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McKennie l’ha fatta grossa, c’è il motivo della sospensione: beccato “nella sua stanza d’albergo”

Weston McKennie è stato spedito a casa dalla Nazionale statunitense dopo le “molteplici violazioni” dei protocolli anti Covid della squadra. Il centrocampista della Juventus si sarebbe reso protagonista di due serate inaccettabili per un professionista di alto livello. “Abbiamo preso questa decisione non solo per il breve termine, ma per la salute a lungo termine del programma”, ha spiegato il CT americano.
A cura di Paolo Fiorenza
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Weston McKennie ieri era già a Torino alla Continassa per mettersi nuovamente a disposizione di Massimiliano Allegri, mentre i suoi compagni della Nazionale statunitense si stanno preparando oltreoceano alla partita che li vedrà affrontare domani l'Honduras in un match valido per le qualificazioni mondiali. Gara dalla quale il 23enne centrocampista è stato escluso – così come accaduto per quella precedente contro il Canada – dopo essere stato sospeso in seguito alla violazione dei protocolli anti Covid. Anzi alle "molteplici violazioni", come svelato a ESPN da fonti interne alla Federcalcio stelle e strisce.

Le leggerezze – a dire poco – di McKennie sarebbero molti gravi, secondo quanto riferito dalle medesime fonti al network americano: il giocatore che la Juve un anno fa ha prelevato dallo Schalke è stato spedito a casa per aver trascorso una notte fuori dalla bolla della squadra a Nashville, nel Tennessee, oltre ad aver portato una persona non autorizzata nella sua stanza d'albergo – sempre nella bolla anti Covid – in un'altra sera. Chiaramente entrambi i comportamenti hanno violato i protocolli di contenimento del virus della squadra statunitense.

Una condotta inaccettabile, tanto più alla luce del discorso fatto da McKennie dopo la prima partita del trittico, quella contro El Salvador pareggiata per 0-0 venerdì scorso. Il centrocampista aveva infatti detto ai compagni che doveva esserci più responsabilità all'interno della squadra, salvo poi dare lui per primo il cattivo esempio ed essere cacciato senza pensarci due volte dal CT Berhalter d'intesa con la Federcalcio americana. Il tecnico ha parlato di "violazione della politica della squadra", rifiutandosi di dare ulteriori dettagli, adesso svelati nella loro gravità da ESPN.

"Penso che quando si parla di politiche e ruoli del team e di ciò che stiamo cercando di realizzare come squadra, il team viene assolutamente prima di tutto – ha detto BerhalterAbbiamo preso questa decisione non solo per il breve termine, ma per la salute a lungo termine del programma. Non è una decisione facile, fidatevi di me. Tanti allenatori si trovano di fronte a decisioni in cui devono eliminare giocatori di talento dalla formazione per un motivo o per l'altro, ma lo abbiamo fatto per quello che pensiamo sia il bene del gruppo e il bene della squadra".

Se McKennie vuole avere il futuro calcistico che molti pronosticano per lui, farà bene a cambiare registro, sia in Nazionale che alla Juventus, dopo che già si era reso protagonista della festa non autorizzata a casa sua con Dybala e Arthur nello scorso aprile. Tra qualche anno potrebbe pentirsi dei suoi comportamenti fuori dal campo.

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