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Guardiola nominato allenatore dell’anno in Premier, ma incassa un duro attacco: “Lacrime finte”

Pep Guardiola è stato nominato per la terza volta in carriera allenatore dell’anno in Premier League, grazie alle vittore domestiche del suo Manchester City: solo Alex Ferguson ha più riconoscimenti individuali di lui. Ma il finale di stagione amaro per gli Sky Blues ha lasciato qualche strascico velenoso: arrivano parole durissime contro il catalano.
A cura di Paolo Fiorenza
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Pep Guardiola si consola in piccola parte dall'aver fallito la vittoria in finale di Champions League col suo Manchester City, mettendo in bacheca il titolo di allenatore dell'anno della Premier League. È la terza volta che il tecnico catalano riceve il riconoscimento, dopo il 2018 e il 2019. Solo Sir Alex Ferguson ne ha esposti di più nel salotto di casa: sono addirittura 11 per il leggendario allenatore del Manchester United.

Guardiola porta a casa il trofeo di Manager of the Year sull'onda delle vittorie del City in Premier e Coppa di Lega: una stagione ovviamente positiva, ma l'amarezza per la sconfitta in Champions contro il Chelsea è ancora tutta da digerire. Non solo per lui, e non solo quella. C'è chi ci aggiunge anche un addio a Manchester che probabilmente non avrebbe voluto: è il caso di Sergio Aguero, sicuramente non cascato male approdando al Barcellona dell'amico Messi, ma quanto il Kun ci sia rimasto male lo dimostrano le parole al veleno dei suoi familiari più stretti.

Prima a caldo ci aveva pensato il fratello a dare del falso a Guardiola con un post poi cancellato, adesso il padre di Aguero ribadisce il medesimo concetto, riferendosi all'intervista con cui Pep aveva commentato commosso la partenza del Kun dopo 10 anni in maglia Sky Blues: "Lo amiamo così tanto, è una persona speciale per tutti noi. Non possiamo sostituirlo".

"Non credo alle sue lacrime. No, non lo credo. Per me, non ha mai voluto Sergio – ha detto Leonel Del Castillo a ‘Radio La Red' – Piangeva per le telecamere? Certo. Vuole sempre essere lui il protagonista e non i giocatori. Non credo in Guardiola. Non ha mai voluto la Champions, vuole essere protagonista di tutte le squadre".

Pesa ovviamente sia il benservito dato al miglior marcatore ogni epoca del City (260 gol in 390 presenze), sia gli spiccioli di finale di Champions concessi da Guardiola ad Aguero. Un finale della storia che meritava di essere diverso per un amore così grande.

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