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Marcus Thuram mette un like a Calhanoglu, che aveva risposto a Lautaro: l’Inter è una polveriera

Dopo Inter-Fluminense Lautaro è stato durissimo, nel mirino aveva Calhanoglu, come svelato da Marotta. Il turco ha risposto al capitano sui social e quel post ha ricevuto migliaia di like, compreso quello di Marcus Thuram.
A cura di Alessio Morra
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All'Inter è arrivato il momento del regolamento dei conti. La stagione dei nerazzurri si è conclusa con la sconfitta subita dal Fluminense nel Mondiale per Club, un ko che chiude un'annata con ‘zero tituli'. Dopo la partita è intervenuto a gamba tesissima Lautaro Martinez, il capitano, che ha usato parole dure: "Ho visto cose che non mi sono piaciute, chi non vuole restare deve andare via". Parole indirizzate a Calhanoglu, che ha risposto a distanza. La risposta social del turco ha fatto incetta di like, pure da parte di compagni di squadra, incluso Marcus Thuram.

Il mi piace di Thuram al post di Calhanoglu che risponde a Lautaro

A Lautaro naturalmente ha risposto Calhanoglu, che sui social ha scritto: "Rispetto ogni opinione, anche quella di un compagno, anche quella del presidente. Ma il rispetto non può essere a senso unico. L'ho sempre dimostrato, dentro e fuori dal campo. Non ho mai detto di non essere felice all'Inter. Amo questo club. E amo questi colori. Il futuro? Lo vedremo. Ma la storia ricorderà sempre chi è rimasto in piedi. Non chi ha alzato di più la voce".

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Al post del centrocampista turco sono arrivati una vagonata di like, tra questi anche quelli di Arnautovic, che dall'1 luglio non è più un calciatore dell'Inter ed è un grande amico di Calha, e soprattutto quello di Marcus Thuram. E questo ‘mi piace' si è notato e dà vita a una serie di diramazioni, con una ridda di voci che porta ovunque e che rende più complicata la gestione dello spogliatoio da parte di Chivu. E un mi piace lo ha messo anche Gaia Lucariello, la moglie di Simone Inzaghi.

Lautaro: "Chi non vuole restare deve andare via"

Per chi ha qualche annetto sulle spalle sembra un ritorno al passato. Perché prima capitava più spesso che anche pubblicamente compagni di squadra si mandavano messaggi piuttosto diretti. Lautaro, dopo lo 0-2 incassato dai brasiliani, guidati da Renato Portaluppi, ha detto: "Qui bisogna aver voglia di restare, stiamo lottando per degli obiettivi: chi non vuole restare, deve andare via. Ho visto tante cose che non mi sono piaciute: come capitano, io voglio lottare per obiettivi e siamo una squadra importante. Abbiamo vinto e voglio continuare così: chi vuole restare, può restare mentre chi non vuole restare, arrivederci".

Il messaggio era per Calhanoglu

Il destinatario di quel messaggio era Calhanoglu, il nome lo ha fatto il presidente Marotta che poco dopo ha dichiarato: "L'intervento a caldo di Lautaro è emozionante e significativo del ruolo di capitano. Deve motivare e far perseguire il senso d'appartenenza. Quando un giocatore manifesterà di voler andare via, troverà la porta spalancata. Questo discorso, lo dico io, è riferito a Calhanoglu. Ma non mettiamogli la croce addosso".

Il centrocampista risponde: "Non ho mai tradito questa maglia"

Tirato in ballo Calhanoglu ha risposto, ha ricordato il suo percorso, l'infortunio subito nella finale di Monaco e il viaggio negli Stati Uniti. Poi la diagnosi: strappo muscolare, che lo ha portato al ritorno a casa. Poi la risposta che è un attacco forte a Lautaro: "Rispetto ogni opinione – anche quella di un compagno, anche quella del presidente. Ma il rispetto non può essere a senso unico. L'ho sempre dimostrato, dentro e fuori dal campo. E credo che nel calcio, come nella vita, la vera forza stia proprio nel sapersi rispettare, soprattutto nei momenti più delicati. Non ho mai tradito questa maglia".

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Non ho mai detto di non essere felice all'Inter In passato ho ricevuto offerte – anche molto importanti. Ma ho scelto di restare. Perché so cosa rappresenta per me questa maglia. E pensavo che le mie scelte parlassero da sole. Ho avuto l'onore di essere il capitano della mia nazionale. E li ho imparato che il vero leader è quello che resta accanto ai suoi compagni, non quello che cerca un colpevole quando è più facile farlo. Amo questo sport. Amo questo club. E amo questi colori, per cui ogni giorno ho dato tutto. Il futuro? Lo vedremo. Ma la storia ricorderà sempre chi è rimasto in piedi. Non chi ha alzato di più la voce".

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