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Pirlo: “Vogliamo la Champions sul campo”. Ma la Juve rischia di perderla lo stesso

La Uefa ha annunciato punizioni più severe nei confronti delle tre società (Juventus, Barcellona e Real Madrid) che non hanno abbandonato il progetto Superlega. Rischiano l’esclusione dalle Coppe e sanzioni anche nei rispettivi campionati. Pirlo serra i ranghi alla vigilia della sfida col Milan: “Quello che succede fuori dal rettangolo verde non ci deve interessare”.
A cura di Maurizio De Santis
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Conquistare la Champions sul campo. Giocare senza lasciarsi distrarre dal rombo dei tuoni e dal temporale all'orizzonte. Andrea Pirlo scandisce questa frase con la flemma che lo contraddistingue da sempre. Intorno a lui il mondo (calcistico) è in subbuglio ma lui, per inclinazione caratteriale e per dovere di capitano in mezzo alla tempesta, prova a tenere saldo il timone. Dinanzi a sé c'è l'iceberg della Uefa, un colosso in mezzo al mare delle ambizioni dei bianconeri. Un colosso contro il quale la Juventus (assieme al Barcellona e al Real Madrid) è andato già a sbattere imbarcando acqua. La Federazione continentale ha annunciato che nei suoi confronti (come per le spagnole) non ci saranno sconti di pena né trattative diplomatiche che possano emendare la ‘colpa' di aver tentato lo strappo della Superlega.

Noi continuiamo a essere concentrati sul campo per andare alla ricerca di un posto in Champions –  le parole di Pirlo in occasione della conferenza stampa prima della partita di campionato col Milan -.

Nove le società che hanno cosparso il capo di cenere e chiesto perdono: sono tornate all'ovile a testa bassa, ricevendo una ramanzina e un ceffone per punizione ma hanno evitato il peggio. E il peggio – esclusione dalle Coppe per due anni e/o, addirittura, di riflesso anche sui rispettivi campionati – deve ancora venire per i tre club rimasti coerenti con la scelta iniziale e decisi anche allo scontro legale pur di non recedere dalle loro convinzioni.

Opzioni sostenute con forza perché – dicono – questo modello di calcio non è più sostenibile e servono nuovi format per rendere lo spettacolo calcio più appetibile e ricco. Peccato che a inficiarlo sia stato un fattore semplice semplice: hanno fatto male i conti o, peggio, si sono ritrovati con conti aggravati dalla contrazione dei ricavi sviluppatasi in seguito alla pandemia e adesso vanno a caccia di soldi (tanti soldi) per risolvere i problemi in breve tempo, senza ridimensionare i loro orizzonti.

Quello che succede fuori dal rettangolo verde non ci deve interessare – è l'altro concetto espresso dal tecnico biaconero -.

È il secondo concetto cui fa ricorso Pirlo. Vi fa ricorso per serrare i ranghi e provare a reggere l'urto in questa fase così delicata della stagione. La vittoria del Napoli a La Spezia e lo scontro diretto con il Milan rendono la classifica di Serie A come un gorgo nel quale la Juventus (o chi tra azzurri, Atalanta e rossoneri commetteranno errori) rischia di essere risucchiata. Bere o affogare, restando aggrappati alla scialuppa. Tra i marosi della Uefa.

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