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L’addio di Donnarumma al Milan, Sacchi: “Rincorre i soldi, ha avuto poca riconoscenza”

Gianluigi Donnarumma ha vinto gli Europei con l’Italia ed è stato eletto dalla Uefa migliore calciatore del torneo. Dalla prossima stagione giocherà in Francia tra le fila del Psg dopo essersi svincolato dal Milan. L’ex allenatore rossonero e ct della Nazionale, Sacchi, ha avuto parole critiche nei suoi confronti.
A cura di Maurizio De Santis
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Gianluigi Donnarumma è stato il protagonista assoluto dell'Italia che ha vinto gli Europei. Nella sera stessa della finale vinta dagli Azzurri contro l'Inghilterra la Uefa lo ha eletto miglior calciatore degli Europei. La classica ciliegina sulla torta a margine di un torneo che lo ha visto sugli scudi in semifinale contro la Spagna e poi nella sfida clou con i Tre Leoni. Nell'uno e nell'altro caso s'è rivelato decisivo per aver parato i rigori che hanno regalato la vittoria alla Nazionale. Il suo contratto con il Milan era scaduto a fine giugno, mettendo fine al tormentone sul rinnovo che lo ha accompagnato da tempo, ma in realtà sapeva benissimo già quale sarebbe stata la prossima destinazione.

Era stato lo stesso dirigente, Paolo Maldini, a congedarlo ufficialmente ("le nostre strade si separano"), consapevole che sarebbe stato impossibile spingersi oltre l'offerta da 8 milioni netti a stagione per convincerlo a restare. "Una perdita che fa male", la chiosa dell'ex calciatore e bandiera rossonera commentando le prestazioni con l'Italia dell'estremo difensore. Il suo agente, Raiola, ha curato la trattativa con il Paris Saint-Germain strappando un accordo di cinque anni con stipendio da capogiro (12 milioni netti).

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In Francia Donnarumma indosserà la maglia numero 50 (e non la 99), ritroverà Verratti – compagno in Azzurro – e avrà dinanzi a sé un difensore del calibro di Sergio Ramos, oltre a talenti in attacco come Mbappé e Di Maria. Chi non avrebbe fatto la stessa scelta? "È stato difficile ma anche giusto cambiare", le ultime frasi da milanista. Arrigo Sacchi, ex allenatore dei rossoneri e ct dell'Italia, ha espresso una doppia opinione: negativa sotto il profilo umano, per l'atteggiamento del calciatore; positiva relativamente alla decisione, sia pure dolorosa, del club. "Mi dispiace soprattutto per il ragazzo – le parole nell'intervista alla Gazzetta -. La società lo ha fatto diventare grande e gli ha permesso di crescere, ecco perché avrebbe dovuto dimostrare più riconoscenza. Rincorrere i soldi non sempre è la strada migliore per arrivare alla felicità. Il Milan fa bene a investire preservando il bilancio. Se vinci e fai i debiti è come barare".

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