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Mancini dedica la vittoria a Paolo Mantovani e ai sampdoriani: “Un pezzo di questa coppa è loro”

Nella conferenza dopo la finale degli Europei vinta contro l’Inghilterra, il c.t. azzurro Roberto Mancini ha voluto dedicare il successo dell’Italia a una persona per lui speciale: “Un pezzo di questa coppa è di Paolo Mantovani, che era a Wembley con me trent’anni fa, quando perdemmo la finale con il Barcellona”. Il Mancio si riferisce al presidente della Sampdoria, con il quale aveva un rapporto strettissimo, e alla finale di Coppa dei Campioni persa dai blucerchiati nel 1992, scegliendo di spendere due parole anche per i tifosi: “Voglio dedicarla anche ai sampdoriani, che quel giorno soffrirono”.
A cura di Valerio Albertini
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Roberto Mancini è appena diventato campione d'Europa, portando l'Italia sul tetto del continente 53 anni dopo l'ultima volta. Il suo percorso, che l'ha portato ad essere il commissario tecnico della Nazionale, è stato lungo e non sempre facile. Da calciatore ha potuto assaporare molte gioie, ma anche qualche delusione, tra cui la più grande arrivata proprio nello stadio in cui, ieri sera, si è tolto la soddisfazione maggiore da allenatore. 29 anni fa, a Wembley, Mancini perdeva da capitano della Sampdoria la finale di Coppa dei Campioni contro il Barcellona, risolta da un gol di Ronald Koeman nei supplementari. Intervenuto in conferenza stampa nella notte, il Mancio ha chiuso un cerchio e, nel farlo, ha voluto dedicare questo suo successo a un uomo in particolare, al quale è stato legatissimo:

Questa vittoria è di tutti gli italiani, sia quelli all'estero sia quelli che vivono nel nostro Paese, ma un pezzo di questa coppa la voglio dedicare a Paolo Mantovani, che era qua con me trent'anni fa, quando perdemmo la finale con il Barcellona. Voglio dedicarla anche ai sampdoriani, che quel giorno soffrirono. Credo che questa coppa, che racchiude tutti gli italiani, in parte sia soprattutto loro.

Le parole di Mancini testimoniano come il c.t. azzurro sia legatissimo ai colori blucerchiati e a quello che ne è stato il rappresentante per ben quattordici anni, ovvero Paolo Mantovani, presidente della Sampdoria dal 1979 fino alla sua morte, avvenuta nel 1993. È stato lui ad innamorarsi perdutamente del Roberto calciatore e a portarlo a Genova nell'estate del 1982, pagandolo 4 miliardi di lire al Bologna. Tra i due è amore a prima vista e il Mancio diventa rapidamente il simbolo della Samp, che contribuisce a portare sul tetto d'Italia nel 1991. Allo scudetto vanno aggiunte quattro Coppe Italia, una Supercoppa Italiana e una Coppa delle Coppe. Tanti successi, ma anche una grande delusione, quella del 20 maggio 1992, giorno in cui i blucerchiati sono andati a un passo dalla vittoria della Coppa dei Campioni.

La Sampdoria di Mantovani nella Nazionale di Mancini

Mancini non ha dimenticato quella serata né l'uomo che l'ha lanciato nel grande calcio, che ha voluto ricordare nel momento più alto della sua carriera da tecnico. Scontata non era nemmeno la dedica ai tifosi blucerchiati, con i quali spera di essersi messo in pari, tra la delusione di 29 anni fa e la gioia di ieri sera, seppur allargata all'Italia. Effettivamente, all'interno della Nazionale campione d'Europa, c'è moltissimo di quella Sampdoria di Mantovani, a partire da Gianluca Vialli, il cui abbraccio con il c.t. azzurro resta una delle fotografie più belle di Euro 2020. Proprio al suo grande amico, l'ex allenatore dell'Inter ha voluto dedicare un pensiero in conferenza: "Siamo amici da una vita. Vincere un Europeo che ci mancava dal '68, riportare la coppa in Italia, è incredibile. E poi ci siamo emozionati perché siamo anziani".

Mancini e Vialli erano i gemelli del gol della Samp e anche Gianluca era in campo in quella serata di Wembley contro il Barcellona, per l'ultima partita con la maglia blucerchiata, prima di trasferirsi alla Juventus. Titolare, quel giorno era anche Attilio Lombardo, attuale assistente del c.t., mentre sedeva in panchina il portiere Giulio Nuciari, oggi anche lui campione d'Europa, essendo all'interno dello staff azzurro. Non erano a Londra quella notte, ma hanno scritto pagine importanti della storia della Sampdoria, infine, anche Chicco Evani e Fausto Salsano. Mancini, dunque, ha voluto con sé gli amici di una vita, che con lui hanno condiviso la pagina più bella della sua carriera da calciatore, gli anni nella Sampdoria del presidente Paolo Mantovani, per cui il c.t. ha avuto un pensiero nel giorno più speciale.

Le parole sulla partita e su Donnarumma

Il selezionatore degli azzurri ha concesso una battuta anche sulle somiglianze tra la sua squadra e quella che, esattamente 39 anni prima, aveva portato a casa il Mondiale spagnolo, ricordando anche come la sorte gli abbia finalmente restituito da allenatore ciò che gli aveva tolto da calciatore con la maglia della Nazionale:

Ero tra i 40 pre-convocati per andare in Spagna nonostante fossi giovanissimo. Sono rimasto legato a Paolo Rossi e a quella squadra. Ho giocato in una grande Nazionale, in una grande Under 21, ma nonostante fossimo i migliori in assoluto, non sono riuscito a vincere. Abbiamo perso ai rigori entrambe le volte, la fortuna mi doveva qualcosa…

Mancini spende due parole anche per analizzare la partita contro l'Inghilterra, facendo un'investitura importante su Gigio Donnarumma:

La squadra ha giocato bene e ha meritato la vittoria. Il gol a freddo ci ha creato un po' di problemi nei primi 15 minuti, però poi abbiamo ripreso la partita in mano. È stato un dispiacere arrivare ai rigori e soffrire fino alla fine, avremmo meritato di chiuderla prima. Ero sicuro che Donnarumma avrebbe parato un paio di rigori, perché è il miglior portiere al mondo.

Nelle parole del c.t., oltre alla felicità, a dominare sono incredulità e stupore per il risultato raggiunto:

Abbiamo fatto qualcosa di cui non ci rendiamo conto. Siamo felicissimi per gli italiani, che se lo meritavano dopo un periodo difficilissimo. C'è l'emozione di vedere gioire i ragazzi, il pubblico e sapere quello che abbiamo creato soprattutto negli ultimi cinquanta giorni. Siamo stati bene insieme, non c'è mai stato un problema. Ho a disposizione dei ragazzi perbene, hanno creato qualcosa di indivisibile anche nel futuro, saranno sempre legati perché hanno un grande rispetto l'uno dell'altro.

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