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Il Milan batte un modesto Sparta Praga (3-0). Ibra nota stonata, sbaglia un rigore

Il Milan vince anche la seconda partita del girone di Europa League. Sparta Praga battuto nettamente, i rossoneri mantengono sempre il controllo del match e affondano i colpi con Brahim Diaz, Leao e Dalot (autori delle tre reti che hanno deciso la gara). All’appello manca Ibrahimovic, calcia il rigore sulla traversa.
A cura di Maurizio De Santis
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Il Milan batte per 3-0 e va in fuga in testa al girone di Europa League. Primo posto in cassaforte, potrà blindarlo nel prossimo turno (5 novembre) quando affronterà il Lille. Le note liete non mancano al netto di un avversario di calibro notevolmente inferiore. Segna Brahim Diaz. Ibrahimovic sbaglia un calcio di rigore (il terzo sugli ultimi cinque calciati). Leao e Dalot si coprono di gloria nella serata di Coppa, Bennacer si fa apprezzare per la qualità e quatità: il primo ribadisce di essere cresciuto di tono, il secondo gioca una gara di buon livello sulla corsia mancino, quanto all'ex Empoli fa capire che non è solo corsa. Il ‘lato a' della prestazione del Milan contro uno Sparta Praga che è davvero poca cosa (nel primo tempo non fa nemmeno un tiro in porta) è rappresentato dallo spagnolo (e dai compagni portoghesi) che si conferma il migliore investimento da mettere in agenda per la prossima estate.

La diplomazia e il carisma di Paolo Maldini hanno fatto sì che in rossonero arrivasse con la formula del prestito secco, perché il bilancio non permetteva condizioni differenti, ma a fine stagione servirà mettere del cash sul piatto dei blancos per convincerli a lasciar partire il trequartista entrato in simbiosi con lo svedese. Perché tenerlo? Ha qualità, è giovane e i numeri – che qualcosa pure significano – sono dalla sua parte. Quelli contro lo Sparta ne tracciano un quadro positivo per contrasti a terra vinti, dribbling tentati/riusciti e una pulizia nei passaggi che sfiora la perfezione (93%).

Sarà che il nome dell'uno è contenuto nell'altro ma il gioco di parole serve a chiarire come l'intesa tra i due sia praticamente perfetta: Ibra gli fa spazio e gli serve un assist al bacio, lui lo capitalizza e lo trasforma in gol. Il ‘lato b' della prova del ‘diavolo' è l'errore commesso dal dischetto da Zlatan, che sarà pure un dio del pallone ma gli capita di fare errori da umano. Tre su cinque tiri dal dischetto, percentuale tutt'altro che da bomber infallibile dagli undici metri. E se anche la fortuna si mette di traverso (o traversa) basta dare un'occhiata all'espressione dello svedese per capire come abbia preso la cosa…

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Però Ibra e Ibra e anche se gioca appena 45 minuti e tocca 22 palloni gli sono sufficienti per trasformarli in oro almeno in due occasioni (i passaggi chiave effettuati) e in una grande opportunità creata. Per il resto i 4 duelli aerei vinti su 4 e una precisione dei passaggi pari all'87% (13/15) raccontano che – anche senza fare troppi sforzi – lo svedese lascia sempre il segno lì davanti.

Nella ripresa Pioli gli concede un po' di riposo, lo toglie dal campo e inserisce al suo posto Leao che sta attraversando un buon momento di forma come messo in evidenza anche in occasione della sfida di campionato con la Roma. Non brilla particolarmente e manca di poco la rete del raddoppio. La segnerà poco dopo mettendo anche la propria firma in calce alla vittoria. Si adegua al secondo tempo al piccolo trotto ma fa quel che deve. Responso positivo anche per Dalot: corsa e la soddisfazione del gol. Può bastare per ora.

Bella la prova anche di Bennacer: serve due palle lunghe che scandiscono due gol di buona fattura. Com'è andato Tonali? Si cala nel ruolo di lotta e di governo in mediana: rientra e tampona, avanza e affonda il colpo, cuce il gioco alle spalle di Brahim. Niente di trascendentale ‘colpa' anche di uno Sparta Praga davvero modesto.

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