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Ronaldo-Coca Cola diventa un caso, la Uefa: “Rispettate gli obblighi con gli sponsor”

Il gesto di Cristiano Ronaldo che mette da parte le bottiglie di Coca Cola in conferenza ha dato il via a una serie di azioni simili da parte di altri calciatori. La Uefa è intervenuta per richiamare le nazionali degli Europei a rispettare gli obblighi con gli sponsor ricordando come “i ricavi sono fondamentali per il torneo e per il calcio europeo”.
A cura di Maurizio De Santis
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Rispetto per gli sponsor e per gli investimenti fatti a sostegno della manifestazione e del calcio europeo. La Uefa ha estratto il cartellino giallo e ammonito (metaforicamente) i calciatori che – a partire da Cristiano Ronaldo – hanno iniziato a rimuovere, girare, spostare le bottiglie delle bevande per – da contratto – devono essere sistemate sui tavoli delle conferenze stampa. Sono lì, messe a posta. Piazzate strategicamente nei pressi dei calciatori e degli allenatori perché il business funziona (anche) così. Lo stesso business che permette alle squadre di club di alimentare contratti importanti e onerosi, il grande carrozzone dello spettacolo itinerante che caratterizza questa edizione degli Europei.

Tutto è cominciato dalla smorfia e dal gesto di ribellione di CR7 alla vigilia dell'incontro del Portogallo contro l'Ungheria. Dall'alto dei suoi cinque Palloni d'Oro, della sua posizione di uomo brand che non deve chiedere mai, il campione lusitano ebbe un moto di stizza alla vista delle due confezioni di Coca Cola. Le mise in disparte e poi prese dell'acqua arringando i giornalisti: "Questo dovete bere, acqua".

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Il sasso nello stagno è stato gettato, il resto (da Pogba fino a Locatelli, sia pure con motivazioni differenti) è la diretta conseguenza – compreso il crollo in Borsa delle azioni della Coca Cola – di quell'atto di ribellione da parte dell'ex stella del Real Madrid. Non è solo questione salutista e di dieta ferrea, che non comprende – almeno nel suo caso – né cibo né bevande gassate, dolci e quant'altro collida con la sua tabella alimentare molto rigida. Né è materia di confessione religiosa: è il caso della birra per un calciatore di fede musulmana sul quale la Federazione nulla obietta. Cristiano Ronaldo sa quanto vale un marchio e, più ancora, quanto possa essere moltiplicato se in associazione alla notorietà del singolo atleta.

La Uefa, però, ha preso posizione considerata la piega presa dalla situazione da quando CR7 ha dato il via all'effetto domino. Il direttore del torneo Martin Kallen ha spiegato ad Ap News che la UEFA ha parlato direttamente alle 24 nazionali di Euro 2021 chiarendo come "i ricavi degli sponsor sono fondamentali per il torneo e per il calcio europeo" e le regole stesse del torneo richiedano il rispetto degli obblighi con gli sponsor.

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