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Ibrahimovic dalla Svezia con furore: “I dolori non scompaiono mai ma finché mi chiamano, io gioco”

Dal ritiro della Svezia, Zlatan Ibrahimovic rilancia la sua personale sfida al calcio e all’età. “Non voglio smettere di giocare, non voglio trovarmi triste e un giorno pensare: peccato, potevo continuare ancora”. Dopo essersi ripreso il Milan ritorna in Nazionale pronto a conquistare i Mondiali 2022: “Ho imparato a convivere con i dolori e finchè ci sarà qualcuno che mi chiama, io continuerò a scendere in campo”.
A cura di Alessio Pediglieri
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Zlatan Ibrahimovic si è ripreso piano piano il Milan ed è tornato in Nazionale per dare una mano alla Svezia. Tutto questo a 40 anni, lottando contro i guai fisici dell'età che continuano a infastidire un campione che sembra fatto d'acciaio. Nulla l'ha fermato negli anni e anche adesso che il suo fisico sta cambiando, la formula che utilizza è sempre la medesima: lavoro, professionalità e sempre più cura dei particolari. Così, Zlatan si racconta dal ritiro della nazionale svedese dopo che la federazione del suo Paese lo ha richiamato a gran voce e che come nuovo obiettivo si è posto Qatar 2022.

La carta d'identità recita 40 anni, poi ci sono gli altri numeri: 8 presenze con il Milan tra Coppe e campionato, 3 gol e 2 assist. Il tutto in poco più di 300 minuti di campo. L'incidenza di Zlatan in rossonero è sempre altissima e il suo ritorno è stato l'ennesima conferma che il campione svedese non ha alcuna intenzione di gettare la spugna davanti alle difficoltà e al tempo che avanza: "A 40 anni ho imparato una cosa, che il dolore non passa ma si sposta" ha detto in conferenza stampa dal ritiro della Svezia.

La Svezia, il suo Paese che lo ha rivoluto fortemente in Nazionale dove oggi Ibrahimovic è insieme al gruppo per preparare gli ultimi particolari di un Girone (Gruppo B) che vede gli scandinavi guidare le fila a due turni dalla conclusione, con 2 punti di vantaggio sulla Spagna. Ad un passo dalla qualificazione a Qatar 2022, il prossimo obiettivo dichiarato di Ibra i cui pensieri vertono tutti verso i prossimi impegni. Perché, come dice lui stesso "non penso a ritirarmi, non ho deciso un giorno dove voglio smettere. Non mi voglio ritrovare triste pensando che avrei potuto giocare di più: finché c'è qualcuno che mi chiama, io gioco".

Così lo è stato per il Milan che lo ha atteso dopo un'ultima stagione a metà servizio, trascorsa a fare i conti con il proprio corpo, che Ibrahimovic ha imparato a conoscere ancora di più, ritrovando il modo di gestirsi: "La scorsa stagione ho avuto più problemi del solito perché non ho mai pensato di agire con calma davanti a qualche fastidio. Adesso ho un fisioterapista che mi segue 24 ore su 24: quando sento qualche problema, si interviene subito e mi curo".

I risultati si stanno finalmente vedendo: dopo le prime 7 giornate in cui aveva disputato solamente 30 minuti contro la Lazio a settembre, negli ultimi 5 turni, Ibra è sempre sceso in campo con il Milan anche tornando ad essere decisivo. A volte per una manciata di minuti, altre per tutti i 90. Ora il rientro in Nazionale, dove l'ultima partita giocata risale a marzo 2021, prima dei tanti stop che lo costrinsero a saltare gli Europei.  La Svezia non l'ha dimenticato e lo ha convocato appena è tornato ad essere disponibile per i prossimi due conclusivi (e decisivi) incontri per le qualificazioni mondiali contro la Georgia (11 novembre) e soprattutto il confronto diretto contro la Spagna del prossimo 14 novembre.

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