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Thuram: “Razzisti non si nasce, lo si diventa. La politica fomenta l’odio”

L’ex difensore campione del mondo con la Francia, è tornato a Parma nelle vesti di ambasciatore dell’Unicef nella lotta contro il razzismo. Un fenomeno purtroppo molto attuale anche in Italia, come confermato dall’ultimo caso legato ai cori per Balotelli in Verona-Brescia. Thuram ha parlato dei beceri episodi di discriminazione, facendo il punto anche sulle possibili soluzioni, con la politica che deve giocare in questo un ruolo importante.
A cura di Marco Beltrami
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Lilian Thuram anche davanti ai microfoni ha mantenuto quella decisione e "puntualità" che gli hanno permesso di diventare uno dei difensori più forti del calcio moderno. L'ex difensore campione del mondo con la Francia, è tornato a Parma (dove ha giocato dal 1996 al 2002 e dove è nato suo figlio Marcus giustiziere della Roma nell'ultimo match di Europa League) nelle vesti di ambasciatore dell'Unicef nella lotta contro il razzismo. Un fenomeno purtroppo molto attuale anche in Italia, come confermato dall'ultimo caso legato ai cori per Balotelli in Verona-Brescia. Thuram agli studenti dell'Ipsia ha parlato dei beceri episodi di discriminazione, facendo il punto anche sulle possibili soluzioni, con la politica che deve giocare in questo un ruolo importante.

Thuram torna a Parma per parlare del razzismo nel calcio

Ospite del presidente del Parma Pietro Pizzarotti e della fondazione filantropica della sua famiglia, Thuram ha parlato ai giovani studenti della città emiliana del tema del razzismo, partendo dall'importanza del denunciare tutti i fenomeni discriminatori. Queste le sue parole riportate da Parmatoday.it: "Credo che l’importante è che ci siano persone di buona volontà, credo che sia molto importante che ognuno di noi deve capire che bisogna denunciare la problematica del razzismo. Molti guardano e nessuno dice niente. Quando sei in uno stadio c’è sempre una minoranza che fa qualcosa di sbagliato e tocca a noi denunciare. Non è normale quello che è successo a Balotelli, neanche quello quello che è successo a un bambino di colore di dieci anni. Non si possono accettare cose del genere. Bisogna spiegare a chi sta zitto che sta aiutando qualcuno a fare qualcosa di sbagliato".

Razzista non si nasce, lo si diventa. Thuram punta il dito contro la politica

A detta di Thuram, "non si nasce razzisti ma lo si diventa". Quello della discriminazione per l'ex campione francese è un problema anche e soprattutto politico: "In Italia si utilizza ancora il termine multirazziale, ma non è corretto, non credo sia il termine giusto. E’ difficile dire se l’Italia è razzista o meno. Credo che bisogna discutere di queste cose, è importante iniziare a parlarne, in Italia magari c’è gente che sta dicendo che adesso si è arrivati a oltrepassare il limite. Non si nasce razzisti, ma si diventa. Credo che questo sia un problema politico e più lo si porta in piazza, più sembra normale. In Italia ci sono politici che fomentano l’odio. Tante volte si dimentica la storia, anche in Francia hanno perso la vita gli italiani perché erano stranieri".

Thuram e l'appello ai giocatori bianchi

Fondamentale per mettere fine a questa piaga una presa di posizione di tutti, anche da parte dei giocatori bianchi che non devono più tacere: "Bisogna dire basta. Quando c’erano problemi di razzismo in Italia venivano da me i giornalisti a chiedere il da farsi. Devono essere i giocatori bianchi a dire basta. Tante volte c’è il silenzio e questo silenzio vuol dire tanto. Bisogna dire tranquillamente che questa cosa non si può fare, che bisogna avere rispetto per la gente. Ci sono allenatori che dicono che non hanno sentito niente, tante volte la gente dice che non è razzista, ma cosa si fa contro il razzismo nel concreto? E’ pericoloso questo tipo di comportamento. Bisogna denunciare. Anche i bambini di dieci anni finiscono per insultarsi e per divergere sul colore della pelle. Io credo che questo non sia bello. Bisogna trovare la soluzione".

Le soluzioni di Thuram contro il fenomeno del razzismo negli stadi

In conclusione inevitabile una battuta sulle possibili soluzioni con Thuram che chiede provvedimenti drastici, anche a costo di rinunciare al business: "Io credo che sia molto ipocrita di chiedere alla gente che soffre di trovare la soluzione, bisogna smettere di accettare questo. Sono favorevole alla sospensione della partita, così puoi riflettere e se tu cominci a sospendere le partite la società comincia a prendere posizione. Ma diciamo la verità: c'è gente che pensa al business, e questo pare più importante che combattere il razzismo".

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