Il VAR toglie e il VAR dà al Liverpool, Inter beffata e sconfitta su rigore a San Siro

Il VAR toglie e il VAR dà al Liverpool, beffando l'Inter quando lo 0-0 sembrava in ghiaccio. E se a Konaté resta l'urlo strozzato in gola per una revisione che scova il tocco galeotto di braccio di Ekitiké, Szboszlai fa esplodere il settore dei tifosi Reds mettendo alle spalle di Sommer il calcio di rigore assegnato per una trattenuta (apparsa non così eccessiva) di Bastoni su Wirtz che crolla in area. La sconfitta (0-1) a San Siro è davvero indigesta. Lo è anche alla luce di come s'erano messe le cose per la doppia sostituzione forzata avvenuta nel primo tempo (Calhanoglu e Acerbi fuori per infortunio muscolare). È vero che ai punti avrebbe meritato qualcosa in più la squadra di Slot, priva di Salah messo fuori rosa e senza nemmeno l'asso nella manica Chiesa (influenzato), ma il pareggio non sarebbe stato ingiusto.
Ci sono due Inter. Quella che fino al gol di Konaté, e alla successiva review che ne decreta l'annullamento, ha subito l'iniziativa del Liverpool. Quella che, approfittando del gioco in pausa per le verifiche al VAR, riprende con un piglio nettamente differente e ribalta l'inerzia del match. Come se avesse tratto beneficio da quella sorta di time-out forzato che ha permesso a Chivu di risistemare la squadra, impartire le giuste direttive, scacciare i cattivi pensieri. È da allora che i nerazzurri escono dal guscio e si rendono (finalmente) pericolosi: prima con Barella su punizione poi con Lautaro Martinez (di testa) nel recupero della prima frazione.
Note dolenti e cambi forzati. Nel giro di venti minuti l'Inter perde due colonne della formazione, entrambe costrette ad alzare bandiera bianca per problemi di natura muscolare. All'11° Calhanoglu deve abbandonare il campo per una contrattura all'adduttore, al 31° Acerbi deve arrendersi per un risentimento al flessore. Cambi forzati che "bruciano" slot per le sostituzioni e obbligano anche il tecnico a rivedere in corsa le proprie mosse.

Croce e delizia. Sono le emozioni forti che si vivono (anche) nella ripresa, quando i Reds si scuotono dal torpore e replicano colpo su colpo all'Inter. San Siro trema e trattiene il respiro poi quasi esplode sul ribaltamento di fronte per quanto accade in campo. C'è cross molto dalla sinistra di Robertson ma Bastoni c'è e il suo intervento è provvidenziale perché toglie dai piedi di Mac Allister la palla del possibile vantaggio. Il difensore nerazzurro va in scivolata, a ogni costo, rischiando perfino l'autorete clamorosa. Pericolo sventato, poco dopo Lautaro spreca tutto: riceve sulla destra dell'area e calcia forte in diagonale ma la conclusione viene murata da van Dijk. Poteva far meglio? Sì, c'era Luis Henrique piazzato meglio.
Si va avanti così, botta e risposta, fino al rigore fatale. Con Sommer che si arrangia come può su Bradley. E quando lui non ce la fa, spuntano gli stinchi di Akanji. L'Inter è in apnea, non ne ha più. Chivu corre ai ripari e usa l'ultimo slot per tutti e tre i cambi: dentro Bonny, Sucic e Carlos Augusto, escono Thuram, Mkhitaryan e Dimarco. Inserisce forze fresche, servono a nulla. Lo strattone di Bastoni manda tutto a farsi benedire.