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Pelé era finito in rovina, poi la rinascita economica: patrimonio da 100 milioni per gli eredi

L’eredità di Pelé è importante, nonostante la crisi del 1974 quando finì sul lastrico. Ecco la lista dei possibili eredi.
A cura di Marco Beltrami
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La famiglia di Pele al suo capezzale
La famiglia di Pele al suo capezzale

Pelé è stato, è e sarà il calcio. Il leggendario campione brasiliano morto all'età di 82 anni ha lasciato un segno indelebile nel mondo del pallone. Un'eredità enorme costruita in campo con le sue eccezionali prestazioni e poi fuori, con la sua lunghissima attività di ambasciatore dello sport più bello del mondo. A proposito di eredità, Edson Arantes do Nascimento nato e cresciuto in condizioni di estrema povertà è stato capace, nonostante i momenti difficili di mettere da parte un patrimonio notevole, che resterà ora nella disponibilità di coloro i quali saranno riconosciuti come eredi.

Quel ragazzino costretto a giocare scalzo sostituendo il pallone con oggetti o addirittura frutti e a racimolare soldi facendo lavori umili sin da piccolo, è riuscito ad affermarsi anche a livello economico sfruttando la sua passione sconfinata per il calcio. Le sue doti che lo hanno portato a vincere tre Mondiali, gli hanno permesso di giovare di contratti sempre più importanti, anche se poi a conti fatti i maggiori introiti sono arrivati dalla pubblicità sia durante che soprattutto dopo la conclusione della sua carriera da calciatore.

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Le cose non sono andate sempre per il verso giusto visto che stando alle indiscrezioni dell'epoca Pelé dovette fare i conti anche con nuove difficoltà economiche dopo il primo ritiro, al termine della sua esperienza nel Santos. Nel 1974 a quanto pare, la stella brasiliana pagò dazio ad una serie di investimenti imprenditoriali sbagliati, con le banche che gli sequestrarono 41 proprietà, a seguito del fallimento di sei società. Inevitabile a quel punto il pensare ad un ritorno in campo con i New York Cosmos che avevano preparato per lui un contratto faraonico.

2.8 milioni di dollari sul piatto per quello che all'epoca era lo stipendio più alto della storia per un calciatore. Nonostante gli otto mesi di stop, il bomber verdeoro a 34 anni brillò anche oltreoceano, con 15 gol e 19 assist in 24 partite. Un rendimento che gli tornò utile anche per accrescere ulteriormente la sua già notevole popolarità negli States.

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Da quel momento in poi le cose per Pelé sono andate molto meglio dal punto di vista finanziario, e la stella della Seleçao ha saputo come accrescere il suo patrimonio. La sua principale fonte d'introito è stato il suo status di icona: lui uno dei primi sportivi a valorizzare al massimo la propria immagine (sbarcando anche a Hollywood con il memorabile film Fuga per la vittoria). Diversi gli investimenti immobiliari, con uno dei principali legato all'acquisto di una casa a New York per 156.000 dollari nel 1979, rivenduta poi nel 2018 a 2,85 milioni di dollari. Secondo un sito specializzato, il suo patrimonio complessivo è del valore di 100 milioni di dollari, ovvero 94 milioni di euro.

L'ultimo saluto dei figli a Pelé
L'ultimo saluto dei figli a Pelé

Cosa accadrà ora alla sua eredità? La famiglia di O Rei è composta dalla dalla terza moglie Marcia Aoki sposata nel 2016. In precedenza il leggendario campione è stato legato sentimentalmente a Rosemeri Cholbi e Assiria Seixas Lemos. Dalla prima compagna ha avuto due figlie Kelly Cristina e Jennifer e un figlio, Edinho che ha provato senza fortuna a seguirne le orme nel mondo del pallone, finendo al centro anche di una brutta storia con la condanna per riciclaggio di denaro e associazione con traffico di stupefacenti e il carcere per sei mesi.

Dal suo secondo matrimonio sono nati invece due gemelli Joshua e Celeste, mentre un'altra figlia è arrivata dalla relazione con la giornalista Lenita Kurtz. Sei dunque i figli riconosciuti. Nel corso degli anni '90 l'ex calciatore ha avuto una relazione parallela con Anizia Machado e da quel legame è nata Sandra Machado, morta nel 2006 per un problema di salute con Pelé che ne aveva negato la paternità tra il 1991 e il 1993, fino alla smentita arrivata dai test del DNA.

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