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Pogba ha scelto di non operarsi contro il parere dei medici: ma c’è il rischio di recidiva

Tutti i medici consultati da Paul Pogba gli avevano consigliato di operarsi per risolvere il problema al menisco, ma il francese ha deciso di testa sua. Con una persona che lo ha molto influenzato in tal senso: non lavora per la Juve.
A cura di Paolo Fiorenza
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Alla fine – dopo aver sentito parecchi pareri, dal primo negli Stati Uniti dov'era in tournée con la Juventus, a quello dello staff medico bianconero e infine quello del luminare francese Bertrand Cottet-Sonnery nel blitz di Lione di ieriPaul Pogba ha deciso di testa sua, come è diritto di ogni paziente, tra le tre opzioni che aveva per risolvere il problema al ginocchio destro: meniscectomia, sutura meniscale o terapia conservativa.

Ha scelto quest'ultima, quella che garantisce il ritorno in campo nel tempo più breve, con un occhio evidentemente ai Mondiali di fine anno, ma anche quella che dà meno certezze sul fatto che non si possano verificare recidive al menisco lesionato. Tutti i medici consultati gli avevano consigliato di operarsi, anche ieri Bertrand Cottet-Sonnery, optando per la meniscectomia, ovvero la rimozione in artroscopia della parte danneggiata del menisco. Era la soluzione ‘di mezzo' tra le altre due, con uno stop di 40-60 giorni (a seconda del frammento rotto) rispetto alle 5 settimane della terapia conservativa, un'assenza comunque molto minore dei 3-4 mesi che avrebbe comportato la sutura del menisco, con ritorno in campo nel 2023 e Mondiali ovviamente persi.

Paul Pogba in azione nell'amichevole contro il Chivas del 23 luglio
Paul Pogba in azione nell'amichevole contro il Chivas del 23 luglio

Quest'ultimo intervento era peraltro risolutivo in maniera più certa nel lungo periodo, visto che anche la meniscectomia può comportare il rischio che il dolore si ripresenti in futuro. Rischio di recidiva che è ancora maggiore con la terapia conservativa: in quel caso sarebbe comunque poi necessario l'intervento. Pogba in ogni caso non ha voluto saperne di andare sotto i ferri, svela il Corriere della Sera, affidandosi al parere del fidatissimo – e ascoltatissimo – fisioterapista personale, che segue il 29enne centrocampista da tempo.

È con lui che ha dunque iniziato la terapia conservativa, che prevede le prime tre settimane di fisioterapia, esercizi e piscina e le due successive di allenamenti differenziati in campo. Una scommessa cui la Juventus – che pure avrebbe preferito l'intervento – non si è opposta, prendendone atto e facendo tutti gli scongiuri del caso affinché poi il dolore non torni a manifestarsi. A quel punto, con l'operazione obbligata, la stagione di Pogba sarebbe decisamente a rischio, con conseguenze a cascata sulle ambizioni bianconere. Qualora auspicabilmente tutto vada per il meglio, il francese potrebbe rientrare a metà settembre: il calendario di Serie A prevede per la Juve i match con la Salernitana l'11 e col Monza il 18, mentre il 2 ottobre c'è il Bologna.

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