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Mexico, il vero Caracas: “Il film di Marco D’Amore non racconta la storia mia e di Ermanno Rea”

Il ‘vero’ Caracas ospite del programma condotto da Gianni Simioli e Serena Li Calzi, non si è visto rappresentato nel film di Marco D’Amore: “Vengono rappresentate cose che non sono successe neanche negli anni ’70”.
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"Il film Caracas non racconta la verità". Parola del vero Caracas, che in realtà si chiama Abdullah Ferdinando Ottaviano Quintavalle detto Mexico, che ha raccontato, ospite de La Radiazza a Radio Marte, alcuni dettagli sul film tratto dal romanzo di Ermanno Rea, "Napoli Ferrovia". In quel romanzo c'è appunto la storia del rapporto d'amicizia tra l'iconico personaggio che ha ispirato il libro e lo scrittore che non si è visto rappresentato nel film diretto da Marco D'Amore, che ha interpretato proprio il suo personaggio.

Le parole del ‘vero' Caracas

Il vero Caracas, ospite del programma condotto da Gianni Simioli e Serena Li Calzi, non si è visto rappresentato nel film di Marco D'Amore: "Viene rappresentata una parte di Napoli, quella della ferrovia e a ridosso della moschea di Piazza Mercato, come una parte infrequentabile dove i fascisti picchiano i rom e i neri, cose mai successe neanche negli anni 70. Io, poi, sarei uno di quei protagonisti infami". Ma perché Mexico si è avvicinato all'estrema destra? La sua replica:

Mi sono avvicinato all'estrema destra dell'epoca e vi spiego perché. Sono arrivato in Italia che avevo 16 anni e venivo da un paese fortemente nazionalista, come tutto il Sudamerica, figurarsi il Venezuela. Io cercavo un'identità nazionalista e l'ho trovata qua solo in una parte di politica. Per questo, mi sono avvicinato.

"Il mio personaggio non è un criminale"

Mexico ha dichiarato di non aver gradito la scelta di fare del suo personaggio "un criminale", così come non ha gradito il modo in cui è stata trattata la memoria di Ermanno Rea, nel film interpretato da Toni Servillo.

Sono polemico nei confronti della produzione perché se tu scrivi che il film "è tratto dal romanzo", allora attieniti al romanzo. Con quale libertà decidi che questo personaggio è un criminale? Poi lo dipingi come ubriaco, io non ho mai bevuto in vita mia. Oltre alla mia figura, c'è anche quella di Ermanno Rea che è stata trattata male. Nella scena di Mimì alla Ferrovia, che noi andavamo davvero a mangiare lì, fanno ubriacare il personaggio di Ermanno, ma Ermanno non è mai stato così.

A L'Unità, il ‘vero' Caracas ha poi raccontato: "Caracas fu il nome che mi diede Rea per Napoli Ferrovia, voleva proteggermi ma mi conoscevano tutti: quella storia era la mia e la conoscevano tutti". Il regista Marco D'Amore, nel corso dell'anteprima del film al The Space di Napoli, aveva riferito di non aver sentito l'esigenza di cercare il vero Caracas e di cercare a ogni costo la realtà.

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