“Bruce Willis non può più parlare e leggere”: che cosa sappiamo delle condizioni di salute dell’attore

“Bruce Willis non può più parlare, leggere o camminare a causa del declino progressivo della demenza”: con questa introduzione, l’articolo pubblicato dal Tribune ha fatto il giro del mondo. Presentato come un aggiornamento sulle condizioni di salute dell’attore, il contenuto è stato ripreso da testate internazionali e rilanciato in rete, creando un’eco mediatica in grado di raggiungere ogni angolo del mondo. Eppure, una lettura attenta dell’articolo rivela l’assenza di reali novità: mancano dichiarazioni ufficiali da parte dei familiari di Willis o di fonti a lui vicine. Quelle affermazioni, semplicemente, non esistono. Si tratta, piuttosto, di un rimaneggiamento di notizie già circolate tra il 2023 e il 2024.
La malattia di Bruce Willis è degenerativa: impossibile aspettarsi miglioramenti
Una precisazione è doverosa: la demenza frontotemporale, la malattia di cui soffre Bruce Willis, è una patologia degenerativa e progressiva. Questo significa che non ci si possono aspettare miglioramenti. La stabilità, in questi casi, è il massimo auspicabile.
Proprio ad aprile 2025, la famiglia dell’attore aveva dichiarato che Willis è stabile, pur sottolineando che la malattia continuerà a progredire. È quindi plausibile che, con il passare dei mesi – o degli anni, si spera – l’attore sarà costretto ad affrontare un deterioramento graduale delle capacità verbali e motorie. Ma non esistono aggiornamenti ufficiali recenti. Lo stesso Tribune, nel tanto rilanciato articolo, ammette: “Secondo quanto emerso tra il 2023 e il 2024, l’attore è diventato in gran parte afasico e non riesce più a leggere. Si dice anche che abbia difficoltà motorie. […] Non ci sono state recenti conferme ufficiali di un ulteriore peggioramento delle condizioni di salute di Willis, oltre a quanto già riportato in precedenza”.
Tradotto: non ci sono novità. Quanto riportato è solo un riassunto di notizie passate, riorganizzate e presentate con un titolo sensazionalistico che ha alimentato un’ondata mediatica globale, pur in assenza di nuovi elementi.
La vera fonte è un'intervista del 2023
Che Bruce Willis non fosse quasi più in grado di parlare era già emerso nel 2023. A raccontarlo, all’epoca, fu Glenn Gordon Caron, produttore che aveva lanciato la carriera dell’attore con la serie Moonlighting negli anni ’80. “La malattia di Bruce è una malattia progressiva, quindi sono stato in grado di comunicare con lui, prima che la malattia lo rendesse non in grado di comunicare come è adesso. La mia sensazione è che capisca chi sono per i primi tre minuti. Sta perdendo la capacità di comunicare; era un lettore vorace – non voleva che nessuno lo sapesse – e ora non legge più. Tutte quelle competenze linguistiche non sono più a sua disposizione, eppure è ancora Bruce”, dichiarò nell’ottobre 2023 in un’intervista al New York Post. Parole che oggi vengono riproposte come se fossero un aggiornamento recente, quando in realtà risalgono a quasi due anni fa.
La famiglia di Bruce Willis aveva chiesto rispetto e delicatezza
Quanto accaduto risulta ancora più grave alla luce la richiesta avanzata dalla famiglia di Bruce Willis ai paparazzi e ai media internazionale. Nel momento in cui hanno reso pubblica la diagnosi dell’attore, i suoi cari avevano chiesto rispetto: rispetto per un nucleo familiare chiamato a gestire, anche pubblicamente, una malattia difficile e dolorosa. Un rispetto che dovrebbe tradursi anche – e soprattutto – nella capacità di evitare sensazionalismi, in particolare quando si basano sull’assenza totale di aggiornamenti o dichiarazioni ufficiali su un reale peggioramento.
Peggioramento che, com’è nella natura di qualsiasi patologia neurodegenerativa incurabile, arriverà o potrebbe essere già in corso. Ma che, in questo caso, è stato “strillato” al mondo senza il benché minimo riscontro oggettivo.