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Benigni dottore honoris causa, nel suo discorso cita il cinema: “Vorrei realizzare un’opera personale”

Roberto Benigni è stato insignito del titolo di dottore honoris causa in Belle Arti nella sede romana dell’Università di Notre Dame. Il regista toscano nel suo discorso ha anche parlato del desiderio di tornare al cinema dicendo: “Mi piacerebbe davvero realizzare un’opera personale, anche piccola non grande, che prenda il mio cuore”.
A cura di Ilaria Costabile
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Roberto Benigni è stato insignito del dottorato di ricerca honoris causa in Belle Arti nella sede romana dell'Università di Notre Dame. Le motivazioni che hanno portato a questo riconoscimento sono state rese note dal prestigioso ateneo e durante la cerimonia il noto regista toscano ha tenuto un solenne discorso su "Nostra Signora attraverso l’arte e la poesia". Nei ringraziamenti non è mancato un cenno al cinema e al suo desiderio di tornare dietro la macchina da presa.

Roberto Benigni dottore di ricerca honoris causa in Belle Arti

Che Benigni sia sempre stato incline al racconto, alla divulgazione, ripercorrendo particolari periodi della cultura e della letteratura italiana, era cosa nota, come hanno dimostrato le prime serate in televisione dedicate all'approfondimento, oltre che alla lettura della Divina Commedia e anche dei Dieci Comandamenti. Per questa ragione, quindi, per la sua dedizione e per i messaggi veicolati attraverso le sue opere artistiche è stato insignito del dottorato di ricerca perché, come dichiarato dalla commissione dell'Università di Notre Dame, è stato capace di "illuminare percorsi di speranza e bellezza anche nel mezzo di indicibili tragedie e disperazione", conquistando "l'ammirazione anche di Sua Santità Papa Francesco" e "per i suoi innumerevoli e ispirati contributi all'arte, alla commedia e alla letteratura".

Il desiderio di tornare a fare cinema

Il discorso di Benigni inizia con queste parole: "All my joy for you, tutta la mia gioia per voi", il regista ha fatto un excursus parlando dei quadri che lo hanno ispirato dall'Annunciazione di Recanati di Lorenzo Lotto dove "per la prima volta c'è una Madonna che ha quasi paura. È la rivoluzione che ha fatto per le donne nel mondo. Si parla del femminismo, ma la Madonna quanto ha fatto", arrivando alla "Madonna Sistina di Raffaello a Dresda, un quadro immenso". Un'ispirazione, quella artistica e culturale che ha portato anche nei suoi film, e proprio in merito a un suo ritorno al cinema dichiara:

Ogni volta che sono stato in pubblico ho detto: sto preparando un film, che poi era la verità. Ho sempre la porta aperta, non mi sono mai fermato e desidererei tantissimo farlo ho avuto anche tante offerte, in Italia e all'estero, come attore. Però quello che mi piacerebbe davvero realizzare è un'opera personale, anche piccola non grande, ma che abbia il senso, che prenda il mio cuore e anche quello che sta accadendo in questo momento. Siamo circondati da avvenimenti così possenti, che non si possono non sentire i riflessi nella nostra anima. La cosa più grande che deve fare un artista è regalare la gioia. Io vorrei fare un piccolo film, nel quale lasciarsi andare a un momento di gioia e di spensieratezza. Per fare ciò bisogna avere sulle spalle tutto il dolore del mondo, perché per fare gioia bisogna avere il dolore. Si tengono insieme.

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