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Atteggiamenti inquietanti: la Juve scopre di avere un problema nello spogliatoio

La partita di Verona ha messo a nudo tutti i limiti della Juventus, con l’atteggiamento dei giocatori a tratti imbarazzante in campo. Alcuni sono apparsi demotivati e il quadro che ne esce sembra confermare i problemi di uno spogliatoio poco coeso. La società dal canto suo si è schierata al fianco di Allegri, puntando sul ritiro.
A cura di Marco Beltrami
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Conta di più l'allenatore o i giocatori? E ancora, un progetto tecnico e le scelte del mister quanto possono incidere se poi i protagonisti in campo sono troppo molli e tirano indietro la gamba? Può la seconda situazione dipendere dalla prima, con i calciatori "demotivati" dalla mancata condivisione delle idee tattiche? Tutte domande attuali in casa Juventus, dove ci si lecca le ferite dopo l'ennesimo flop stagionale a Verona. Oltre al risultato ovviamente deludente, sono tante le fotografie del match del Bentegodi, che hanno fatto pensare ad un gruppo non coeso, con alcuni bianconeri troppo "morbidi" e quasi scarichi che contro un avversario fisico e dinamico, hanno deciso di utilizzare il fioretto invece della necessaria sciabola, per dirla alla Allegri.

Basti pensare ad esempio all'azione del primo gol del Verona, in cui si è focalizzati sull'errore più evidente ovvero il tocco sciagurato di Arthur, quando in realtà c'è un'altra situazione assolutamente imbarazzante, inaccettabile a certi livelli e inquietante se si considera la necessità disperata della squadra di non commettere ulteriori passi falsi e perdere terreno in classifica. Si nota chiaramente infatti l'assenza totale di aggressività e di movimento, anche in fase difensiva, già prima del retropassaggio del brasiliano (in fase di uscita, al suo fianco Bentancur passeggia), con Barak che seppure circondato da quasi 4 bianconeri tutti fermi ha poi ha vita facile nell'incunearsi in area. Addirittura poi Rabiot continua a camminare anche dopo che il ceco ha preso palla, senza alcuna opposizione iniziale.

A prescindere dalle indicazioni tattiche, da questa situazione (che ha l'aggravante di essersi concretizzata in avvio di partita, ovvero quando non c'è ancora la stanchezza a farla da padrone) e da altre, traspare in maniera chiara come l'atteggiamento in campo di molti giocatori della Juventus non sia stato all'altezza della situazione. Basti pensare che complessivamente sono stati appena 8 gli interventi fallosi sanzionati ai bianconeri, contro i 22 dei padroni di casa, ad evidenziare la leggerezza degli ospiti che nonostante la necessità di rincorrere in classifica e di sbagliare il meno possibile, sono sembrati tutt'altro che coesi e soprattutto non intenzionati a seguire le indicazioni sia tattiche che diciamo così "comportamentali" di Allegri, al quale non è bastato togliersi la giacca nel finale come nel memorabile match di Carpi.

Proprio su questo ha fatto leva Max che nel post-partita ha sottolineato per i suoi la necessità di giocare da provinciale, e da squadra di metà classifica qual è, con le qualità individuali che al momento non bastano se non c'è "lo spirito". Una visione che ha confermato anche quella di Paulo Dybala, forse il migliore dei suoi e unico a parlare nel post-gara a Sky con quello che è sembrato un messaggio a tutto lo spogliatoio: "Parliamo di meno e facciamo qualcosa in più. Guardiamoci dentro e individuiamo tutto quello che stiamo sbagliando". 

Manca la "garra", manca lo spirito di sacrificio e la voglia di aiutarsi con una situazione che in campo riflette probabilmente quello che accade negli spogliatoi. In quest'ottica hanno un peso importante le parole di qualche giorno fa di Chiellini: "Le difficoltà bisogna saperle analizzare con equilibrio e saperle riconoscere. Poi bisogna cercare le soluzioni: si può superare un momento difficile, ma ci vuole unione all’interno di un gruppo di lavoro. Se un gruppo di lavoro condivide ed è convinto di quello che sta facendo, anche se l’idea non è del tutto corretta, poi la porta in porto. Se l’idea è corretta ma il gruppo di lavoro non è convinto di portarla avanti, non potrà essere vincente".

Dietro gli atteggiamenti individuali e la mancata coesione potrebbe esserci anche la non condivisione delle idee di Allegri e di un impianto di gioco che potremmo semplicistamente definire improntato al "corto muso". D'altronde il tecnico già poco prima del suo addio tre stagioni or sono sottolineò la necessità di operare una mini-rivoluzione per la Juventus, con diversi giocatori considerati non funzionali da tutti i punti di vista, confermando indirettamente la necessità di ricompattare il gruppo in una direzione più congeniale alle sue idee. Differenza di vedute sulla filosofia di gioco, che potrebbero anche essersi riproposte, con alcuni giocatori poco dunque convinti e di conseguenza quasi "demotivati" in campo.

Una situazione comunque inaccettabile per una Juventus che dopo nemmeno metà campionato sembra essere già fuori dalla corsa Scudetto. Quello che è certo è che al momento ancor prima di cambi tattici, e scelte tecniche, la priorità è ritrovare l'amalgama, la compattezza e lo spirito di sacrificio in campo. D'altronde i bianconeri devono capire che l'allenatore non è assolutamente in discussione, soprattutto dopo che i suoi predecessori-successori hanno per certi versi affrontato molte volte le stesse difficoltà. E anche per questo la società ha deciso di mandare la squadra in ritiro assecondando la richiesta di Allegri fino alla delicata sfida interna contro la Fiorentina. I vertici della Juventus sono dalla sua parte e reputano inaccettabile l'atteggiamento messo in campo dalla squadra nelle ultime uscite. Proprio per questo hanno voluto lanciare un messaggio ai giocatori che già contro lo Zenit in Champions dovranno dimostrare in campo di aver cambiato registro.

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