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La storia incredibile del finto calciatore del PSG, ingannò tutti con una foto: “Piacevo alle donne”

Miguel Iborra fu il protagonista di un’esperienza rocambolesca. Oggi ha 32 anni, lavora in albergo, gioca in un campionato regionale spagnolo e quando pensa all’avventura di Parigi e alle seduzioni del successo ammette: “Ho sbagliato, è una cosa che non rifarei”.
A cura di Maurizio De Santis
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Miguel Iborra accanto a Zlatan Ibrahimovic.
Miguel Iborra accanto a Zlatan Ibrahimovic.

La storia incredibile di Miguel Iborra è nata tutta da un'avventura d'amore e dalla seduzione del successo. A Parigi c'era andato per stare accanto alla ex ragazza e vi è rimasto per un paio di anni. Non per giocare con il Paris Saint-Germain, né per fare il giardiniere del club come in molti credevano perché non riuscivano a dare una spiegazione alla domanda che sorgeva spontanea nel vederlo in foto accanto a calciatori come Ibrahimovic e Makélélé oppure ai vertici del club Leonardo e il presidente Al-Khelaifi. Ad alimentare l'aura di successo, del ragazzo venuto dal nulla che ce l'ha fatta, arriva anche una leggenda metropolitana: aver fatto gol con la maglia del Valencia in Coppa del Re.

Il tam tam della Rete fa il resto e la notorietà improvvisa che gli regalano i clic facili gli piomba addosso come la tempesta perfetta. Non se l'aspettava. Non immaginava cosa avrebbe scatenato un articolo apparso sul quotidiano iberico Marca nel quale si raccontava la vicenda umana e sportiva del talento originario della Isole Canarie. Ha rischiato perfino di passare per disertore per uno strano pasticcio sulla data di congedo dall'esercito in cui si era arruolato. Nella sua esperienza c'era nulla di vero. Il più grande equivoco nella storia del football fa il paio con la truffa più folle che un altro calciatore (Carlos Enrique Raposo) abbia potuto mettere in piedi: fingeva infortuni per non giocare, andava con tre donne a notte.

Il calciatore spagnolo con l'abbigliamento sportivo del PSG.
Il calciatore spagnolo con l'abbigliamento sportivo del PSG.

Il caso di Iborra è diverso. Non aveva agito con totale e assoluta premeditazione, s'era lasciato fuorviare dal fascino della notorietà e aveva pensato: in fondo che male c'è? Per lui era solo un gioco e fece all-in sottovalutando le conseguenze. Ne realizzò la portata quando un giorno il suo telefonino divenne bollente per la quantità di messaggi e telefonate ricevute. Da allora la sua vita divenne un inferno.

Ero attraente per le donne… la cosa mi aiutava a flirtare – dice Iborra che ripercorre quell'episodio in un'intervista a Marca -. Le persone mi dicevano ‘guarda, gioca nel PSG' e mi davano tutto gratis in cambio di pubblicità sui social. Avevo perfino delle foto in cui ero al volante di una Ferrari ma ovviamente non era la mia… Ricordo che il mio cellulare quasi esplodeva. E che l'atteggiamento verso di me cambiò radicalmente. Quando le persone mi riconoscevano per strada mi insultavano. Sono stato anche maltrattato.

Cosa è successo veramente? Iborra si confessa a cuore aperto. E spiega come il canovaccio della sua vita abbia preso di un copione cinematografico recitato a braccio, fino alla prossima scena. Fino a quando ce n'è. Tanto vale prendersi il meglio, quando gli sarebbe mai capitata un'occasione del genere? Nel piatto ricco si ficcò fino al collo. Ma tutto ebbe inizio per una questione sentimentale.

Nel 2011 sono andato a Parigi per amore, perché lì si trovava la mia ex ragazza. Una volta in Francia feci amicizia con Ceará. Nome d'arte di Marcos Venâncio de Albuquerque all'epoca nel PSG. È grazie a lui che ebbi la possibilità di allenarmi con una squadra satellite (il Paris FC, ndr). Avevo tutto l'abbigliamento sportivo necessario ma con i big della rosa principale non ho mai giocato.

Iborra riuscì a farsi volere bene abbastanza da conoscere quei calciatori che aveva visto solo in tv, sui giornali, di cui aveva sentito parlare. Roba da pizzicotto sulla guancia, non gli sembrava vero. La realtà superò l'immaginazione, in occasione del suo compleanno, l'amico giocatore gli fece un regalo inatteso. Lo portò con sé all'allenamento del PSG.

Era il 14 luglio e non c'era quasi nessuno. Molti tesserati non erano presenti ma quel giorno c'erano Pastore, Motta, Matuidi, Sakho… per me è stato qualcosa di indimenticabile.

E quella foto con Zlatan Ibrahimovic? Come ha fatto ad avvicinarlo e a convincere il campione svedese a posare per uno scatto con lui? A corredo di quel clic c'è un aneddoto divertente.

Gli ho chiesto se parlava spagnolo e lui mi disse di no. Poi gli dissi che Guardiola non mi piaceva e lui si fece una risata. Ma era tutto per scherzo. Fu molto cordiale.

Iborra oggi ha 32 anni, gioca in un campionato regionale nel Real Sporting San José B, tifa il Real Madrid. Si sente in perfetta forma e si dice contento per come sono andate le cose in stagione finora. Ma quando pensa alla sua storia ammette con estrema franchezza.

Ho sbagliato, è una cosa che non rifarei anche se è stata un'esperienza molto importante. Adesso lavoro in un albergo. Sono papà di una meravigliosa bambina di 5 anni. La vita mi sorride e il calcio mi dà felicità.

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