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Guardiola annuncia: “Quando verrò in Italia farò le stesse cose coi miei principi di gioco”

Sono bastate poche parole pronunciate da Pep Guardiola durante l’intervento alla Bobo Tv per alimentare la curiosità sul futuro del tecnico catalano. “Ho avuto tante difficoltà in carriera, come al Bayern Monaco. Ma ho conservato quattro o cinque principi di goco. Quando verrò in Italia farò le stesse cose”.
A cura di Maurizio De Santis
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"Quanto verrò in Italia farò le stesse cose coi miei principi di gioco". Sono bastate queste poche parole pronunciate da Pep Guardiola durante l'intervento alla Bobo Tv per alimentare la curiosità sul futuro del tecnico catalano. Con il Manchester City può scrivere un'altra pagina di successi della sua carriera di allenatore vincente: gli manca la ciliegina sulla torta, potrebbe metterla con la vittoria in finale di Champions. Ha un contratto fino al 2023 e, qualora sollevasse anche il trofeo, appare davvero difficile immaginarlo su un'altra panchina, almeno nell'immediato. Qualche anno fa il suo nome venne accostato alla Juventus, il ciclone social infiammò i tifosi bianconeri che in quell'estate dopo Allegri videro spuntare la sagoma del ‘comandante' ex Napoli e non quella del tecnico catalano.

Quella frase pronunciata in diretta non è proprio un annuncio. Anzi, il tono della conversazione molto amichevole un po' ha smorzato quell'affermazione che, detta in altro contesto e in un altro momento, avrebbe scatenato la grancassa mediatica. Però è come mettere la pulce nell'orecchio. Pep lascia quelle parole sospese e lo fa mentre parla del proprio gioco: "A volte non si deve giocare uno-due tocchi ma anche quattro-cinque. La giocata ti dice quanti tocchi devi fare. Il Barcellona ha vinto tanto per questo".

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È riuscito a imporsi senza un 9 vero in attacco. In Inghilterra ha creato un altro ‘piccolo' miracolo come quando decise di schierare Messi centravanti. "Sull’esterno stava a volte 20 minuti senza toccare palla, e non mi andava bene perché il più forte deve toccare tanti palloni. E con il Real Madrid ho deciso di metterlo lì. Sono quattro-cinque nella storia così, con questa mentalità e quelle le qualità. Può giocare dappertutto".

Ma non sono state sempre rose e fiori. Anzi, a Monaco di Baviera e nei primi tempi al Manchester City ha incontrato diverse difficoltà. "Ne ho avute tantissime. Al Barcellona non facevamo mai cross, non potevamo pensare che Messi facesse gol di testa. Sono arrivato in Germania con Ribery, Robben, Lewandowski e Muller e dovevo crossare per forza… Ma ho conservato quattro o cinque principi. Quando verrò in Italia farò le stesse cose".

Ci tornerà (forse) da allenatore dopo esserci stato da calciatore (al Brescia e alla Roma) e aver diviso lo spogliatoio con Roberto Baggio. "Aveva un dono – ha aggiunto Guardiola -. capiva sempre dove farsi trovare in campo, nello spazio vuoto era sempre smarcato. Tu sapevi che lui era lì, e lui c'era".

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