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Chi è Cabral, il dopo Vlahovic a Firenze: il “Re” che si ispira a Ronaldo e segna come Lewandowski

Classe ’98, 65 gol in 106 presenze con la maglia del Basilea, l’attaccante brasiliano ex Palmeiras si è guadagnato la chiamata della Fiorentina: dovrà fare dimenticare Vlahovic.
A cura di Alessio Pediglieri
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Grande, grosso e bidone. Così era stato etichettato, solo pochi anni fa, Arthur Cabral, il nome nuovo che è sulla bocca di tutti in queste ore di fine mercato invernale perché in dirittura d'arrivo per prelevare il pensatissimo testimone lasciatogli in eredità da Dusan Vlahovic, alla Fiorentina. Un numero "9" alla vecchia maniera, centravanti d'area di rigore, alto e potente nel fisico: il brasiliano dovrebbe oramai chiudere l'accordo e fare il suo ingresso nel campionato italiano, via Basilea, mentre in Patria si domandano e chiedono: ma è lo stesso che ai tempi del Palmeiras faticava a reggere 90 minuti senza riuscire a segnare? La risposta è semplice: sì, è lui ma adesso non è più un desaparecido delle aree di rigore bensì uno dei più prolifici attaccanti in circolazione.

Arthur Mendonça Cabral nasce il 25 aprile 1998 a Campina Grande, seconda città per grandezza del Paraíba, uno dei poli industriali principali del Nordeste brasiliano. Sin da ragazzino stravede per il pallone e gli esordi sono più che promettenti: brucia le tappe nelle giovanili del Cearà e a soli 17 anni fa il suo esordio in prima squadra. Quel ragazzone alto quasi due metri e dal fisico già formato che lo fa sembrare più grande dei suoi coetanei, mostra le sue doti da animale da goal: nel Vovô ci resta tre stagioni, macinando 48 presenze e segnando 11 gol. Tanto basta perché non passi inosservato e così gli scout del Palmeiras ci mettono gli occhi sopra.

Un giovanissimo Cabral con la maglia del Cearà, in una gara del 2018 contro il Flamengo
Un giovanissimo Cabral con la maglia del Cearà, in una gara del 2018 contro il Flamengo

Arriva nel club di San Paolo e nella massima serie di calcio brasiliana a soli 19 anni: è il 2019 e un posto in attacco è assicurato, sulla carta però. Il giovane Arthur conosce subito le amarezze del calcio dei professionisti e un costante problema all'inguine lo costringe a fermarsi ripetutamente, trasformando il trampolino di lancio in uno scivolo verso il tonfo a terra. Gioca la pochezza di sei incontri in una stagione, segnando una sola rete e non ricevendo mai la considerazione del proprio allenatore. Sulla panchina c'è Luiz Felipe Scolari alla sua terza parentesi con il Palmeiras (in passato si era seduto sulla panchina del club altre due volte): l'esperienza del futuro ct del Brasile mondiale in Corea e Giappone coincide proprio con l'arrivo di Cabral, ma non è per nulla amore a prima vista, anzi. Scolari gli preferisce spesso e volentieri Deyverson ma ancora di più Miguel Borja, il colombiano che nel 2013 aveva militato anche nel nostro campionato, a Livorno.

Per Cabral è un tormento, la fine del sogno ancor prima di accarezzarlo, finchè malgrado l'annata sconsolante c'è qualcuno che prova a puntare su di lui: è il Basilea che nel 2019 lo preleva dal Brasile e lo porta nel campionato svizzero dove cresce tatticamente e tecnicamente, trascinando il proprio club da subito, sfiorando il titolo in campionato (dove si piazza secondo) e giocandosi la finale (poi persa) di Coppa di Svizzera. "In Svizzera sono migliorato, ho imparato a conoscermi meglio da un punto di vista tecnico" dirà in una intervista il brasiliano non più triste. E i numeri gli danno ragione: 39 presenze e 18 reti il primo anno, 36 gettoni e 20 gol il secondo, fino all'attuale: 31 partite e 27 gol. Un'esplosione che ne fanno diventare uno degli attaccanti più decisivi in Europa con medie gol impressionanti. Roba da Lewandowki, Messi o Ronaldo.

Arthur Cabral festeggia uno dei suoi tanti gol con la maglia del Basilea
Arthur Cabral festeggia uno dei suoi tanti gol con la maglia del Basilea

Proprio Ronaldo è uno dei nomi ai quali Arthur è da sempre legato a doppio filo. Non Cristiano, ma il ‘vero' Ranaldo, il Fenomeno e idolo incontrastato del Brasile. Tra i suoi punti di riferimento sin da giovane c'è proprio lui, R9, insieme ad un altro campione dal valore forse ancor più grande: Hélio, ex calciatore, suo papà. Così, partita dopo partita, Cabral diviene il beniamino dei tifosi del Basilea: esultando facendo mostra dei muscoli, determinato in area e (quasi) imprendibile nei 16 metri finali. Forza, fisico e gol che gli conferiscono un appellativo che non lascia dubbi su chi sia il più forte: "Roi Arthur".

Così, si arriva ai giorni attuali di mercato dove gli emissari della Fiorentina hanno deciso di puntare su questo 23enne ricco di aspettative e speranze, di fresco approdato anche nella Nazionale verdeoro di Tite dove non ha esordito  ma dove è stato chiamato a ottobre, convocato per un paio di partite di qualificazione ai Mondiali del Qatar, in sostituzione dell'infortunato Matheus Cunha.

La Fiorentina oramai ha chiuso l'accordo con il Basilea, per 14 milioni di euro + 2 di bonus in base a rendimento e obiettivi da raggiungere, arrivando a soddisfare le richiese della società elvetica che per la cessione definitiva richiedeva almeno 18 milioni. Italiano si ritroverà dalla  ripartenza del campionato una nuova macchina da goal (insieme a Piatek) da formare e plasmare a immagine e somiglianza della sua Fiorentina. Con l'obiettivo di cancellare l'addio di Vlahovic e il suo grande tradimento che tanto sta facendo inferocire Firenze, con l'avvento di "Roi Arthur". Il ragazzo che Scolari bocciò perché "poco esplosivo" e che si sta prendendo la scena internazionale.

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