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Rabbiosa, delusa e abbandonata: la Roma chiede l’anticipo in vista di Tirana, la Lega non risponde

Tra polemiche arbitrali, l’incerta sfida in campionato per la qualificazione in Europa League e la finale di Conference League, la Roma rischia di vivere un finale di stagione senza tutele.
A cura di Alessio Pediglieri
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Non è un finale di stagione come se lo sarebbero aspettato a Roma: polemiche feroci su conduzioni arbitrali e VAR, una lotta per la qualificazione in Zona Europa ancora in piena bagarre a 180 minuti dal termine, un calendario pressante che potrebbe compromettere anche la finale di Conference League. Tutto gira contro la Capitale e tra rabbia e delusioni sta crescendo anche un senso d'abbandono: subito dopo la conquista della partita di Tirana contro il Feyenoord che vale un trofeo e una stagione intera, la Roma aveva chiesto di poter anticipare la gara dell'ultima giornata di campionato, troppo a ridosso della trasferta. Ad oggi, la Lega Serie A non ha dato alcuna risposta ufficiale.

L'unica squadra che rappresenterà l'Italia nel panorama continentale avrebbe diritto ad una maggiore attenzione, la stessa che il club giallorosso ha rivendicato non avere avuto in campionato durante l'arco dell'intera stagione. L'ultimo episodio consumatosi a Firenze è stato semplicemente la cartina tornasole di una situazione divenuta insostenibile e il malcontento è cresciuto esponenzialmente col passare delle ore. Così come una sensazione di impotenza resa ancor più acuta dall'aver ricevuto ragione per le proteste sull'intervento di Banti al VAR.

I tanti episodi da campo potrebbero compromettere la posizione finale in classifica. Oltre a Firenze, in Capitale la lista è lunga: c'è da ricordare il mancato intervento del VAR in Roma-Salernitana, con Obi su Mkhitaryan (arbitro Volpi, Var Mazzoleni) o la direzione insufficiente di Di Bello in Napoli-Roma per lo scontro Meret-Zaniolo e la contestata mancata espulsione di Zanoli. Solo gli ultimi episodi di una serie inaccettabile, ancor più nel momento in cui l'AIA ammette l'errore di Banti. Non solo, però: ora a Roma oltre che danneggiati si sentono beffati per l'ultima richiesta che è rimasta ad oggi disattesa dalla Lega.

La richiesta era arrivata immediatamente dopo Fiorentina-Roma: si anticipi a venerdì la gara in trasferta a Torino contro i granata per l'ultima di campionato, oggi ancora in programma domenica 22 maggio alle 15:00, a soli tre giorni dalla finale di Tirana che vale un'intera stagione. Nessuna tutela particolare, unicamente un minimo di considerazione e rispetto nei confronti di una squadra che ha tenuto alti i colori italiani in Europa e che può giocarsi un titolo a distanza di 30 anni. Ma anche se lunedì dalla Capitale è partita la richiesta ufficiale, non è arrivata alcuna risposta: la Lega si riserverà il diritto di decidere solamente una volta conclusa la penultima giornata, per stabilire come organizzare il calendario del 38° turno.

Un'ultima giornata che si potrebbe sviluppare in tre tempi differenti: il venerdì chi si sfida ancora per l'Europa League (Roma, Atalanta, Fiorentina e Lazio), il sabato le squadre impegnate per la Zona salvezza (Genoa, Salernitana, Cagliari, Venezia, Spezia e Sampdoria), e domenica l'eventuale sfida scudetto a distanza tra Inter e Milan. "Seduta stante non si può decidere nulla" ha, però, sottolineato l'ad della Lega De Siervo: "C'è una regola ferrea della Serie A ed è che le gare con lo stesso obiettivo si giochino in contemporanea".

Molto probabilmente si verrà incontro alla richiesta giallorossa plasmando l'ultima giornata in più slot, ma si dovranno attendere i verdetti del 37° turno per capire come incastrarli. In una contemporaneità che è già diventata oggetto di discussioni e critiche per un calendario che si ostina a riservare partite decisive in orari differenti. Una volta, pur di garantire equità per salvaguardare l'integrità e la regolarità della competizione, veniva sospesa anche la storica trasmissione "Tutto il Calcio", per evitare che in panchina si portassero radioline su cui ascoltare i risultati dagli altri campi. Oggi nemmeno si risponde ad una domanda che appare più che lecita.

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