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Svelato chi ha pagato il milione di cauzione per liberare Dani Alves: non è un benefattore

Nessun benefattore, nessun amico, nessuna mano tesa a Dani Alves, ma una mera operazione commerciale dietro il versamento in tribunale della cauzione di un milione che ha consentito al calciatore brasiliano di godere della libertà provvisoria dopo 14 mesi di carcere e la condanna per stupro a 4 anni e 6 mesi.
A cura di Paolo Fiorenza
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Il mistero di chi ha pagato la cifra altissima che ha consentito a Dani Alves di uscire di prigione dopo 14 mesi, per godere della libertà provvisoria in attesa dell'ultimo grado di giudizio nel processo per stupro per il quale in primo grado è stato condannato a 4 anni e 6 mesi, è stato sciolto oggi con la rivelazione della mano che ha depositato in tribunale il milione fissato dal giudice. Non è la mano di una persona, ma di una rivista brasiliana che "lo avrebbe fatto in cambio di un reportage che sarebbe già in corso di realizzazione", ha svelato oggi il programma spagnolo ‘Fiesta' su Telecinco.

Dani Alves col suo avvocato nel giorno della scarcerazione
Dani Alves col suo avvocato nel giorno della scarcerazione

Erano state fatte diverse ipotesi circa chi avesse aiutato il 40enne calciatore, in un momento della sua vita in cui era stato scaricato da gran parte dell'opinione pubblica del Brasile, con tanto di duro comunicato della Federcalcio e di parole ancora più dure dell'ex compagno in nazionale Felipe Melo. Dopo i rumors che erano circolati, la famiglia di Neymar si era tirata fuori per bocca del padre, che aveva spiegato come la condanna di Alves avesse cambiato la prospettiva della vicenda e non rendesse più appoggiabile il giocatore per non rendersene in qualche modo complici da un punto di vista morale.

Del resto si trattava di una somma davvero enorme per essere elargita da una singola persona, come avevano evidenziato in maniera fin troppo chiara le difficoltà dell'entourage del calciatore ex Barcellona, Juve e PSG nel trovarla in pochi giorni. Alla fine a pagare il milione che ha ridato la libertà a Dani Alves – almeno per il momento, con ritiro del passaporto e obbligo di firma in tribunale ogni giovedì – sarebbe stata dunque un'importante rivista "molto conosciuta in Brasile, che fa grossi reportage su personaggi importanti del Brasile, ma anche a livello internazionale", e lo avrebbe fatto "in cambio di un reportage che sarebbe già in corso di realizzazione".

Dani Alves con la moglie Joana Sanz
Dani Alves con la moglie Joana Sanz

Nessun benefattore, nessun amico, nessuna mano tesa a Dani Alves, ma una mera operazione commerciale. Trattandosi di un bonifico internazionale, è stato questo il motivo per cui il pagamento è slittato alla settimana successiva rispetto al pronunciamento del giudice. In cambio della cauzione, "sarebbe stata condotta un'intervista sotto forma di videoreportage sulla storia di Alves e inoltre lo stesso calciatore avrebbe chiesto a Joana Sanz di partecipare a questo reportage".

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