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La furia di Cavani non si placa: “Se squalificano me, devono sbattere l’arbitro in galera”

A un mese da Uruguay-Ghana, partita che ha determinato l’eliminazione dei sudamericani ai Mondiali, il ‘Matador’ getta ancora veleni su Siebert, arbitro del match.
A cura di Alessio Pediglieri
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Edinson Cavani non ci sta e spera di non essere squalificato per il suo gesto durante i Mondiali, quando colpì il VAR dopo essere ottenuto una vittoria inutile sul Ghana, con l'Uruguay eliminato per differenza reti. Un momento di frustrazione che era seguito ad una partita contestatissima dai sudamericani che puntarono il dito verso l'arbitro di quell'incontro, il tedesco Siebert, di nuovo al centro delle dichiarazioni del Matador.

Il successo del 2 dicembre, nell'ultimo incontro della Fase a Gironi ai Mondiali 2022, rimarrà nella storia della Nazionale uruguaiana come una delle beffe più atroci: il 2-0 con la doppietta di de Arrascaeta non permise infatti si qualificarsi agli ottavi di finale per una differenza reti che condannò i sudamericani. Arrivato al secondo posto, a quota 4 punti insieme alla Corea del Sud nel Girone H, l'Uruguay venne eliminato per il regolamento che andava a premiare – secondo una serie di parametri ben precisi – i sudcoreani che, con la vittoria sul Portogallo di Cr7, vantavano un maggior numero di reti realizzate. Sarebbe bastato segnare un altro gol, quel gol che l'Uruguay ha sempre dichiarato non essere arrivato per la condotta arbitrale.

Le proteste di Cavani e dell'Uruguay verso l'arbitro Sibert
Le proteste di Cavani e dell'Uruguay verso l'arbitro Sibert

La protesta dell'Uruguay era nato dopo che l'arbitro Siebert non aveva assegnato un paio di calci di rigore pur avendone concesso uno, dubbio, al Ghana (che poi lo fallì). Tra cui quello richiesto in pieno recupero, dopo che Amartey contrastò in area proprio Cavani. L'eventuale terzo gol avrebbe infatti concesso ai sudamericani di passare agli ottavi di finale e invece, a fine gara scoppiò il finimondo.

Il contatto in area al 93' di Uruguay-Ghana che ancora oggi fa infuriare Cavani
Il contatto in area al 93′ di Uruguay-Ghana che ancora oggi fa infuriare Cavani

Scene al limite del surreale, con i giocatori dell'Uruguay che hanno rincorso il direttore di gara, con capitan Cavani tra i più esagitati a tal punto che nel rientrare nel tunnel degli spogliatoi colpì la colonnina del VAR con un cazzotto facendo finire a terra il monitor, in frantumi.

Lo scorso 05 dicembre, la commissione disciplinare della FIFA ha aperto un fascicolo sul dopo gara di Uruguay-Ghana mettendo a referto i comportamenti antisportivi di Edinson Cavani, capitano, e dei suoi compagni di squadra José María Giménez, Diego Godín e Fernando Muslera. Adesso, potrebbe arrivare la sanzione, ovvero una pesante squalifica da scontare: "Mi preoccupa, certo che mi preoccupa, perché vorrebbe dire restare fuori senza dare aiuto ai miei compagni, alla mia società. Ma sono cose che succedono"

Cavani ha ammesso che colpire il monitor del VAR "sono cose che non si fanno. Ma a volte nel calcio certe cose e certe impotenza a volte ti portano a reagire. Certi momenti ti sfuggono a causa dell'adrenalina, a causa di quell'euforia che abbiamo in quel momento, e che ci porta a sbagliare. Ma devi metterti un po' anche nei panni del calciatore per vedere cosa è successo, perché è successo e perché le cose sono andate in quel modo", ha spiegato.

L'attaccante uruguaiano, oggi al Valencia ha così continuato la propria pubblica ammenda: "Va bene che dobbiamo mantenere un comportamento e così via, ma siamo esseri umani e quando a volte le cose che accadono in campo vengono vissute con passione, queste cose accadono. Può anche darsi che la reazione di un calciatore dentro possa non essere giustificabile, ma va un po' perdonato". Poi, l'affondo nei confronti dell'arbitro Siebert verso cui non si è placata ancora l'ira: "Ma se penalizzano me per aver colpito il VAR, l'arbitro, per averci tolto dal Mondiale, lo devono sbattere in galera. Perché sono errori che con il VAR e con tutte le telecamere e tutti gli arbitri dietro loro, non si possono fare".

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