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Belve 2024

Eva Riccobono a Belve: “A una festa vestita da trans. Dovetti urlare che avevo la patata”

Eva Riccobono si racconta di fronte a Francesca Fagnani nello studio di Belve. Dalla festa a New York travestita da transessuale fino alla relazione omosessuale con una donna: il racconto della super top model.
A cura di Stefania Rocco
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Eva Riccobono si è raccontata di fronte a Francesca Fagnani nello studio di Belve. La super top model, tra le più note al mondo nel trio tutto italiano formato insieme a Maria Carla Boscono e Bianca Balti, si è gradualmente allontanata dalla passerelle. “Non credo sarei durata quanto Bianca Balti e Maria Carla Boscono. Non ci credevo troppo, non avevo quell’ambizione. Volevo fare altro”, specifica quando la giornalista le chiede perché la sua carriera non sia durata quanto quella delle colleghe. Una carriera, quella da modella internazionale, cominciata quasi per caso: “Non sono stata considerata bella per tantissimo tempo quindi ho sviluppato la simpatia, l’empatia. Mi chiamavano Olivia, quattro ossa incatenate, pianura padana. C’era un accanimento. A una certa età i maschi vogliono la fidanzatina tettona. E nel mio caso niente. Ho cominciato a percepire di essere bella quando ho cominciato a fare la modella. Ci sono un sacco di modelle che non sono belle e hanno fatto le top model. Molte, nella vita vera, sono deludenti. Se mi piaccio? Non mi lamento, ho smesso di preoccuparmene”.

La festa a New York: “Non facevano entrare le donne”

Tra gli episodi raccontati dalla modella anche la festa a New York riservata alla sola comunità LGBTQ+: “Ero a New York con un mio amico, che mi dice di dover andare a una festa. Io gli chiedo di andare, ma lui mi risponde che è una festa solo per la counità LGBTQ+ in un locale particolare. Le donne non potevano entrare. Ci venne l’idea di vestirmi da trans, andai in questo locale e vidi cose che, citando un film, voi umani non potete immaginare. Diciamo che si sentivano più tranquilli nell’accoppiarsi sui divanetti. Il trauma della serata arrivò poco dopo: vado in bagno e due ragazzi ci provano. Ho avuto paura e ho cominciato a urlare che avevo la patata. Mi ero spaventata”. Proprio dalle amiche, e dalla madre, sarebbe arrivata la richiesta più pressante in vista dell’intervista a Belve: “Mi hanno chiesto di non dire parolacce. E di non ruttare”. Svela anche il cachet più alto mai ricevuto: “150mila euro per una campagna promozionale”.

La relazione con una donna: “Breve, era una modella”

Con una donna ho avuto una sola relazione. C’era una ragazza molto bella, una modella più sexy di me. Era un’amica e ho deciso di provare. È stato divertente ma preferisco altro”, racconta Riccobono quando Fagnani le chiede se abbia mai avuto una relazione con una donna. Rispetto invece al rapporto con le donne precisa: “Mi piacevano le canne, ho provato la cocaina e l’ecstasy. La cocaina è brutta, tira fuori il peggio di te. Sono più da bicchierino”. Severo il giudizio sulle amiche modelle: “Quando stai negli appartamenti con le modella trovi una marea di casi umani. A volte, durante le sfilate, si toglievano le scarpe e avevano le unghie nere. Io ho sempre vissuto da sola. Sono disordinata ma pulita”. Infine, il racconto su sex boys ricevuti in regalo dagli amici: “Vivevo a New York e le mie amiche che erano più allegre ogni tanto si accoppiavano. Io non riuscivo a battere chiodo. In quel periodo, i miei agenti mi consigliavano di dedicarmi a questo aspetto. Un amico venne a casa e mi regalò un set. Provai questi oggetti ma poca roba. Tornata a casa a Palermo, mia madre aprì la valigia e le dissi che non erano miei”. Infine, la belvata che rivendica:

Da adolescente avevo un’amica cui confidai che ero molto innamorata di un ragazzo che conosceva. Una sera scoprii che si era appartata con questo ragazzo e aveva fatto di tutto per sedurlo. Anni dopo mi dissero che aveva perso la testa per un ragazzo. Mi invitarono a una festa a casa sua. Io, che sono sempre stata vestita da maschiaccio, avevo una minigonna tipo cintura a vita bassa. Vidi questo ragazzo, mi sedetti sopra di lui, gli chiesi di passarmi il fumo dalla bocca perché avevo il lucidalabbra. Mi guardava come se avesse visto la Madonna. Quando percepii che era felice di questa mia presenza, mi alzai, andai dalla mia amica e le dissi: “Oggi ti faccio capire cosa ho provato io. Vai dal tuo fidanzato e controlla se è stato molto felice di vedermi”.

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