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Chi sono i giocatori dell’Inter che non vedremo mai più in nerazzurro dopo la figuraccia in finale

All’Inter è tempo di riflessioni profonde. Quanto il baratro toccato in finale di Champions League perdendo 5-0 contro il PSG. Molteplici scelte tecniche da compiere, alcune delle quali non semplici. Di certo, con una visione di insieme per rifondare e rinforzare una rosa evidentemente logora e logorata non solo dall’anagrafe.
A cura di Alessio Pediglieri
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Inter umiliata, disfatta e ferita a Monaco di Baviera: la figuraccia epocale in Champions League con i 5 gol subiti dal PSG rimarrà per sempre a cornice di una stagione che ci si ostina a dichiarare positiva e d'orgoglio, ma che non può più nascondere la conclusione di un ciclo arrivata nel peggiore dei modi possibili. I risultati sono lì, di fronte a tutti: Scudetto perso con il Napoli, Champions sfumata contro il PSG, Supercoppa italiana e Coppa Italia a favore del Milan. Risultato? Zero titoli e la consapevolezza che si sia toccato il fondo di un barile che verrà riempito dai nomi di chi per un motivo o un altro, non vestiranno verosimilmente il nerazzurro.

La società brinda comunque: la disfatta stagionale ha portato oltre 130 milioni di euro nelle casse, e dunque è considerata più che positiva. I sorrisi si sprecano sul fronte finanziario mentre su quello sportivo la Caporetto si è perfezionata con la peggiore finale di sempre nella storia del calcio mondiale. Un'offesa al mondo nerazzurro che aveva giustamente celebrato un cammino importante in Champions League, macchiato indelebilmente dall'umiliante partita di Monaco. Di cui tecnico e giocatori dovranno pagarne il prezzo: e se per Simone Inzaghi i tempi d'attesa sembrano rimandati solo di qualche giorno per scoprirne il destino, per diversi giocatori il compito sarà più complesso da parte del club. Chiamato a valutazioni anche dure.

La rosa da svecchiare: over 30 all'epilogo, da Acerbi a Darmian e Mkhitaryan

La rosa è da svecchiare e da rinforzare: se è vero che il PSG si è presentato con una spesa complessiva per la propria rosa e un monte ingaggi tre volte tanto quello dell'Inter, è pur vero che la carta d'identità recita una valanga di giocatori over 30 che devono dare l'addio. In difesa i nomi caldi sul fronte partenze sono quelli di De Vrij, reduce già da un anno quasi da comparsa in panchina, ad Acerbi, l'ex centrale da clonare che sta ammainando le proprie bandiere a partire da quella azzurra della Nazionale: insieme fanno la bellezza di 70 anni, il tempo dei saluti è giunto. Come per Darmian, Mkhitaryan e Sommer altri tre "vecchietti", spompati da un calcio moderno che non ammette di rifiatare: anche per loro il capolinea è all'orizzonte con l'esterno sulla soglia dei 36 anni, il portiere delle 37 primavere così come il centrocampista armeno.

Chi ha fallito nell'Inter: Asllani, Correa, Arnautovic. E il caso Frattesi

Se per loro parla la carta d'identità per altri parlano prestazioni e rapporti. Partirà quasi sicuramente Asllani, l'alter ego di una Calhanoglu che da quando è arrivato da Empoli tra i clamori del campioncino in erba, ha sempre fallito l'appuntamento con l'upgrade tecnico e tattico. A seguirlo i due attaccanti che da tempo viaggiano in squadra con le valigie ben pronte: Correa e Arnautovic. Per il primo, fatale una forma fisica insufficiente e un impatto inesistente, per il secondo errori e una mancanza di continuità che non può permettere ulteriori chances in campo. Poi, il "caso" Frattesi, l'uomo dei gol decisivi nel cammino di Champions ma relegato per 90 minuti in panchina da Inzaghi, tecnico con cui è entrato apertamente in collisione, a tal punto che solo in un caso resterà in nerazzurro: se non ci sarà più il Demone in panchina.

I big con la valigia: anche Calhanoglu può lasciare l'Inter

Detto di chi deve lasciare spazio quasi certamente, si arriva anche ai nomi più dolenti. Perché vincere 1 Scudetto in 4 anni, un paio di Coppe Italia e Supercoppe ma perdere due Champions e altri tricolori più che alla portata, conduce a delle conseguenze da approfondire con una serietà totale in casa Inter. Così, anche i big saranno sotto valutazione, a fronte di motivazioni, proposte, prezzi. C'è Calhanoglu, che ha sbagliato tutti i match decisivi e che forse fisicamente è arrivato al capolinea, col meglio di sé già oltrepassato da mesi. L'addio del turco potrebbe arrivare quasi in modo "fisiologico", nel cercare di trovare degni sostituti, in un epilogo già scritto.

Bastoni, Dumfries, Thuram: l'Inter potrebbe accettare proposte adeguate

Ma ci potrebbero essere fuochi d'artificio su altri "intoccabili": Alessandro Bastoni si è confermato pilastro dall'ottimo rendimento, ha buon mercato sia in Italia che in Europa e non è più di primissimo pelo. Così come Denzel Dumfries i cui estimatori oltre confine non mancano di certo. Discorso identico per un altro "idolo" recente, Marcus Thuram: ha bruciato le tappe, iper-performato nella prima parte di stagione, per poi spegnersi totalmente cammin facendo. Su di lui si potrebbe continuare a puntellare un attacco in cui Lautaro e Taremi resteranno, ma di fronte alla classica offerta importante, l'addio non è poi così impossibile.

L'Inter che verrà: il mercato "sostenibile" non potrà esserci

Chi resta e che Inter sarà? Le Forche caudine passano attraverso il destino di Inzaghi: il Demone se resterà continuerà sul suo 3-5-2, tanto consolidato quanto oramai imparato a memoria da chiunque incontri l'Inter. Se andrà via, tutto girerà sul sostituto e le sue visioni di gioco. Senza dimenticare che il famoso coro cantato da Marotta, della "sostenibilità economica sul mercato" è arrivato all'acuto finale perché ora servono giocatori di livello, che costano. Intanto sono arrivati Susic e Luis Henrique in mediana, due 21enni dal sale in zucca, piedi buoni e qualità tecnico-tattiche precise, ma devono essere l'incipit non il punto d'arrivo. Se così fosse, l'umiliazione di Parigi e l'ultima stagione a zero titoli non avrebbe insegnato davvero alcunché.

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