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La Juve non vince più, fa 2-2 a Verona: l’Inter in fuga per lo scudetto con nove punti di vantaggio

La Juventus non riesce ad andare oltre il 2-2 a Verona: per i bianconeri sono appena due punti nelle ultime quattro partite, l’Inter vola a +9.
A cura di Paolo Fiorenza
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La Juventus si è fermata al 21 gennaio: quel giorno i bianconeri vinsero 3-0 a Lecce e Max Allegri era esaltato come il sagace stratega che stava tenendo botta all'Inter. Quattro partite dopo, a dimostrazione dell'eterna caducità delle certezze calcistiche, la Juve è staccatissima dai nerazzurri, che guidano la classifica con nove punti di vantaggio e sembrano inarrestabili verso lo scudetto. In queste quattro partite, la squadra di Inzaghi ha fatto bottino pieno (12 punti), mentre la formazione di Allegri ha pareggiato con l'Empoli, perso con la stessa Inter e con l'Udinese, e oggi pareggiato col Verona per 2-2 (2 punti totali nel periodo).

Al Bentegodi i bianconeri hanno rimontato due volte, non riuscendo nell'ultima mezzora a prendersi l'intera posta, ed ora quello stesso Allegri deve fronteggiare le critiche e rintuzzare anche il Milan, che adesso è a soli due punti, dovendo ancora giocare a Monza domani.

Massimiliano Allegri in panchina a Verona: sembra salutare lo scudetto
Massimiliano Allegri in panchina a Verona: sembra salutare lo scudetto

Allegri ritrova Danilo dopo la squalifica ma deve rinunciare per lo stesso motivo a Bremer: al centro della difesa c'è Rugani. In fascia Kostic è preferito a Weah, mentre in avanti è Yildiz a fare coppia con Vlahovic, con Chiesa relegato in panchina. Baroni recupera Suslov, piazzato sulla trequarti assieme a Folorunsho e Lazovic, e schiera Noslin come riferimento offensivo al posto di Swiderski.

La partita si sblocca quasi subito, grazie ad un gol bellissimo di Folorunsho: il 26enne centrocampista in prestito dal Napoli raccoglie al volo dal limite dell'area una respinta della difesa bianconera su calcio d'angolo, insaccando il gran sinistro nel sette opposto, senza che Szczesny possa fare alcunché. Il vantaggio dell'Hellas dura poco più di un quarto d'ora: Tchatchoua devia chiaramente con la mano un tiro di Kostic e Di Bello non ha dubbi nel fischiare il rigore, dal dischetto trasforma con sicurezza Vlahovic.

Il rigore trasformato da Vlahovic
Il rigore trasformato da Vlahovic

Il primo tempo si chiude su un 1-1 sostanzialmente giusto e dopo l'intervallo è ancora il Verona ad uscire meglio dagli spogliatoi e passare in vantaggio con una bella azione chiusa da Noslin col destro rasoterra che passa attraverso le gambe di Szczesny. La Juve reagisce immediatamente e dopo un paio di minuti perviene al nuovo pareggio: il 2-2 è messo a segno al 55′ da Rabiot su assist di Locatelli. Allegri a questo punto prova ad osare, passando al 4-3-3 con l'inserimento di Chiesa e Alex Sandro al posto di Kostic e Gatti.

L'esperimento del tridente formato da Chiesa, Vlahovic e Yildiz dura peraltro meno di dieci minuti, visto il successivo avvicendamento del turco con Alcaraz. La Juventus alza il baricentro nel finale, alla ricerca del gol della vittoria. È Chiesa due volte ad essere pericoloso: prima conclude di sinistro di poco alto, poi trova uno strepitoso Montipò di piede sul primo palo, dopo aver chiuso un triangolo con Alcaraz. Finisce 2-2, lo scudetto prende sempre più decisamente la via di Milano.

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