ogni anno ad essere pronto per quella data che si avvicina, e allora fai tutto in maniera perfetta e poi, alla fine… Non parti”.

“La cosa più pesante – prosegue – è che il rinvio si è prolungato fino a maggio. Noi, abituati a correre, correre, fare tutto di fretta cercando di evitare impegni per concentrarci esclusivamente sulla prestazione. Ci siamo ritrovati in una situazione completamente opposta. Ti manca fare delle cose, ed è pesante. Non pensi a riposare, ti viene solo da dire ‘vorrei andare lì, vorrei fare questo, vorrei, vorrei’… Ma questa è la realtà dei fatti e ci si adegua”.

"Per adesso non guardo il calendario"

Dopo la cancellazione del round del Qatar della classe MotoGP e i tre GP successivi spostati tra ottobre e novembre (a questo link l’ultima versione del calendario 2020), si è formato un doppio trittico di gare consecutive: Tailandia-Giappone e Malesia, e Austin-Argentina e Valencia. Un vero e proprio tour de force che, inevitabilmente, deciderà le sorti del campionato. “Sarà molto pesante, ma tutto questo dipenderà dalla velocità che avremo in pista. Se sarà buona, in queste gare consecutive si potrà stravincere sugli altri, altrimenti si andrà ancora più in crisi rispetto a circostanze normali. Dipenderà dalla situazione in cui ci troveremo in quel momento della stagione: tecnicamente, il feeling con il team e con te stesso”.

“Però, sinceramente, in questo momento non guardo neanche il calendario. Lo farò quando si deciderà l’inizio del Mondiale MotoGP. Stanno cercando di fare di tutto, giustamente, ma si stanno chiudendo tutte le porte, quindi parlare di calendario, fare dei programmi o pensare a come andrà, non serve. Anche con Ducati stiamo aspettando di capire l’evoluzione della situazione, perché quello che è successo in Italia può succedere negli altri Paesi. Non si possono fare previsioni. È inutile mettersi a tavolino a pianificare. Quando ci diranno: ‘Si parte da questa pista, questo giorno’, allora si potranno iniziare a fare dei ragionamenti”.

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