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Il medico che ha salvato la vita a Eriksen: “Improvvisamente non c’era più battito”

Morten Boesen è il medico della nazionale danese che in campo ha prestato le prime cure a Christian Eriksen e gli ha salvato la vita. In conferenza stampa ha raccontato, attimo per attimo, cosa è successo in quei momenti di paura. “Per fortuna è rimasto aggrappato alla vita. Lo abbiamo ripreso in tempo, siamo riusciti a rianimarlo con il defibrillatore”.
A cura di Maurizio De Santis
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"Improvvisamente non c'era più battito". Morten Boesen è il medico della nazionale danese che in campo ha prestato le prime cure a Christian Eriksen e gli ha salvato la vita. Il racconto di quei momenti è terribile. Ne parla a caldo, lascia che tutto tracimi e scorra via perché tenerti certe cose dentro è angosciante.

Elabora anche così l'ansia, la responsabilità e il timore di quegli istanti in cui ha sperato, pregato, promesso, giurato che avrebbe fatto qualunque cosa a patto di riuscire a tenere Eriksen ancora al di qua. Vivo nonostante tutto. Se ne stava per andare, la sorte ha voluto che il suo cuore riprendesse a battere e riaprisse gli occhi. Gli ha praticato la manovra cardio-polmonare e lo ha stretto a sé con quel filo sottile che la sorte non ha reciso. Ma è stato terribile.

Appena Eriksen è crollato sul terreno di gioco siamo corsi in campo – ha ammesso il dottore della Danimarca in conferenza stampa -. Quando siamo arrivati era coricato su un fianco, respirava ancora e abbiamo controllato il suo polso: c’era battito, poi all’improvviso non l’abbiamo più sentito… E abbiamo cominciato a intervenire per tenerlo in vita. Per fortuna è rimasto aggrappato alla vita.

Boesen prende fiato, chiude per un attimo gli occhi, ha lo sguardo fisso nel vuoto. È stato tutto così difficile ma ce l'ha fatta. Rivive, attimo per attimo, quei momenti di angoscia. E ne sente ancora il peso sull'anima. Ricompone le tessere del mosaico e, per fortuna, può ancora raccontare cosa è successo, parlare del centrocampista della nazionale e dell'Inter al presente.

Il suo corpo era adagiato lungo la linea laterale, non molto distante dalla bandierina del calcio d'angolo, in una porzione di campo più defilata. Lo rincuora sapere che il peggio è passato e trova la forza per fare un passo indietro a quei momenti di grande concitazione.

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Non ero riuscito a vederlo subito da lontano – ha aggiunto il medico della selezione scandinava -. Ma dai gesti che ci sono arrivati ho capito che era accaduto qualcosa di molto grave. Abbiamo cominciato le manovre per il massaggio cardiaco. Lo abbiamo ripreso in tempo e mi ha parlato prima di essere trasferito in ospedale.

Era accanto alla barella mentre lo trasportavano d'urgenza in ospedale, cosciente abbastanza da reggere il capo con la mano e rendersi conto di essere vivo per miracolo. Rivedere la Danimarca in campo e recepire le notizie dall'ospedale gli hanno regalato altre emozioni fortissime in quel giorno di dolore che uno ha.

Eriksen sembrava morto. Ha avuto un arresto cardiaco. Siamo riusciti a rianimarlo con il defibrillatore. Non so quali siano state le cause del malore. Certe cose le lascio agli esperti della materia.

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