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Le prime parole di Dani Alves fuori dal carcere sono un messaggio forte e chiaro: “Sopravvivo a tutto”

Dani Alves non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione ai tanti giornalisti assiepati davanti al tribunale di Barcellona dove è obbligato a presentarsi per firmare. Poi, in esclusiva, ha rilasciato le sue prime dichiarazioni post carcere: “Ogni venerdì scendo in campo e basta, ovunque vado mi adatto”
A cura di Alessio Pediglieri
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Dani Alves si è presentato al Tribunale di Barcellona per l'obbligo di firma che è tra i doveri che deve ottemperare per poter proseguire  a restare fuori dal carcere e agli arresti domiciliari. Di fronte alla folla di TV e giornalisti non ha rilasciato alcuna dichiarazione, trincerandosi dietro ad un silenzio totale, poi interrotto solamente pranzando in uno dei suoi locali preferiti della città, con un messaggio diretto rivolto a chi lo considera un uomo distrutto.

Venerdì 5 aprile come tutti i prossimi venerdì, Dani Alves si è presentato al Tribunale di Barcellona come da accordi con il giudice per la libertà condizionata. Un obbligo che l'ex giocatore sapeva perfettamente essere l'occasione perfetta per dover affrontare e non evitare telecamere e microfoni che, di fatto, hanno riempito l'entrata con decine di giornalisti che hanno assediato ogni posto disponibile per strappare una sola parola da parte del brasiliano che, da quando ha lasciato il carcere, ha preferito evitare qualsiasi commento.

Bocca cucita con la stampa, ma una lunga chiacchierata con il proprio avvocato sia prima sia dopo aver firmato. Salito su un'auto, Dani Alves ha rivolto semplicemente qualche anonima occhiata ai tati microfoni e a chi gli chiedeva chi gli avesse pagato il milione di cauzione. Una domanda rimasta senza risposte e che ancora è oggetto di speculazioni con l'ipotesi che va per la maggiore secondo cui l'enorme somma sarebbe stata pagata a seguito di un accordo per rilasciare in esclusiva la propria storia giudiziaria, dal giorno dell'arresto al suo rilascio dietro cauzione.

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Ma se in pubblico il riserbo è stato assoluto non così quando Alves si è recato in uno dei ristoranti da sempre preferiti a Barcellona, il Mr. Poter, dove complice buoni piatti e cucina gradita, ha rilasciato al El Periódico de Catalunya, del gruppo Prensa Ibérica, quella che è di fatto la sua prima dichiarazione ufficiale da uomo libero. Poche parole, ma estremamente calibrate, rivolte nemmeno tanto indirettamente a tutti coloro che lo indicano come colpevole del reato di cui è stato condannato in primo grado.

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"La partita che devo giocare è in campo: è quello che devo fare. Ogni venerdì vado in campo e basta. Anche perché non ho molto altro da fare" ha risposto di fronte alla richiesta di raccontare le sue prime impressioni da uomo libero. Poi il silenzio sul suo anno e due mesi di carcere, periodo di cui non ha voluto rilasciare ulteriori dichiarazioni, essendo il processo ancora in corso e volendo evitare qualsiasi ulteriore passo falso. Parole ponderate e soppesate al millimetro: "Ora sto bene sono tranquillo" ha spiegato a El Periodico per poi lanciare la stilettata a chi lo credeva distrutto e in totale disarmo. "Ovunque vado mi adatto… sopravvivo a tutto perché per me non è il luogo che fa la persona ma il contrario: è sempre la persona che fa il luogo". Anche dietro le sbarre.

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