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Cosa succede con i tamponi in Champions ed Europa League: perché danno risultati diversi

Nelle ultime settimane sono stati registrati dei risultati differenti negli esiti dei tamponi della Uefa e della Serie A. Così è capitato a Hakimi positivo prima di Inter-Borussia ma negativo dopo un paio di giorni. La stessa situazione l’hanno vissuta alcuni calciatori della Lazio. Ciò è successo perché la Uefa e le squadre di Serie A si affidano a laboratori differenti che possono dare risultati diversi.
A cura di Alessio Morra
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Alle solite polemiche del mondo del calcio nelle ultime settimane se n'è aggiunta un'altra ed è quella che riguarda le differenze che vengono riscontrate negli esiti dei tamponi della Uefa e della Serie A, che hanno dei parametri leggermente diversi per accertare la presenza del virus. Per questo si sono verificati casi di calciatori che alla vigilia di un match di Champions sono debolmente positivi ma che al successivo tampone si trasformano negativi, e in automatico vengono catalogati come ‘falsi positivi‘, come è accaduto sia all'attaccante della Lazio Ciro Immobile che al difensore dell'Inter Hakimi.

Le differenze tra Serie A e Uefa

La Uefa lo scorso agosto, prima della ripresa delle competizioni europee quando ha pubblicato il protocollo ‘Return to Play' ha definito tutte le procedure igieniche e sanitarie, anche relative ai test, e ha incaricato una società, la SYBLAB, di effettuare i tamponi. Questa società, che fornisce servizi medici in tutta Europa, è responsabile dei test delle partite Uefa per tutta l'annata 2020-2021 e sottopone calciatori e staff di tutte le squadre che giocano in Europa ai tamponi. In Serie A invece ogni squadra può scegliersi il proprio laboratorio e per questo possono esserci dei risultati leggermente differenti come ha spiegato anche Gianluca Nanni, medico del Bologna e responsabile per la FIGC nel Comitato Tecnico Scientifico:

Il problema è grosso. Perché Uefa e Serie A hanno dei parametri differenti che possono in alcune situazioni riscontrare delle differenze. Penso che il Synlab, il laboratorio dell’UEFA, utilizzi gli stessi test che si usano qui. Mi risulta che facciano i test molecolari. Un’autorità centrale sarebbe forse più equa per tutti. Come l’antidoping, una cosa del genere. Devi stare a quello che dice, che decide, e se poi c’è qualcosa che va a tuo sfavore puoi avere opportunità per difenderti. Ma in generale sai che c’è un’autorità che decide, verifica e controlla. Va bene se questa autorità centrale è un garante per tutti. Dobbiamo essere certi che questa autorità centrale faccia bene le cose, i test, i prelievi del secreto, che tutto venga letto in maniera uniforme e corretta, che sia uguale per tutti.

Il caso delle positività della Lazio

Il problema è tornato d'attualità nelle ultime ore. La Lazio non ha convocato tre calciatori per la partita di Champions con lo Zenit (Lucas Leiva, Immobile e Strakosha) nonostante si fossero allenati regolarmente con i compagni di squadra. La procura della FIGC su questa vicenda ha aperto un'inchiesta, che vuole capire come mai i tre atleti erano positivi prima di Bruges-Lazio della scorsa settimana, negativi alla vigilia di Torino-Lazio e ora SONO nuovamente positivi. La Lazio nella serata di martedì ha diramato un comunicato in cui fa chiarezza sulle assenze di Immobile, Strakosha e Lucas Leiva a San Pietroburgo, e ha spiegato perché i tre giocatori si erano allenati in mattinata. Il club del presidente Lotito ha spiegato tutti i passaggi e afferma di aver rispettato tutte le regole e con questa lunga nota spiega alcune incongruenze:

In relazione alle notizie stampa apparse sui diversi organi di informazione, si comunica che la S.S. Lazio è in stretto contatto con le autorità statali e con le istituzioni sportive nazionali e internazionali con le quali dialoga da diversi giorni nel rispetto delle norme e dei protocolli applicabili. I test svolti nella giornata di ieri per la competizione europea hanno confermato la positività di alcuni componenti del gruppo squadra che risultano essere già in isolamento. Contestualmente la scrivente società, che continua a monitorare periodicamente i propri tesserati attraverso qualificati laboratori, ha rilevato possibili criticità in relazione ai risultati ottenuti dall’organizzazione europea e, in un clima di piena collaborazione e di tutela della salute dell’intero gruppo e della più ampia comunità, sta valutando le singole posizioni di alcuni tesserati. Resta fermo che qualsiasi decisione sul tema sarà condivisa con l’UEFA anche per il tramite della FIGC.

I casi di Hakimi e El Shaarawy

Prima ancora dei casi della Lazio, ci sono stati anche due casi che hanno riguardato da vicino il calcio italiano. Il primo è stato quello di El Shaarawy che era stato trovato positivo al Covid-19 prima di un incontro della nazionale. Subito isolato dal gruppo il ‘Faraone' il giorno successivo era risultato negativo. Per lui si è parlato di falso positivo. E la FIGC si affida allo stesso laboratorio della Uefa, Synlab. Qualcosa di simile è capitata a Hakimi, difensore marocchino dell'Inter risultato positivo al tampone prima di Inter-Borussia di Champions, ma poi negativo dopo due giorni e inserito nel gruppo di Conte velocemente. E sulla stessa lunghezza d'onda sono i casi di positività della Lazio su cui sta indagando anche la FIGC.

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