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Veretout al Marsiglia, la tifoseria non gradisce: rispunta una storia dal passato

Alla notizia del trasferimento del centrocampista dalla Roma al Marsiglia sui social è scoppiata la rabbia con l’hashtag #VeretoutNotWelcome: il motivo è legato ad una vicenda di natura personale, più volte smentita.
A cura di Alessio Pediglieri
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Non appena si è concretizzata la notizia dell'imminente trasferimento di Jordan Vertout dalla Roma all'Olympique Marsiglia, si è subito diffuso sui social un fortissimo astio nei confronti del centrocampista da parte dei tifosi del club francese. Nessun motivo riconducibile alle doti tecniche e alle qualità in campo ma una rabbia covata da tempo, legata ad una questione di qualche anno fa che i tifosi del Velodrome non hanno mai dimenticato.

#VeretoutNoWelcome è stato l'hashtag social con cui moltissimi tifosi francesi del Marsiglia hanno accolto la notizia di mercato che vedrà il centrocampista della Roma trasferirsi a titolo definitivo per una cifra che dovrebbe aggirarsi attorno agli 11 milioni più altri 4 di bonus divisi tra obiettivi personali con presenze, gol e assist e gli obiettivi di squadra. Una sommossa generale che ha invaso soprattutto i social, provando a far saltare una trattativa oramai ben avviata, in cui l'Olympique Marsiglia ha creduto sin dall'inizio e che il suo presidente, Pablo Longoria ha difeso pubblicamente.

Tanto da andare contro anche ai suoi stessi tifosi che hanno tentato di mettere il classico bastone in mezzo alle ruote degli ingranaggi di mercato, senza riuscirci. Il fastidio dei tifosi non è stato ignorato dal club francese, anzi, ma non ha frenato la trattativa: il presidente Pablo Longoria ha voluto prendere in mano la delicata situazione, sottolineando la ferrea volontà di concludere l'affare, al di là delle sentenze e dei tribunali popolari nei confronti del giocatore: "Serve maggior rispetto" ha detto il numero uno dell'OM.

In conferenza stampa, il presidente del Marsiglia non ha utilizzato mezzi termini, entrando direttamente nella questione: "Mi domando che cosa possano significare questi giudizi morali e popolari. Serve domandarsi quali siano i fatti o se si tratti di supposizioni, prima di decidere una eventuale colpevolezza. Faccio alcune domande: ‘È condannato?' Seconda domanda: ‘Che cosa ha fatto esattamente?' Siamo su supposizioni, giusto?" ha poi retoricamente chiesto davanti alle telecamere.

"Nella vita ovviamente bisogna avere etica e valori, ma questi giudizi popolari e tali rumori sono un riflesso della vita attuale, con l'influenza dei social – ha evidenziato Longoria – Mi chiedo se sia moralmente giusto o accettabile giudicare su delle supposizioni. Io penso solamente che bisogna avere una riflessione generale e rispettare le persone". Una presa di posizione intransigente che si è posta di traverso di fronte alle tantissime – e a volte pesanti – accuse arrivate via social a Jordan Vertout sui social.

"Questa è una storia malsana che infastidisce, avrei preferito che l'OM non ingaggiasse Veretout" ha scritto un tifoso, subito seguito da altri commenti: "Sono molto deluso di Longoria, spero che la forza dei tifosi porti a far sì che Vertout non firmi". E ancora: "Ieri, oggi e domani, vaff…. Sarà ben fischiato da tutti noi allo stadio". "L'OM siamo noi" hanno scritto altri, fino alle accuse più feroci e sommarie di pedofilia.

Ma da dove nasce tanto livore nei confronti del giocatore che vestirà la maglia dell'Olympique? La rabbia nei confronti del francese ha origini ben radicate e che nulla hanno a che vedere con vicende calcistiche. Infatti anni fa, Veretout pagò le spese legali di supporto al padre della moglie Sabrina, che venne condannato a due anni di carcere per violenze sessuali su una delle sue figlie. Una notizia riportata da diversi media francesi e che fece scalpore Oltralpe, poi smentita a più riprese dalla compagna del calciatore francese. Fatto ovviamente su cui hanno sorvolato i tifosi che sui social, oggi, si sono trasformati in un tribunale popolare sommario.

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