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Il Bologna ha tre no-vax, il medico sociale vuole recuperarli: “Sono persone da redimere”

Anche nel mondo del calcio, come nel resto del Paese, ferve il dibattito sull’allargamento della campagna vaccinale a quante più persone possibili. Il dottor Nanni, responsabile sanitario del Bologna e rappresentante dei medici in Serie A, spiega l’approccio alla questione: “I no-vax nelle squadre sono persone da redimere, noi ne abbiamo tre”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Il dibattito sull‘allargamento della campagna vaccinale alla maggior quota possibile di popolazione tiene banco tutti i giorni in Italia, e la questione sta diventando rovente anche in Serie A, dove statisticamente ogni squadra ha 2-3 elementi contrari a vaccinarsi. Il caso dello Spezia, che ha visto generarsi un focolaio importante proprio per colpa di un calciatore no-vax presente in rosa, è stato poi seguito da quello dell'Empoli, a sua volta alle prese con parecchi positivi, ed in casa Lazio è stato necessario l'intervento ‘convincente' del presidente Lotito per far cambiare idea ai recalcitranti.

Nel calcio – come nel Paese – non c'è' obbligo di legge che imponga di vaccinarsi e la vicenda preoccupa non poco i club, sia per le ovvie conseguenze in termini di rischi incombenti sull'intero gruppo, sia per le ricadute economiche alla luce dei danni creati dall'isolamento dei calciatori che non possono disputare partite né allenarsi, pur essendo quasi sempre asintomatici.

Sulla questione è tornato a parlare il dottor Gianni Nanni, responsabile sanitario del Bologna e rappresentante dei medici in Serie A. Nanni già aveva affermato la necessità di imporre "che chi non si vaccina se ne assuma le responsabilità e ne paghi le conseguenze. Non solo paghi le cure ma paghi anche i danni che procuri agli altri. Se tu crei un focolaio poi devi pagare". Adesso adotta un approccio diverso, volto a recuperare alla causa chi ha preso una strada diversa: "I no-vax nelle squadre sono persone da redimere – spiega al Resto del Carlino – Anche nel Bologna ci sono tre componenti del gruppo squadra che per ora hanno rifiutato il vaccino. Questi rifiuti nascono anche da Internet: molta gente legge cose non vere e viene condizionata".

"Il caso Spezia ci ha insegnato che basta poco per scatenare un focolaio e far precipitare la situazione – argomenta il dottor Nanni – Proveremo a spiegare a questa gente che il vaccino non è pericoloso: nei prossimi giorni chi ha fatto la prima dose effettuerà la seconda, spero che i no-vax per quel giorno cambino idea. A chi non vuole vaccinarsi direi questo: venite negli ospedali e vi accorgerete di quanto sia pericolosa la variante Delta. Ora che c'è grande disponibilità di vaccini la Serie A deve farsi sentire. La speranza è che tutti siano vaccinati entro l'inizio del campionato: i medici stanno facendo il possibile ma non sarà facile, a volte la persuasione non basta".

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