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La più grande truffa della storia del calcio: “Ho finto infortuni, andavo a letto con 3 donne al giorno”

Carlos Enrique Raposo era stato ribattezzato El Kaiser per la somiglianza con Beckenbauer ma nel mondo del calcio c’è stato a modo suo. La sua è una storia incredibile, una messa in scena che gli è riuscita sfruttando la complicità di amici giocatori veri.
A cura di Maurizio De Santis
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Tanto leggendaria quanto grottesca, è la storia del finto calciatore Carlos Henrique Raposo.
Tanto leggendaria quanto grottesca, è la storia del finto calciatore Carlos Henrique Raposo.

Lo chiamavano ‘El Kaiser' per la sua somiglianza con l'ex giocatore tedesco, Franz Beckenbauer. Ma Carlos Enrique Raposo nel mondo del calcio c'è stato a modo suo, mettendo in scena la più grande truffa della storia del pallone. Tredici anni di carriera sono stati una finzione assoluta e per portare avanti il suo piano ha escogitato mille espedienti pur di risultare infortunato, sfruttando la complicità di qualche buon amico tra compagni di squadra, medici compiacenti, stampa silente.

Ho sempre fatto finta di stare male e per il tipo di vita che conducevo non sarei mai stato in grado né di allenarmi né di andare in campo. I giocatori lo sapevano, ma erano tutti miei amici. I giornalisti, che pagavo per pubblicare reportage, mi lasciavano tranquillo.

Il talento che aveva il brasiliano, oggi 59enne, è divenuto leggendario. La sua vicenda è divenuta un racconto da pellicola: in tredici anni è sempre riuscito a strappare contratti con differenti club ma sul rettangolo verde non c'è mai andato. Botafogo, Flamengo, Bangu, Fluminense, Vasco da Gama, América, Puebla dal Messico, El Paso (negli Stati Uniti) e Gazélec Ajaccio (in Francia) le società che lo hanno tesserato salvo accorgersi di avere in rosa un tesserato stipendiato per nulla.

La vicenda incredibile del brasiliano: ha ottenuto contratti senza mai giocare.
La vicenda incredibile del brasiliano: ha ottenuto contratti senza mai giocare.

Ricardo Rocha, ex giocatore del Real Madrid, lo ha definito "il più grande giocatore che non abbia mai giocato al calcio". Basta questa frase per tracciare la cornice della narrazione del funambolo della vita notturna, che gli piaceva molto di più perché di sudare e sgobbare non gli è mai passato per la testa. Lo status di calciatore professionista gli serviva per altro.

Il solo fatto di essere un calciatore era una calamita per molte donne – rivelò in un'intervista a The Sun -. Ero un drogato di sesso, andavo a letto con almeno tre donne al giorno. Frequentavo i locali notturni fino all'alba, tutti i giorni… dal lunedì al lunedì.

La domanda sorge spontanea: come ha fatto a farla franca per tanti anni? com'è possibile che gli sia andata bene per così tanto tempo senza che nessuno s'insospettisse? In realtà, qualcuno c'è stato ma anche allora Raposo si trasse d'impaccio da quella situazione ingarbugliata.

Ho ingannato i medici delle squadre. Un giorno il presidente di una squadra mi rinfacciò: non giochi mai! Pretendeva che giocassi per davvero ma avevo un amico dentista che mi aiutò. Portai il referto e dissi: finalmente hanno capito qual è il mio problema… è una questione dentale. Ma era solo una bugia.

Funambolo della vita notturna, nel suo racconto c'è la vita spericolata tra donne e locali.
Funambolo della vita notturna, nel suo racconto c'è la vita spericolata tra donne e locali.

La magia nera. A Raposo è capitato anche questo e quando ne parla lo fa quasi col sorriso sulle labbra. L'episodio dello stregone rende bene l'idea di quanto a un certo punto possa essere diventata grottesca la sua condizione di finto calciatore.

In un altro club mi portarono da un prete di magia nera perché esorcizzasse il mio male. Andai da lui e gli dissi: prendi i tuoi soldi, amico, e lascia perdere. Sto bene, non ho niente. Non c'è niente che non vada in me. Ma ho solo intenzione di restare infortunato per tutta la vita.

Cosa fa oggi? Lavora per davvero. Raposo è personal trainer di bodybuilding in una palestra di Rio de Janeiro. E a tutti quelli che gli chiedono come mai gli è venuta in mente una cosa del genere replica sempre alla stessa maniera, a mo' di eroe che mette le cose a posto. "Le società di calcio spesso illudono un sacco di giocatori, qualcuno doveva pur vendicarli". E lui lo ha fatto nella maniera più astuta e beffarda possibile.

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