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Dani Alves esce dal carcere dopo 14 mesi: chi ha pagato il milione di cauzione per liberarlo

Dani Alves è finalmente un uomo libero: dopo il susseguirsi di voci sulla sua scarcerazione, puntualmente rimandata, nella mattinata di lunedì 25 marzo è stato notificato al tribunale di Barcellona il pagamento della cauzione da 1 milione. Resta comunque una domanda: come ha fatto a raccogliere l’enorme somma, avendo beni e conti correnti bloccati?
A cura di Alessio Pediglieri
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Dani Alves esce dal carcere, finalmente sarà un uomo libero dopo 14 mesi di detenzione nel penitenziario Brians di Barcellona e dopo una condanna in primo grado per violenza sessuale nei confronti di una giovane donna. La scarcerazione doveva avvenire già settimana scorsa, ma le difficoltà nel racimolare la cauzione decisa dal tribunale – un milione di euro – aveva messo in difficoltà l'ex giocatore brasiliano, rimandando gli arresti domiciliari fino a oggi lunedì 25 marzo, giorno in cui è stata pagata la somma richiesta. Ma resta ancora fitto il mistero su come l'ex calciatore sia riuscito a ottenerla.

Al momento non si sa chi abbia contribuito alla scarcerazione di Dani Alves che era dietro le sbarre dallo scorso gennaio 2023 e al quale ripetutamente il tribunale aveva sempre negato la libertà provvisoria. Il "pericolo di fuga" era stato considerato sempre troppo alto, in attesa del processo e di conoscere la sentenza del Tribunale di Barcellona. Quando, però, è arrivata la condanna in primo grado, per stupro con la sentenza a 4 mesi e mezzo, la difesa del brasiliano è tornata alla carica, richiedendo ancora l'uscita dal carcere per il proprio assistito, ottenendola dietro ad una cauzione "monstre" da un milione di euro.

Dani Alves in aula del Tribunale di Barcellona durante il processo in cui è stato condannato per stupro
Dani Alves in aula del Tribunale di Barcellona durante il processo in cui è stato condannato per stupro

Una cifra abnorme anche per lo stesso Alves, il cui patrimonio complessivo si aggirerebbe attorno ai 50 milioni di euro ma che sarebbe congelato proprio a causa del processo per violenza sessuale. Nessun accesso ai beni e ai conto correnti, con una chiusura tale che già nel recente passato, per pagare il risarcimento alla vittima da 150 mila euro, aveva dovuto fare appoggio al papà di Neymar, amico ed ex compagno di nazionale del Barcellona. Proprio l'entourage attorno a O'Ney sembrava il primo deputato a fornire anche il milione di cauzione ma, di fronte alle speculazioni e alle voci incontrollate, lo stesso genitore di Neymar se ne era tirato ufficialmente fuori, con un post sui social in cui confermava le proprie distanze dalla vicenda che ha spaccato il Brasile.

Chi ha pagato la cauzione da 1 milione per la cauzione di Dani Alves

Ma chi ha pagato la cauzione da un milione di euro? L'accettazione della richiesta di libertà vigilata – con obbligo di firma e ritiro di tutti i documenti per l'espatrio – era stata convalidata dal Tribunale lo scorso mercoledì 20 marzo. Da quel momento in avanti, si erano susseguite notizie di un immediato rilascio poi posticipato di giorno in giorno proprio per le difficoltà di racimolare la cauzione milionaria. Tra le tante voci anche quella di istituti finanziari pronti a mettere mano al denaro. L'altra opzione sul tavolo è che possa aver "sfruttato" a proprio vantaggio una serie di dichiarazioni pendenti con l'Agenzia delle Entrate che Dani Alves ha vinto. Il Ministero del Tesoro aveva emesso mercoledì stesso un ordine di eseguire il pagamento per un totale di 6,8 milioni di euro che sarebbero arrivati ​​sul conto corrente nel giro di pochi giorni. Ma al momento non vi sono certezze sulla provenienza della cifra, se non che è stata depositata.

Nella mattinata di lunedì 25 marzo, infatti, al Tribunale di Barcellona è stato notificato il pagamento della cauzione, ben prima del consueto termine delle 14:30 e, dopo le formalità, Dani Alves potrà lasciare la cella che è stata la sua casa per 14 mesi e far ritorno nella sua abitazione spagnola. Si dovrà presentare settimanalmente per obbligo di firma in Tribunale, gli sono stati già ritirati tutti i documenti utili per l'espatrio e sarà sottoposto a restrizioni nei confronti della vittima. Intanto la Procura e la pubblica accusa hanno subito richiesto per Dani Alves un aumento di pena, oltre ad essersi opposte alla libertà condizionata, impugnando la sentenza di 1° grado e richiedo 9 anni di carcere.

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