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Le spese folli dell’ex calciatore in bancarotta: “Una volta ho comprato una villa ma non lo sapevo”

Da talento del calcio inglese a bad boy finito sul lastrico: Jermaine Pennant ha raccontato la sua vita spericolata tra soldi, auto di lusso, vacanze costose e investimenti sbagliati. Ma dietro la sua storia c’è una sofferenza patologica.
A cura di Maurizio De Santis
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Pennant ha raccontato la propria storia: ha sperperato milioni di euro fino alla bancarotta.
Pennant ha raccontato la propria storia: ha sperperato milioni di euro fino alla bancarotta.

Jermaine Pennant si trovava a Las Vegas, la città che non dorme mai, e in poche ore bruciò qualcosa come circa 30 mila euro in un bar. Beveva e offriva da bere ma "non sapevo nemmeno cosa i miei amici stessero ordinando". Accendeva mutui per acquistare immobili di cui non aveva conoscenza. Investiva molto e male. Gli arrivava una soffiata e ci cascava. Gomito alto e tasche bucate, poco alla volta ha dissipato la fortuna che s'era ritrovata tra le mani fino alla bancarotta: è stato dichiarato fallito per debiti pari a oltre 1 milione di euro, molti dei quali li aveva accumulati a sua insaputa.

E sì, perché la colpa di shopping compulsivo, investimenti sbagliati, acquisti di lusso e della voglia matta di vivere al di sopra delle proprie possibilità (nonostante l'agio di stipendi importanti) aveva una matrice patologica: gli è stato diagnosticato il disturbo da deficit di attenzione e iperattività e il disturbo da stress post-traumatico legato a traumi infantili.

In buona sostanza – ha spiegato il calciatore – non si rendeva conto di quello che faceva. Era così "distratto" da aver dimenticato perfino di essere proprietario di una casa. Oggi ha 39 anni, ha appeso le scarpette al chiodo e quando si gira vede dietro di sé quel ragazzo che era considerato un talento del calcio inglese ma ha mandato tutto alla malora. Vent'anni gli sembravano pochi poi s'è voltato a guardarli e non li ha più trovati.

Sono volati via troppo in fretta assieme alle occasioni bruciate per diventare un campione (all'Arsenal si accorsero che non aveva la testa giusta per restare su certi livelli) e alle sterline che gli frusciavano tra le mani. Maldive, Bahamas, Seychelles, Dubai e altre mete tanto ambite quanto costose hanno scandito le vacanze di lusso che si concedeva passando da una squadra all'altra. Nel suo garage ha avuto una Ferrari F430, una Aston Martin DB9, una Lamborghini, una Porsche GTS, diversi modelli di Range Rover e una Mercedes con la quale si schiantò contro un palo. Finì in galera per guida in stato di ebbrezza dopo essere stato sanzionato per infrazioni del genere.

Danzava all'inferno ma credeva di essere in paradiso. La vita e la carriera di Pennant sono state sempre così, una ridda di certe notti e di maglie indossate/svestite tra una stagione sì e l'altra pure. Quasi si perde conto a leggerle tutte: dal Notts County – dove tutto è cominciato – fino al ritiro dopo aver giocato col Billericay Town, nella settima divisione del calcio inglese; in mezzo ci sono stati la grande occasione dei Gunners, Watford, Birmingham, Leeds, Liverpool, Portsmouth, Real Saragozza, Stoke City, Wolverhampton, Pune City, Tampines Rovers, Wigna e Bury.

Un girotondo tale da barcollare e perdere l'equilibrio. E a cadere spinto da qualche ‘cattivo consigliere'. "Dal punto di vista finanziario era un analfabeta – le parole riportate dal tabloid The Sun -. Avrei potuto essere un miliardario, ho commesso tanti errori ma non sapevo come affrontare le cose e non pensavo alle conseguenze delle mie azioni. Sono cresciuto in una casa popolare e sono diventato un ‘bambino prodigio' quando avevo 15 anni. Non avevo davvero istruzione e non sapevo nulla di finanze e denaro. Mi hanno definito un bad boy ma in realtà ero solo un ragazzo insicuro che non sapeva cosa stava facendo".

Pennant fa un esempio che rende bene l'idea di come fosse così facile spillargli denaro. "Ho comprato case ma non ho mai parlato con un agente immobiliare e avevo mutui di cui non ero a conoscenza. Mi sono ritrovato a pagare lavori di ristrutturazione mai fatti, a sperperare tutti i miei soldi". Quanti? Pennant ci pensa un attimo e dice: "Credo 10 milioni di sterline (circa 11 milioni in euro)".

Nel 2018 c'è stato il crollo, quando il Fisco lo ha messo dinanzi alla dura realtà di cartelle esattoriali contenenti somme vertiginose da pagare. Tutto è cambiato e ha capito che quello intorno a sé era solo l'inferno camuffato nel migliore dei modi. Adesso l'ex calciatore è opinionista tv, ha recitato in qualche reality e s'è risollevato in un modo o nell'altro imparando la lezione. "Non è una situazione ideale andare in bancarotta, ma significa che posso ricostruire la mia vita e ricominciare da capo". E ai giovani calciatori dà un consiglio: "Assicurati di ricevere aiuto, buoni consigli e di essere circondato da persone giuste".

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