73 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Era il nuovo Pelé, Freddy Adu ora prova a sbarcare il lunario: “Scrivetemi se siete interessati”

Freddy Adu a 14 anni giocava già da professionista nella MLS, due anni dopo era in Nazionale: il mondo del calcio era ai suoi piedi, i grandi club d’Europa se lo contendevano. Poi l’errore della sua vita: “Eravamo io e Di Maria, il migliore dei due ero io…”. Adesso il sogno è finito e prova a guadagnarsi da vivere in altri modi.
A cura di Paolo Fiorenza
73 CONDIVISIONI
Immagine

Qualche giorno fa Freddy Adu ha compiuto 33 anni. Ne sono passati 19 da quando l'attaccante ghanese naturalizzato statunitense approdò giovanissimo in Major League Soccer, firmando il suo primo contratto da professionista col DC United, formazione della capitale Washington. Era il nuovo Pelé, si disse all'epoca, e i media americani cavalcarono il fenomeno: a 14 anni il ragazzino arrivato pochi anni prima dall'Africa con la famiglia, grazie ad una ‘green card' ottenuta tramite lotteria, fu ospite di programmi televisivi importanti e finì sulle copertine di giornali e riviste.

Freddy Adu a 14 anni con la maglia degli Stati Uniti U17: il mondo sembrava suo
Freddy Adu a 14 anni con la maglia degli Stati Uniti U17: il mondo sembrava suo

"Questo è il più grande acquisto nella storia della lega – disse all'epoca il commissioner della MLS Don Garber – Freddy è uno dei migliori giovani giocatori al mondo e la sua decisione di giocare nel suo Paese e per il suo campionato motiverà altri giovani a guardare alla MLS". Due anni dopo arrivava anche la convocazione nella Nazionale degli Stati Uniti: sembrava l'inizio di una favola, oggi – dopo quasi 20 anni – di quella polvere di stelle non è rimasto niente. Adu attirò ben presto le attenzioni dei club europei, in primis del Manchester United di Ferguson, che lo invitò ad un provino senza tuttavia metterlo sotto contratto. Fu la prima impercettibile crepa nel sogno del ragazzo col turbo nei piedi, ma allora il grande calcio sembrava ancora a portata di mano e dopo i Mondiali Under 20 – in cui fu protagonista – Adu sbarcò in Europa, firmando a 18 anni per il Benfica.

Poi il passaggio al Monaco, che tuttavia segnò già l'inizio di una parabola discendente inesorabile: "L'errore più grande che ho commesso nella mia carriera è stato lasciare il Benfica per andare in prestito al Monaco – ha poi raccontato l'attaccante – Lo dico con il cuore. È stata una di quelle decisioni che, se avessi potuto prenderla di nuovo, non l'avrei presa. Ho avuto tre allenatori in un anno al Benfica. Il club era in un momento così caotico che volevo solo andarmene altrove il prima possibile, ma si è rivelata la decisione peggiore. Sono entrato nel club contemporaneamente a Di Maria. Nel primo anno ero migliore di lui. Ho giocato meglio di lui, ma ho deciso di partire per il Monaco in prestito. E Di Maria è rimasto al Benfica. E indovinate cosa? Ha avuto la possibilità di giocare con un allenatore che poi è arrivato, diventando titolare".

Adu al Benfica, l'inizio del sogno europeo: durò pochissimo
Adu al Benfica, l'inizio del sogno europeo: durò pochissimo

Quando poi è tornato al Benfica nel 2009, nessuno già lo cercava più ed è stato mandato in prestito altre tre volte a squadre di seconda fascia in Portogallo (Belenenses), Grecia (Aris) e Turchia (Caykur Rizespor). Finito il contratto col Benfica, Adu aveva soltanto 22 anni ma sulle spalle la carriera e le aspettative di un calciatore molto meno giovane. Ed il meglio purtroppo per lui era alle spalle. Tornò in Major League con la maglia dei Philadelphia Union, poi riprese il giro per il mondo ad un livello sempre più basso, approdando in squadre come Bahia in Brasile, Jagodina in Serbia e KuPS in Finlandia. Quest'ultimo, 7 anni fa, è stata il suo ultimo club di una massima serie.

Adu al ritorno in MLS a Philadelphia
Adu al ritorno in MLS a Philadelphia

A 25 anni tornò negli Stati Uniti, ma anche le porte della MLS si erano ormai chiuse per lui: il suo livello era adesso quello dei Tampa Bay Rowdies e prima e dei Las Vegas Lights poi. Seguirono tre anni di disoccupazione, poi l'anno scorso firmò per l'Osterlen nella terza divisione del campionato svedese: se ne andò senza giocare un solo minuto. È stato l'ultimo club della sua amara carriera. "Avevamo un accordo con lui, che avrebbe avuto la possibilità di farci vedere di cosa è capace – disse il vicepresidente della squadra dopo avergli dato il benservito – Ma da quello che abbiamo visto, facciamo fatica a vedere che sarà in grado di competere. Ha molto calcio dentro di sé, ma gli mancano la parte fisica e mentale. Era chiaramente deluso. È davvero un bravo ragazzo sotto tutti i punti di vista e sono convinto che sarebbe stato un grande giocatore. Ma gli manca la fisicità richiesta. In realtà siamo rimasti un po' sorpresi da quanto fosse impreparato quando è venuto qui".

Fredy Adu oggi, a 33 anni
Fredy Adu oggi, a 33 anni

Dal febbraio 2021 Adu è di nuovo senza un lavoro, ma si da fare sui social per sbarcare il lunario in qualche modo, avendo ormai accettato l'idea che non giocherà più a calcio. In uno dei suoi ultimi post propone di fare sessioni di allenamento in remoto a chi vorrà imparare i fondamentali da qualcuno che ha totalizzato pur sempre 17 presenze con la Nazionale degli Stati Uniti. "Un paio di persone mi hanno chiesto se offrivo sessioni di zoom/FaceTime e dopo averci pensato ho deciso che proverò e vedrò come va. Scrivetemi se siete interessati", scrive oggi l'ex nuovo Pelé. La pressione è stata troppa per lui, o forse semplicemente non era quel giocatore che tutti avevano sperato che fosse. Talento, fisico, testa: se manca solo una di queste cose, il risultato può essere risvegliarsi a 33 anni con un pugno di mosche in mano.

73 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views