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Il segreto dell’Italia del ciclismo: vince sempre gli Europei senza avere fuoriclasse

Sonny Colbrelli fa trionfare ancora l’Italia che nel ciclismo su strada è ancora una volta campioni d’Europa. A Trento Colbrelli ha battuto uno scatenato Remco Eevenepoel, in una corsa in cui ha dimostrato una forza e una resistenza fuori dal comune. L’Italia non ha un talento come Pogacar, o come Evenepoel, Bernal o van der Poel, ma riesce sempre a capire, condurre e vincere una corsa.
A cura di Jvan Sica
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Ancora Italia, ancora campioni d’Europa, ancora primi, questa volta su due ruote ed è ancora una volta una sorpresa. Sonny Colbrelli è cresciuto tanto in questi anni, è diventato campione italiano sul circuito romagnolo nel 2021 e in Italia, questa volta a Trento, è riuscito a vincere anche il campionato europeo, con una prova di resistenza, oltre che di tattica e forza, che lo fanno da oggi il riferimento numero uno del nostro ciclismo.

Abbiamo uno dei migliori cronoman contemporanei, Filippo Ganna, pochissimi veri uomini da corsa a tappe nel futuro prossimo, qualche uomo da tappa isolata che sa piazzare il colpo e da oggi in poi abbiamo Sonny Colbrelli, forse il ciclista su cui puntare forte nelle gare di un giorno nei prossimi anni.

Questo status Sonny se l’è conquistato anno per anno, metro per metro, diventando qualcosa di molto diverso rispetto al Colbrelli arrivato nel ciclismo dei grandi. All’inizio era un uomo da volate, potente, capace di lottare con i re della velocità ma mai batterli, perché lo spunto finale non è riuscito mai a metterlo. Per questo motivo e grazie ai consigli di tanti intorno a lui che lo hanno saputo consigliare, Sonny è cambiato nel fisico, dimagrendo di quattro chili, togliendo potenza pura, ma aggiungendovi capacità di resistenza. È cambiato poi nella testa, iniziando a immaginare, dopo alcune vittorie splendide come la Freccia del Brabante nel 2017 o due Coppe Bernocchi di fila, di poter insidiare i grandissimi specialisti delle corse di un giorno. A fargli credere possibile una sua riconversione in grande ciclista da colpi di un giorno, anche i tanti piazzamenti nelle corse del Nord.

Quello che è successo oggi con la vittoria ai Campionati europei casalinghi, non solo è il raggiungimento di un traguardo, ma soprattutto il raggiungimento della piena consapevolezza nei suoi mezzi e nelle sue possibilità. Perché Colbrelli non solo ha vinto un Europeo contro tutti che lo marcavano stretto, ma è riuscito a tenere la furia scatenata di Remco Evenepoel, che ha fatto fare la gara al Belgio, dichiarando così il suo stato di forma, e quando era il momento di partire è partito senza guardarsi indietro. Sono rimasti con lui il francese Benoît Cosnefroy e Colbrelli, il quale poi ha retto con tutto quello che aveva a una serie interminabili di scatti e soprattutto progressioni da parte di un ciclista che vince indistintamente cronometro e tappe in salita e che dominerà il ciclismo dei prossimi quindici anni.

Ha fatto di tutto Evenepoel per togliersi di dosso Colbrelli, ma non ci è riuscito, quasi stupendosi e arrabbiandosi molto per i pochi cambi che l’italiano gli dava. In volata poi Colbrelli ha dimostrato una scaltrezza e una qualità della sua esperienza ormai totale. Ha fatto una prima volata per prendere in testa l’ultima curva, perché sapeva che se Evenepoel avesse fatto gli ultimi metri a un’andatura forsennata avrebbe potuto vincere. Da quella posizione vantaggiosa, appena ha visto che il belga voleva scattare, è partito, vincendo nettamente:

Con lui vinciamo il quarto Europeo di fila, dopo le vittorie di Trentin, Viviani e Nizzolo e diciamo al mondo del ciclismo che ci siamo ancora. È anche un’ultima (anzi si spera penultima, ci sono i Mondiali a breve) spinta data alla sua reputazione e ai suoi anni da CT di Davide Cassani. Con lui al timone non abbiamo mai vinto un Mondiale, anche per alcune situazioni sfortunate in cui ci siamo ritrovati, ma le quattro vittorie ai Campionati europei (a cui aggiungere anche una vittoria di Davide Ballerini ai Giochi Europei) e una crescita di pistard anche per le gare su strada, hanno dato la possibilità di avere comunque un movimento molto buono in mancanza di talento generazionale.

Purtroppo in questo giro di giostra non ci sono capitati Pogacar, Bernal, Evenepoel, Van der Poel, Van Aert, talenti clamorosi che guideranno il ciclismo del futuro. Ma noi riusciamo ancora a capire una corsa, muoverla come piace a noi e a immaginare colpi di mano. Poi serve lo stato di forma del singolo, la sua capacità di resistere a un treno in corsa, come ha fatto oggi Colbrelli con Evenepoel, ma il fatto che la squadra italiana sia sempre lì è anche merito di chi li guida.

Il colpo è stato fatto, ora c’è da fare il colpaccio, in un posto molto meno adatto e accogliente, le Fiandre, in cui i belgi (e questo Evenepoel con il dente avvelenato fa davvero paura) vorranno fare sfracelli. Saranno tutti i migliori a Lovanio, il 26 settembre, per la gara più attesa dei Mondiali. Di sicuro ci saremo anche noi, magari non in prima fila, ma sempre pronti a dire la nostra in questa lunghissima estate italiana.

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