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Tommaso Zorzi: “Su Real Time per fare una tv educata. Scendere in politica? Preferisco l’attivismo”

Tommaso Zorzi, nuovo giudice di “Cortesie per gli ospiti”, spiega a Fanpage.it che punta a portare una visione più personale che tecnica nel programma di Real Time. Nell’intervista racconta la sua visione sul mondo dello spettacolo e il suo punto di vista su dibattiti legati all’attualità: “Lottare per temi che dovrebbero essere banali fa perdere tempo”. A proposito di salute mentale, dice: “L’unico consiglio che ignoranti come noi possono dare è quello di andare in analisi”.
A cura di Eleonora Di Nonno
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"Di cosa mi occupo? Mi sono appena laureato e ho deciso di tornare a Milano. Tra tre o quattro anni inizierò a fare qualcosa e a sviluppare progetti" la predizione fatta da Tommaso Zorzi nello show di Riccanza – a cui ha preso parte nel 2016 – si è poi rivelata esatta. Nel 2021 vince il Grande Fratello Vip e da quel momento la sua carriera nel mondo dello spettacolo prende definitivamente avvio. "Sono grato al Grande Fratello per avermi dato una popolarità che mai avrei raggiunto – rivela a Fanpage.it – Questo, però, comporta che per qualcuno rimarrò a vita ‘l’ex gieffino’ nonostante io faccia tante altre cose". Tommaso non rinnega l’esperienza nello show di Signorini e adesso è pronto a misurarsi con una nuova sfida: quella di giudice nel programma Cortesie per gli ospiti di Real Time. Tra televisione, mondo dei social e due romanzi alle spalle, per Tommaso è difficile "incasellarsi in un’unico argomento". Sul suo profilo Instagram, tra contenuti ironici e spicchi di vita mondana, non mancano riferimenti a temi di attualità come il dibattito sulle adozioni per coppie omogenitoriali. Ci tiene a chiarire che la sua discesa in politica è lontana: "Non bramo il potere. Più che politica bisognerebbe fare attivismo. Il fatto che in questo Paese bisogna ancora lottare per temi che dovrebbero essere banali fa perdere tempo".

Hai pubblicato due libri Parole per noi due e Siamo tutti bravi con i fidanzati degli altri. Se dovessi scrivere un libro sulla tua vita come lo intitoleresti? 

Credo che sia un po’ presto per scrivere un libro sulla mia vita, non saprei dare un titolo. Tra quindici, vent’anni magari pubblicherò un’autobiografia.

Quale capitolo cancelleresti? 

Non ci sarebbero capitoli da cancellare, anzi, mi concentrerei di più proprio su quelli più scomodi. Vado in analisi e riesco a parlare di tutto ciò che mi riguarda, anche di cose un po’ più difficili.

A molti influencer viene mossa la critica di aver scritto libri solo in virtù del loro seguito. 

Sono il primo a sostenere il fatto che se ho scritto un libro e se è stato pubblicato con questa facilità è perché ho un certo seguito. Sarei ipocrita a dire il contrario. Avere un nome ti fa vendere delle copie in più, non solo in base alla qualità del tuo prodotto ma anche perché c’è gente che vuole venire al firmacopie e magari il libro non l'ha mai aperto. Credo che in alcuni casi sia stato così per me.

Hai detto di andare in terapia. Ultimamente molti personaggi del mondo dello spettacolo hanno acceso un faro sul tema della salute mentale. Credi che sia utile per destigmatizzare l’argomento?  

È positivo perché si sposta l’attenzione su un tema che da tanti era considerato un tabù. È giusto che se ne parli, secondo me però si rischia di diventare "esperti spicci" di analisi e questo può essere molto dannoso. L’unico consiglio che ignoranti come noi possono dare è quello di andare in analisi. Il resto spetta a chi ne ha le competenze.

Ti sei spesso esposto su temi di attualità, soprattutto sulla questione delle adozioni per le coppie omogenitoriali. Hai mai pensato di scendere in politica per fare tua questa battaglia?

La mia è discesa in politica è lontana. È una cosa che mi viene chiesta spesso. Secondo me, più che politica bisognerebbe fare attivismo, spostando l’attenzione su temi come quello dell’adozione e della gestazione per altri che per me è sinonimo di civiltà. Il fatto che in questo Paese si debba ancora gridare per i propri diritti mi sembra un'enorme perdita di tempo che l’Italia non può permettersi viste le magagne da sbrogliare. Io non bramo il potere e per fare politica serve la vocazione. Io non la ho mentre mia sorella sì.

Tua sorella Gaia lavora a Bruxelles. Che rapporto avete?

Lei sì che ha una coscienza sociale molto rara per la sua età, lavora per la commissione europea. Con Gaia riesco a parlare di tutto, è bello confrontarsi con una persona che abbia la tua stessa etica e i tuoi stessi valori. Non è scontato. Sono molto fiero di lei. Abbiamo un rapporto molto maturo e affrontiamo spesso temi di attualità, poi ci mandiamo anche i meme eh, non è solo uno scambio serioso.

La sovraesposizione mediatica dopo la tua partecipazione al Grande Fratello ha portato con sé forti invasioni nella tua vita privata. Pensi che sia il rovescio della medaglia di essere un personaggio pubblico?

Il fatto che un personaggio pubblico riceva tanta attenzione da parte dei media è il prezzo da pagare per stare nel mondo dello spettacolo. Si può scegliere quanto dare in pasto ai media e sappiamo che più condividi, più la gente ha fame di certe informazioni. Sono un paio d’anni che ho deciso di non parlare della mia vita personale in nessun modo. In passato l’ho fatto. Ho avuto una relazione molto esposta ma da quando non lo faccio più non c’è più quella fame di sapere.

In diverse occasioni hai rimarcato il fatto che per lavorare nel mondo dello spettacolo c’è bisogno di una buona dose di egocentrismo. Una qualità come l’empatia, invece, è un plus oppure bisogna rimanere focalizzati su sé stessi?

Per stare dietro alla telecamera devi avere un po’ di egocentrismo. L’empatia è una sentimento molto raro in questo settore ma quando c’è è un po’ la chiave del successo, penso a personaggi come Maria De Filippi. Se riesci a mettere le persone nelle condizioni di essere loro stesse in televisione – facendo un passo indietro – allora cresci e guadagni credibilità. Per quanti siamo "dei piccoli ego che camminano" bisogna mettere da parte l’orgoglio.

Sei una persona molto ironica e con un umorismo tagliente. Ti sei mai pentito di una tua battuta o di una tua provocazione?

Se faccio una battuta non è con malizia, cattiveria o per infliggere dolore quindi non mi sento mai di dovermi pentire. Poi, se ti offendi, forse è perché non sai stare al gioco. La televisione, però, è tutta un grande gioco.

Un grande gioco come quello del Grande Fratello, che hai vinto. Ora che torni in tv come giudice di Cortesie per gli ospiti che elemento di novità vorresti portare?

Io sono grato al Grande Fratello perché mi ha dato una popolarità che mai avrei raggiunto. Per alcuni sarò a vita “l’ex gieffino” ma non me ne vergogno. Se ho deciso di spostarmi su una rete come Reale Time è perché si tratta di una realtà che ti permette di cresce e di approcciarsi alla televisione in maniera sana e costruttiva. Credo che un programma come Cortesie per gli ospiti sia già innovativo di per sé perché si tratta di una trasmissione “cortese” e non siamo più abituati a una tv educata. Per la prima volta non ci sarà un esperto di design a giudicare, io mi definisco più un appassionato. Non riesco a incasellarmi in un unico argomento, ho un sacco di passioni. Porterò una visione più personale che tecnica nei giudizi.

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