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“Siamo una delle rivali”, cosa è diventata la Juventus di Pirlo dopo 9 anni di scudetti

Chi avrebbe mai immaginato che la Juventus potesse essere “un po’ nervosa” nell’approccio al match contro l’ultima in classifica, staccata di oltre 30 punti rispetto ai bianconeri e con la difesa peggiore del torneo? Le parole di Pirlo confermano tutte le difficoltà di una squadra alla ricerca della propria identità avendo smarrito certezza e solidità tattica.
A cura di Maurizio De Santis
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"Siamo una delle rivali". La vittoria con il Crotone nel posticipo di campionato ha permesso alla Juventus – che deve ancora recuperare la partita col Napoli – di salire al terzo posto in classifica. Strano, ma vero. Dopo 9 anni di dominio assoluto in campionato, l'ammissione fatta da Andrea Pirlo è l'amara realtà di una squadra che nel giro di due stagioni (e due rivoluzioni in panchina consecutive) è scivolata nelle retrovie, costretta a lottare anzitutto per un posto di Champions. Quanto sia dura inseguire, giocando con la pressione addosso di fare risultato a tutti i costi, lo si può leggere nelle parole del tecnico a margine del match con i calabresi. Anche in questo caso, certi concetti non sono da grande squadra ma da comprimaria. Esattamente quel che è diventata la ‘vecchia signora'.

Nella parte iniziale dell'incontro eravamo un po' nervosi – ha affermato Pirlo nelle interviste del dopo gara -. Le ultime due sconfitte forse ci avevano tolto un po' di lucidità -. La doppietta di Cristiano Ronaldo ci ha dato tranquillità e consentito di gestire nel migliore dei modi l'incontro.

Chi avrebbe mai immaginato che la Juventus potesse essere "un po' nervosa" nell'approccio al match contro l'ultima in classifica, staccata di oltre 30 punti rispetto ai bianconeri e con la difesa peggiore del torneo? Quel che s'è visto e viene espresso dall'allenatore traccia i contorni di quanto sia (ancora) difficile la situazione e quanta fatica faccia rispetto al passato.

L'inizio della sfida con il Crotone è stato un po' frenetico e abbiamo commesso tanti errori, ma alla fine l'importante sono i tre punti – ha aggiunto Pirlo -.

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Le assenze per infortunio o per Covid? Un'attenuante generica che ha riguardato buona parte delle squadre ma non basta a giustificare una mancanza d'identità tale da richiamare reminiscenze ‘allegriane' (se ne compiacque proprio Pirlo). Il pragmatismo del risultato del tecnico livornese poggiava su basi tattiche solide e una compattezza in campo oggi solo un lontano ricordo.

Noi l'anti-Inter? Loro hanno tante avversarie che li inseguono, noi sicuramente siamo in questo gruppo.

Sono 8 i punti di distacco dall'Inter capolista, altro particolare impensabile a inizio stagione. Un divario che spinge Pirlo a volare basso anche in previsione della Champions League (altra nota dolente, che vede i bianconeri costretti alla rimonta dopo il tonfo di Oporto) che sottrarrà ulteriori energie preziose. Dal campo alla panchina la prospettiva cambia e con essa anche il livello di responsabilità

Dieci anni fa pensavo a giocare e a farlo da calciatore – ha aggiunto Pirlo -. Adesso l'obiettivo è sempre lo stesso… vincere ma devo farlo in un ruolo differente. Stare in campo è meglio e sicuramente molto più facile.

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