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Il mercato dell’Inter a gennaio, Marotta: “Non ci saranno investimenti”

Lunedì 4 gennaio si apre ufficialmente la sessione invernale di calciomercato. Da parte dell’Inter non ci saranno movimenti particolari né investimenti importanti, a confermalrlo è l’ad Marotta che spiega anche qual è il delicato momento economico vissuto da tutti i club a causa dei mancati introiti per la pandemia da Covid.
A cura di Maurizio De Santis
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Pochi soldi da investire, il calciomercato che domani – 4 gennaio – apre i battenti (li chiuderà il 1° febbraio) sarà all'insegna dell'austerità e delle operazioni che verranno condotte nel solco degli scambi e della reciproca convenienza. Dopo il messaggio arrivato, forte e chiaro, allo staff dirigenziale e tecnico, è l'ad dell'Inter, Giuseppe Marotta, a confermare come si muoveranno i nerazzurri nelle prossime settimane, quelle che scandiscono la finestra invernale delle trattative.

Il mercato, Marotta: "Niente operazioni rilevanti"

"Non ci saranno investimenti – ha ammesso nell'intervento a Sky – per garantire l’equilibrio economico finanziario. In questo momento di contrazione economica provocata dalla riduzione degli introiti le società non faranno operazioni rilevanti". Ceduto Nainggolan al Cagliari, la prossima mossa sarà formalizzare anche l'addio a Eriksen, che nel giro di un anno s'è rivelato un fallimento, sia dal punto di vista sportivo sia economico.

Le voci di cessione dell'Inter, smentite da Suning

Altro tema caldo delle ultime ore: le voci sulla possibilità che il Gruppo Suning metta addirittura in vendita la società. Indiscrezioni che sono rimaste tali e smentite dalla stessa proprietà cinese. Vero, invece, che si va a caccia di ulteriori risorse per finanziare il progetto e assicurare stabilità gestionale ma non c'è alcun pericolo che il presidente, Zhang, molli la presa

Posso garantire – ha aggiunto Marotta – che vogliono portare l’Inter sempre più in alto. Il comunicato è stato molto esplicito, hanno smentito qualsiasi ipotesi di cessione del pacchetto di maggioranza. Credo sia una situazione molto chiara, c’è una contrazione mondiale dell’economica, legata alla pandemia. Oggi la prima voce che va rivista è quella dei costi e il costo del lavoro in Italia è passato dal 50 al 75%".

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