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Lorenzo Rossi, figlio di Vasco e la sua Gabri: “Avrei voluto più tempo per scacciare i nostri fantasmi”

Si è spenta a 56 anni Gabriella Sturani, la madre del primo figlio di Vasco Rossi. Ed è proprio lui, Lorenzo, che scrive una lunga lettera a poche ore dalla sua scomparsa: “Noi ci siamo amati tanto mamma, odiati tanto e amati tanto ancora, un amore forte impossibile da raccontare”.
A cura di Ilaria Costabile
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A poche ore dalla scomparsa di Gabriella Sturani, la Gabri di cui Vasco Rossi cantava nell'omonimo brano degli Anni Novanta, Lorenzo il figlio della 56enne e del rocker di Zocca scrive un lungo messaggio in ricordo della sua mamma, andata via troppo presto.

La lettera di Lorenzo Rossi alla madre Gabriella

Una lettera, più che un semplice messaggio, intrisa di dolore, ma anche di un immenso amore, quello di un figlio per una madre che ha saputo affrontare le difficoltà più grandi, da sola, che è riuscita con la sua presenza a colmare quei vuoti dell'adolescenza che Lorenzo ha attraversato, quando appena 14enne ha incontrato per la prima volta suo padre, Vasco, che ha poi deciso di riconoscerlo. Non esiste, però, un momento giusto per poter dire addio a qualcuno che si è amato così profondamente, soprattutto quando si pensa che il tempo non sia stato abbastanza per poter lenire alcune ferite:

Ciao mamma, non so neanche da che parte cominciare. Di certo so che non ero pronto mamma, non così, non in 10 giorni.
Avrei voluto solo qualche giorno in più per poter parlare, per poter sistemare i nostri conti del passato, per scacciare quei fantasmi che da sempre ci hanno perseguitato, per lasciarci andare serenamente mamma. Invece in questa maledetta vita, dove hai fatto tutto velocemente, hai scelto di andartene in fretta, probabilmente senza neanche rendertene conto, fortunatamente senza soffrire… e questo è stato un tuo grande regalo nei confronti miei e di Carlotta, lo so, nessuno di noi si meritava di vederti soffrire.

Lorenzo parla anche di sua sorella, Carlotta, al suo fianco negli istanti prima che sua madre lo guardasse un'ultima volta: "Oggi eravamo lì io e Carlotta, hai aspettato che arrivassimo a trovarti e quando ci hai visti preoccupati sei riuscita con le ultime forze a dirci: “CALMA”. È stata la tua ultima dolce e tenera carezza, come a volerci dire “me ne sto andando ragazzi ma state tranquilli”, avevi capito e nonostante tutto hai pensato a noi". Il 37enne, poi, continua la sua lettera dicendo:

In quegli ultimi attimi dove ti stringevamo le mani siamo riusciti a dirti che eravamo orgogliosi di te, di questi ultimi due anni dove avevi ritrovato la serenità, siamo riusciti a dirti grazie per quello che ci hai dato e nel mio piccolo ho provato a chiederti scusa per i miei sbagli ed errori. E sono riuscito a dirti la cosa più importante per me: se oggi amo le mie figlie così tanto è solo grazie a te, che mi hai insegnato come si ama un figlio incondizionatamente. L’insegnamento più importante.

Infine, una richiesta dolente, accorata, quella di un figlio che anche nella sofferenza vorrebbe sapere che gli ultimi istanti della vita di sua madre siano stati sereni: "Dimmi per favore che era una lacrima di gioia, non lasciarmi con questo dubbio" e ancora:

Ogni volta che mi guardo indietro, ripensando alla vita che abbiamo passato, mi sembra d'averne già vissute 5 o 6. Oggi ne comincia un'altra, la più dura: quella senza di te. Noi ci siamo amati tanto mamma, odiati tanto e amati tanto ancora, un amore forte impossibile da raccontare. Forse anche troppo forte.Ma la colpa era solo nel fatto che eravamo entrambi orgogliosi, permalosi e testardi, ci siamo scornati tutta la nostra breve vita insieme.

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