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Come la malattia all’occhio di Gattuso ha influito sui risultati del Napoli

“Da 10-12 giorni non sono più lo stesso”. Così si è confessato Gennaro Gattuso dopo il pareggio stentato contro il Torino, parlando della miastenia oculare che lo ha debilitato. Un problema che ne ha condizionato la vita e il lavoro, ripercuotendosi in modo negativo sugli ultimi risultati della squadra.
A cura di Alessio Pediglieri
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Gennaro Gattuso da qualche settimana non è più lo stesso. Ad ammetterlo lo stesso allenatore del Napoli che ha confessato in diretta televisiva a conclusione dello stentato pareggio contro il Torino che la malattia all'occhio (miastenia oculare di cui soffre da anni) lo ha condizionato nella vita di tutti i giorni e, conseguentemente anche nel proprio lavoro. Ne è conseguito un calo vistoso dei risultati della squadra che nelle ultime tre uscite ha racimolato solamente un punto, contro il Torino, perdendo le precedenti due gare e allontanandosi dalle prime. Come lo stesso Gattuso ha lasciato intendere dopo Napoli-Torino: "Credo che i ragazzi abbiano sofferto anche per questo".

Il tutto, paradossalmente, nello stesso istante in cui il Napoli avrebbe dovuto e potuto trarre nuova forza e convinzione dalla sentenza sul ‘caso' Juventus-Napoli dove la giustizia sportiva ha deciso che la partita, mai disputata, si dovrà giocare. Togliendo la sconfitta a tavolino per 3-0 che ha punito i partenopei così come eliminando il -1 in classifica. Proprio nei giorni del ‘riscatto' azzurro, è arrivato lo stop sul campo.

Gattuso è stato visto con una vistosa benda sull'occhio già nel match contro il Napoli e subito si era capito che la malattia si era ripresentata. Già da quando era calciatore, negli ultimi momenti della sua carriera lo stesso allenatore del Napoli, ne soffriva – così come ha già ripetutamente raccontato. Difficoltà visiva, malessere generale, fatica nel concentrarsi. E così è accaduto che tutto questo si sia riversato sul rendimento della squadra. Sconfitta contro l'Inter, gara persa contro la Lazio, pareggio al 90′ contro il Torino.

Il tutto ha evidenziato due aspetti. Il primo è che evidentemente il carisma e la personalità di ‘Ringhio' sia comunque e sempre la ‘cazzimma' di cui questo gruppo ha bisogno. Soprattutto in un contesto post Covid dove manca il supporto del pubblico che possa trascinare i giocatori alla vittoria. Anche se restano enormi perplessità sui progressi di Gattuso nella gestione del Napoli, la sua presenza è di sicuro il ‘quid' che riesce a fare ancora la differenza.

Il presidente De Laurentiis, a margine dell'udienza al Coni per il ricorso su Juve-Napoli, aveva descritto le difficoltà di Gattuso come nessuno aveva fatto in precedenza.

"Gattuso ha un problema all'occhio a causa del quale deve prendere in continuazione il cortisone. Poiché non lo prendeva da 15 giorni vedeva addirittura doppio. Abbiamo visto l'altro giorno insieme la partita della Juve e lui non riusciva a vedere bene le azioni. In quelle condizioni non credo abbia alcuna responsabilità. Gattuso è un grandissimo uomo di calcio, un grande esperto e ha i cosiddetti attributi".

Il punto di forza Gattuso è anche la più grande debolezza di questo progetto, perché senza la sua grinta la squadra si spegne, fatto inammissibile date le forti personalità e i giocatori di livello che la rosa comprende, da Mertens a Insigne e a Koulibaly. La pausa natalizia arriva al momento opportuno, facendo riposare e riprendere Gattuso e permettere al Napoli di farsi ritrovare pronto ad una seconda parte di stagione da protagonista.

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