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Così è nata la leggenda di Gigi Buffon: “Stai vedendo quello che vedo io?”

Il 19 novembre 1995 un giovanissimo Gigi Buffon fece il suo esordio in Serie A in un memorabile Parma-Milan. Nevio Scala decise di schierarlo a sorpresa dal 1′, preferendolo al secondo portiere Nista dopo l’infortunio di Luca Bucci. Iniziò così l’eccezionale avventura nel grande calcio di uno degli estremi difensori più forti di sempre.
A cura di Marco Beltrami
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buffon parate

Sono passati 25 lunghi anni da quel soleggiato pomeriggio del Tardini, in cui Gigi Buffon conquistò la scena per la prima volta sul palcoscenico calcistico nazionale. L'allora tecnico del Parma con una scelta a dir poco sorprendente decise di gettare nella mischia contro il Milan, quell'estremo difensore 17enne proveniente dalle Giovanili per sostituire Luca Bucci infortunato. E quel ragazzino dal volto pulito, si rese protagonista di una serie di interventi da fenomeno assoluto. È iniziata così l'eccezionale carriera di uno dei portieri più forti del mondo, che a quasi 42 anni proprio non vuole saperne di appendere i guantoni al chiodo.

Gigi Buffon, l'esordio nel 1995 in Parma-Milan

Il 19 novembre del 1995, il Parma di Nevio Scala ospitò al Tardini il Milan di Fabio Capello. L'allenatore degli emiliani, senza il suo portiere titolare Luca Bucci, lasciò tutti senza parole. Invece di gettare nella mischia il secondo portiere Alessandro Nista (attuale preparatore dei portieri del Napoli, che ha poi allenato Buffon nella stagione 2009/2010 alla Juventus), si affidò al 17enne Buffon proveniente dalle Giovanili. Ai microfoni di Fanpage.it, Nevio Scala nella scorsa estate ha spiegato cosa lo portò a scegliere Buffon: "Abbiamo cominciato gli allenamenti al martedì sapendo che in panchina avremmo avuto Gigi Buffon. Nei primi allenamenti noto che questo ragazzo è imbattibile. Il mercoledì e il giovedì lo bombardiamo: tiri in porta, esercitazioni, ma nessuno gli fa gol. Allora dico a Vincenzo Di Palma, il mio preparatore dei portieri: ‘Stai vedendo quello che vedo io?'. E lui, che lo allenava personalmente, mi fa: ‘Nevio, questo ha delle qualità superiori… ma ha solo 17 anni'. Così lo abbiamo allenato bene fino al sabato ed è maturata questa idea".

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Nevio Scala e i ricordi di quel memorabile Parma-Milan

La scelta di puntare su un giovane esordiente assoluto, in una sfida contro un Milan zeppo di campioni sorprese tutti, compagni, avversari e pubblico, con molti che erano già pronti a puntare il dito contro il mister per quello che sembrava un azzardo: "Il problema fu solo comunicare la decisione di far giocare Buffon ad Alessandro Nista, il secondo portiere (oggi preparatore dei portieri nel Napoli, ndr). Per me sono stati giorni difficili, ma lui si è dimostrato un professionista eccezionale e mi ha agevolato nella scelta. Il resto della squadra aveva una stima notevole nei miei confronti e non vidi reazioni negative alla scelta di puntare su Buffon. Il pubblico del Tardini: ammutolito all'annuncio delle formazioni da parte dell'altoparlante, perché non lo sapeva nessuno. Ricordo quel silenzio. E poi, dopo le prime parate, l'entusiasmo di tutto lo stadio".

Le eccezionali parate di Buffon in Parma-Milan

Gianluigi Buffon in quell'occasione dimostrò tutto il suo valore, non solo a livello tecnico blindando la porta dei ducali in un match che si concluse 0-0. Il giovane portiere non sentì il peso della pressione e si rese protagonista di interventi decisivi a ripetizione. Dopo essersi "sporcato i guantoni" su Eranio, il 17enne salì in cattedra su Baggio (eccezionale la parata sul colpo di testa del Divin Codino), su Weah e soprattutto su Marco Simone. Buffon sembrava un veterano e nel post-partita svelò così alla Rai i motivi della sua tranquillità: "Forse sto ancora sognando, pensavo di giocare ancora con la Primavera e forse per quello non ho fatto male perché ero tranquillo".

Una tranquillità confermata anche dallo stesso Scala che ricorda quando disse al suo giovane talento che avrebbe giocato titolare contro il Milan reagì senza apparenti emozioni: "Alla sera, in ritiro, vado a fare il solito giro delle camere gli dico: ‘Gigi, se domani ti faccio giocare cosa dici?'. E risponde: ‘Mister, che problemi ci sono?'. Lui era così. Allegro, sereno, convinto delle proprie capacità. Si allenava con la sicurezza di essere forte, ma senza peccare di presunzione. È sempre stato molto modesto ed educato e per questo si è guadagnato la nostra fiducia. Non è merito mio se lui è arrivato a questi grandi traguardi. Sono felice per lui perché è stato ed è ancora una grandissima persona. Il fatto che lui raggiunga questo grande traguardo mi fa piacere e gli auguro di non fermarsi lì, che raggiunto questo risultato possa continuare. Lo vedo giocare e ha ancora la voglia di un ragazzino".

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