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Al 10° minuto di Danimarca-Belgio agli Europei gioco fermo in omaggio a Eriksen

Belgio e Danimarca si fermano al minuto numero 10 della partita degli Europei. Dieci è il numero di maglia di Christian Eriksen al quale i calciatori e il pubblico allo stadio tributano un lungo applauso. Oggi sta bene, cinque giorni ha rischiato di morire in campo. Subirà un’operazione al cuore per l’impianto di un defibrillatore sottocutaneo. È ancora vivo e questo conta più di ogni altra cosa.
A cura di Maurizio De Santis
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È il decimo minuto di BelgioDanimarca, una partita che non poteva essere come le altre. I calciatori in campo si fermano, quelli in panchina si alzano e scatta l'applauso collettivo. Lo avevano promesso e lo hanno fatto. Stop al pallone, il calcio giocato passa in secondo piano. Dieci è il suo numero di maglia e il tributo delle squadre per Christian Eriksen è un'onda che viene e che va da un lato all'altro dello stadio, rimbalza nelle case degli spettatori attraversa la tv. Unisce tutti in un lungo abbraccio, dietro quello striscione che campeggia in tribuna. "Tutta la Danimarca è con te, Christian": un bellissimo gesto d'affetto dedicato al giocatore che su quel prato ha rischiato di morire.

Lukaku, commosso, saluta così il compagno interista al quale aveva anche dedicato la doppietta realizzata al debutto agli Europei. Sperava di poter scambiare due chiacchiere da vicino con lui, lo farà in seguito: la rigidità dei protocolli non ammette eccezioni nemmeno in casi del genere.

Il ricordo di quel pomeriggio tremendo e durissimo dal punto di vista emotivo è indelebile. Il malore improvviso, il crollo, il cuore che fa cilecca e smette di battere per qualche attimo, il silenzio e il dolore, il dramma della moglie, i compagni di nazionale stretti intorno a lui a mo' di scudo, lo staff medico che fa il miracolo e gli salva la vita. Cose che ti scuotono dentro e non vanno più via.

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Simon Kjær, capitano degli scandinavi, fu il primo a soccorrere il compagno di squadra e quando ripensa a cosa è accaduto cinque giorni sta malissimo. "Sono stati giorni speciali per tutti noi – ha ammesso in un messaggio pubblicato dalla federazione danese -, in cui il calcio non è stata la cosa più importante. Uno shock che sarà una parte di me, di tutti noi, per sempre".

Oggi Eriksen sta bene. Avrebbe voluto lasciare l'ospedale nel quale è attualmente ricoverato ma i medici hanno preferito trattenerlo ancora sotto osservazione. Dai controlli diagnostici effettuati si è accertato che l'arresto cardiaco è stato provocato da un'aritmia. Ecco perché, d'accordo con il calciatore, si procederà a un'operazione delicata e importante al cuore: verrà impianto un defibrillatore sottocutaneo, una sorta di pulsante automatico che si attiva e riaccende il muscolo cardiaco qualora ci fossero anomalie nel funzionamento.

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Potrà tornare in campo? Presto per dirlo adesso poiché saranno necessari altri test per individuare, in assenza di sintomi pregressi, quale patologia ha portato il suo cuore a fermarsi. Ma la speranza non è persa considerata la vicenda di Daley Blind: anche lui ha vissuto una condizione molto simile a quella di Eriksen ma ha continuato a giocare nell'Ajax e nella nazionale olandese.

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